WORLD RECORD / Attorno a Sporzon un team giovane: «La difficoltà? Farsi ascoltare dagli adulti»

Riccardo Sporzon riceve dal Comune un riconoscimento per il Record del mondo segnato a giugno. Con lui il suo team
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«Devo ammettere che al progetto del Record del mondo del nostro amico Riccardo Sporzon ci si bisogna dedicare molta serietà e a volte può essere frustrante per dei fattori esterni».

Alex, insieme a Sofia e Leonardo, collabora nel team che accompagnerà Sporzon in un nuovo World Record che tenterà nel velodromo Monti di Padova il 31 agosto. Alex è il gestore dei componenti del team e con la sua affermazione tocca un tasto dolente, ossia la difficoltà maggiore che il team sta affrontando: confrontarsi con gli adulti. «È dura per noi ragazzi che non abbiamo un titolo farci ascoltare, perché non veniamo considerati in quanto molti adulti non credono in quello che facciamo. Può essere una sfiducia nella nostra generazione o semplicemente un senso di invidia, ma a noi questo non importa. Vogliamo far vedere che non bisogna essere qualcuno di importante o essere dotati di mezzi straordinari per realizzare qualcosa al limite delle condizioni fisiche e mentali dell’uomo».

Sofia aggiunge: «La cosa migliore del team è il fatto che siamo tutti ragazzi giovani, in molti ci conosciamo e vogliamo metterci in gioco per riuscire a portare Riccardo dove spera e per mostrare a noi stessi e agli adulti che siamo in grado di fare molto di più che quello che si pensa. Per svolgere i miei compiti devo quasi sempre interfacciarmi con persone molto più grandi di me che tante volte sono disponibili e aperti ad ascoltare quella che è la nostra idea, ma altre volte non riusciamo ad ottenere gli aiuti necessari perché non veniamo considerati essendo un gruppo di giovani. Nonostante questo, cerchiamo sempre di avere nuove idee originali che colpiscano le persone e che ci aiutino ogni giorno ad aggiungere un pezzo per completare il nostro puzzle».

Anche Leonardo afferma la stessa difficoltà riscontrata dagli altri due amici: «Dicono “Ma cosa vuole fare questo?”, “Hanno 18 anni, non sanno cosa voglia dire fare una cosa del genere perché non hanno l’esperienza” e via così. Quello che io posso dire è che l’invidia è una brutta bestia e quando colpisce può fare male ma noi non ci abbattiamo per dei semplici messaggi scritti su uno schermo. Lo ammetto, io non sono un appassionato di ciclismo e non sono nemmeno un esperto nell’organizzazione di eventi, è vero. Posso però dire che l’esperienza si crea solamente vivendo e cercando di analizzare e superare gli ostacoli che abbiamo trovato nella nostra strada e che troveremo ancora… speriamo pochi».

Ciò che resta da chiedere ai ragazzi è: chi è Riccardo Sporzon? Inizia Leonardo. «Le qualità principali che lo descrivono Riccardo sono la determinazione, l’intelligenza e la voglia di fare. Quello che mi ha colpito di più di lui nello scorso record è stata proprio la sua voglia di non mollare mai, cosa che a noi giovani d’oggi manca spesso e secondo me questo record può essere un perfetto insegnamento per noi».

«Ho sempre visto Riccardo come una persona determinata con una grande forza di volontà che non perde mai di vista il suo obiettivo – dice Alex – Trasmette passione e invoglia le persone a dare il massimo. Devo dire che ho imparato concetti molto importanti da lui che mi hanno fatto riflettere e che mi hanno portato alla persona che sono oggi. Lui è stato come una scossa elettrica per me, una forza elettrica che mi ha fatto alzare dalla mia comfort zone e che mi ha spronato a dare sempre di più».

Da parte di Leonardo, Sofia e Alex un grandissimo in bocca al lupo al loro amico Riccardo.