Dopo il tragico incidente che è costato la vita ad un concorrente, la Indian Pacific Wheel Ride è ripresa in un’atmosfera di enorme tristezza e l’italiano Omar Di Felice ha riconquistato la testa della gara che si svolge nel Sud dell’Australia, in modalità bike-packing, sulla distanza di 5.000 chilometri. Il dramma consumatosi lungo la Eyre Highway ha indotto diversi partecipanti all’abbandono. Tra i ritirati l’altro italiano in gara, Gianluca Morini e il finlandese Matti Ainasoja, che a metà percorso aveva temporaneamente assunto il comando della prova, superando Di Felice.
L’ultracycler romano, colpito nel cuore e nell’anima dall’improvvisa scomparsa di Chris Barker, il ciclista inglese travolto e ucciso da un camionista nei pressi di Madura, dopo 1.313 chilometri, aveva osservato una sosta di due giorni interi prima di tornare in sella. «Sono rimasto fermo 48 ore prima di trovare la forza di ripartire, anche se non so se sarà sufficiente per arrivare a Sydney – aveva commentato Di Felice sul suo profilo Facebook –. L’incidente mortale di Chris Barker mi ha sconvolto. Era il ciclista di maggiore esperienza al via dell’IPWR, alla sua sesta partecipazione. Noi ciclisti siamo gente in grado di superare ogni ostacolo ma a volte certe
difficoltà sembrano insormontabili. Sono tornato a fatica in sella e al momento, non sono più in testa alla corsa, ma adesso on è questa la mia priorità. Voglio solo tornare a godermi la strada sentendomi sicuro nel fare la cosa che amo di più».
Buona parte dei concorrenti dell’Indian Pacifikc rimasti in gara hanno superato metà percorso e in base all’ultimo rilevamento Omar Di Felice ha riconquistato la testa. Con 3.316 chilometri già messi alle spalle si trova tra Adelaide e Portland, a meno di 500 chilometri da Melbourne e a poco più di 1.500 chilometri dal traguardo finale di Sydney. Anticipa di poco il forte tedesco Hans-Udo Vieten, che ha percorso 3.210 chilometri. Al terzo posto si è sorprendentemente inserita l’esperta australiana Shelley Scholten, 58 anni, che è transitata al km. 3.171. «Da oltre 10 giorni si combatte con il forte vento contrario (al link sul live tracking potete attivare la funzione “windy” per verificare in diretta intensità e direzione) – commenta oggi Di Felice – e a questo si aggiunge la scomodità del pedalare sulla spalla laterale della strada, tutt’altro che liscia e gommata: una vera e propria tortura per polsi, caviglie e fondoschiena. Ma l’ultracycling è, così, prima di tutto, sofferenza e gestione mentale della fatica».
Ha deciso di non riprendere l’Indian Pacific il goriziano Gianluca Morini, un quarantacinquenne attivista di Greenpeace che fa la spola da tempo tra l’Italia e l’Australia. La decisione di ritirarsi l’ha presa subito dopo la tragedia di Madura. Il suo commento sui social media: «Ieri è stato un giorno molto buio. Due ciclisti sono stati purtroppo travolti da pirati della strada lungo l’Eyre Highway. Uno è morto, l’altro ha riportato serie ferite. Ho deciso di non continuare quest’avventura, perché non voglio alimentare lo stress nella mia famiglia. Grazie a tutto per il sostegno, ma stavolta l’elemento pericolo è andato oltre la soglia accettabile».
Le indagini della polizia hanno portato al fermo del conducente dell’autocarro che ha ucciso il sessantaduenne Chris Barker. Il camionista è accusato di omicidio colposo e di omissione di soccorso. Sono invece rassicuranti le notizie sulle condizioni del ciclista gravemente ferito nell’altro incidente verificatosi a pochi chilometri di distanza, nella stessa mattinata. L’olandese Peter Kooistra, 50 anni, nonostante una serie di contusioni, si riprenderà presto.
L’Indian Pacific Wheel Ride può essere seguita in diretta su Indian Pacific Wheel Ride 2024 – MAProgress
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Matti Ainasoja Omar di felice 3316, ha superato tra adelaide e portland – Melbourne 3884
Hans Udo Vieten Germa 3210
Shelley Scholten, 58 anni, australiana 3171
