Continua il viaggio degli Sklerociclisti in direzione Istanbul, questo è il giorno 4 di questa moderna Via della Seta (a tappe), da Brezice (in Slovenia) a Kutina (in Croazia) e loro sono il bolognese Fabio Frascari, che condivide il suo diario con noi di Cicloturismo, e i suoi compagni Davide Ecchia, per tutti il Pres, e Sandro Passini, meglio conosciuto come il Passero, entrambi di Marzabotto. Tutti e tre fanno parte degli Sklerociclisti, un sottogruppo del Team Leggero di Rocca di Roffeno.
Lasciamo Brezice così come l’abbiamo trovata, cioè con la pioggia e con il freddo. Fortunatamente la pioggia smette presto, giusto una prova per testare la nostra determinazione. Ma in quanto a determinazione credo non ci batta nessuno: nessuno ha brontolato, verificato le previsioni o provato a rimandare la partenza; l’unica reazione è stata infilarsi l’equipaggiamento anti pioggia per meglio affrontare la situazione.
Non passa molto tempo prima di attraversare il confine ed entrare in Croazia. Se non fosse per le targhe delle auto non ci saremmo resi conto del passaggio perché il confine, sulla strada secondaria che segue la nostra traccia non è segnalato né, come è ovvio che sia trovandoci in paesi dell’area Schengen, presidiato. Ancora poco e il cartello Zagreb ci indica l’arrivo alla capitale croata. Peccato per il ponte sul fiume Sava, tenuto in pessime condizioni, che ci accoglie nella città. Peccato l’enorme periferia un po’ squallida, trafficata e caotica che dobbiamo attraversare prima di arrivare in centro. Peccato il centro storico altrettanto trafficato e caotico con palazzi in cui sono evidenti i segni del tempo e sporchi di inquinamento. Peccato. Zagabria non credo ci rimarrà nel cuore.
Il resto della giornata la passiamo tra campi di mais dalle foglie imbrunite o già tagliate alla base per preparare la nuova semina, casine di legno testimoni di tempi passati, forse da non troppo ed edifici in mattoni non intonacati. A prima vista la campagna croata non sembra essere così ricca come quella slovena sempre tutta tirata a lucido. Il viaggio comunque ê anche questo, vedere, seppur velocemente realtà diverse. È curioso però come le condizioni cambino tanto in così pochi chilometri.
Facciamo tappa in una specie di agriturismo alle porte di Kutina. Siamo soli nella struttura, il simpatico gestore ci parla solo attraverso Google Translator ma ci intrattiene con un fitto dialogo ‘digitalmente’ assistito e le difficoltà della lingua le risolve offrendoci un aperitivo a base di un cicchetto di un superalcolico dalla gradazione altissima che accettiamo solo per cortesia nei confronti del nostro ospite ma che è davvero impegnativo. Stesso rito anche a cena, ma gli preferiamo di gran lunga la zuppa e le altre pietanze.
Le prime tre tappe del viaggio QUI.
2. continua