L’ex professionista su strada Richie Porte, 38 anni, terzo al Tour de France 2020 con la Trek-Segafredo, si sta godendo la pensione correndo qua e là. Lo ha fatto sabato scorso ai campionati australiani gravel: non correva per il titolo, come ha chiarito alla partenza cercava «qualcosa di cui godere».
Un tipo di “divertimento” che si trova a percorrere 106 km con 2.300 metri di dislivello su strade fangose nel bel mezzo di un inverno della Tasmania, la sua terra. Quando dopo la gara i commentatori hanno suggerito a Porte che «questo è un nuovo livello di ciclismo», l’ex corridore della Ineos Grenadiers si è affrettato a ribattere. «No, non ho mai parlato di un nuovo livello di ciclismo, ma di schifo, è stato orribile» ha scherzato Porte pieno di fango dappertutto, un grande sorriso sul volto e una birra in mano. «Era ovviamente bellissimo, ma è stato difficile».
La gara è partita nel centro di mountain bike di Derby, è stata punteggiata da tre salite principali – Mutual Valley (8,3 km al 4,3%), Ralph Falls (10,7 km al 5%) e infine la salita senza nome dell’inferno (3,5 km a una media dell’8,1% con pendenze massime di circa il 15% – e c’era anche un ultimo brutto picco a 5 km dal traguardo. «È stato molto divertente, che evento, è stato uno dei terreni più belli che abbia mai visto», ha detto Porte, che vive con la sua famiglia a poco più di un’ora di distanza dal percorso nell’angolo nord-orientale della Tasmania. «Per quanto sia stato difficile, è stato assolutamente brillante, grazie anche a un buon cameratismo sulla strada e immagino che sia di questo che si tratta».
Porte ha superato il traguardo al 22° posto. Justine Barrow e Connor Sens hanno vinto i titoli nazionali gravel. A Porte è stato chiesto se si sarebbe schierato di nuovo, e si è affrettato a rispondere. «Non credo». Ma il suo sguardo divertito diceva praticamente il contrario.