Riccardo Sporzon il 31 agosto ci metterà gambe e testa, fisico e mente, corpo e cuore. Ma per tutto il resto? Attorno a lui gravita un team di 9 persone e diversi collaboratori appena diciottenni, accuratamente scelti da lui stesso affinché il record avvenga con un’organizzazione impeccabile.
Quel giorno di fine agosto alle 18 nel velodromo Monti di Padova, Sporzon cercherà di fare la storia: entrare di nuovo nel grande libro dei recordman per più chilometri percorsi in pista da un ragazzo di 18 anni. Per fare ciò ha iniziato una mirata preparazione atletica e alimentare, ma affinché tutto funzioni ha scelto dei collaboratori. Tre sono quelli che tengono in piedi tutto l’impianto intorno a Riccardo: Leonardo, Alex e Sofia.
«Io e Riccardo siamo compagni di classe dalla terza superiore e dopo aver parlato e scherzato un po’ ci siamo trovati subito in sintonia – spiega Leonardo – Un giorno tra i tanti di scuola mi chiese se potevo dargli una mano: voleva fare una cosa speciale per una persona altrettanto speciale, sua nonna. Senza pensarci due volte ho accettato, soprattutto perché quando Riccardo mi raccontò del motivo per cui voleva farlo, ad essere sincero, mi sono commosso».
Questo accadde proprio un anno fa e adesso Leonardo ne parla fiero per l’aiuto che ha dato all’amico nel riuscire a segnare un Record del Mondo e fiero di Riccardo che ha realizzato il suo sogno. «Ma poteva fermarsi lì? Certo che no. Era settembre 2023 quando mi chiamò e mi disse: “Leo, questa volta voglio fare una pazzia”». Un’altra. E la risposta di Leonardo? «Gli ho detto: “Sono dentro”».
Sofia è l’unica ragazza del gruppo e il suo compito è quello di contattare sponsor e ottenere collaborazioni. «Ho deciso di entrare nel progetto dopo una proposta di Riccardo che, conoscendomi nell’ambito scolastico, ha visto in me qualcosa che poteva aiutarlo nella sua impresa. Per prima cosa mi ha spiegato minuziosamente ciò che avrebbe fatto lui, come avrei dovuto svolgere il mio ruolo e di cosa dovevano occuparsi gli altri membri del team. Successivamente mi ha fatto fare una prova. Ciò che mi ha convinta è stato proprio il suo carattere deciso e determinato a portare a termine tutto ciò che s’impone senza nessun limite».
Con il tempo condiviso sui banchi di scuola e le continue sfide che Riccardo pone a se stesso, Sofia ha capito meglio con chi aveva a che fare. «Riccardo mantiene l’obiettivo di raggiungere sempre il massimo in tutte le cose che fa, soprattutto nello sport e a scuola. Per questa sua caratteristica è sempre pronto a spronare gli altri nel momento in cui non esprimono a pieno le loro potenzialità. Proprio per questo, accettando la sua proposta, sentivo che sarebbe stato il momento di aiutarlo a rendere concreto il suo sogno».
Anche Alex è un compagno di classe di Riccardo, ma ammette che all’inizio il loro rapporto non era tutte rose e fiori. Ora però sono legati da una bella amicizia e ogni giorno condividono emozioni ed esperienze. Alex era parte del team che ha sostenuto Sporzon nel suo primo record e, come dice lui: «Non ho potuto dire di no alla sua richiesta per il nuovo record». Poi spiega: «Ho deciso di aiutarlo anche questa volta perché so che ne vale veramente la pena. È un amico per me oltre che un compagno di classe e lo stimo per il suo modo di fare. Oltre a questo, ho deciso di fare parte del team anche per una soddisfazione personale: mi piacciono i lavori di squadra e per questo non potevo rifiutare l’offerta».
D’altra parte, questo è anche uno degli obiettivi di Riccardo: dall’alto della sua maturità spera che con l’impresa che compirà il 31 agosto possa ispirare altri giovani a non essere sedentari e prendere la propria vita in mano. È per questo che attorno a lui ha voluto dei ragazzi giovani tanto quanto lui per responsabilizzarli. La prova che questo sta funzionando la dà Alex: «La parte bella di questo progetto è che forma molto un senso di responsabilità e di leadership da parte di ogni componente in quanto siamo letteralmente una catena e senza uno degli anelli non si può procedere al meglio delle capacità. Io sono il gestore di tutti i componenti del team e prendo in carico le spese o le novità. Sono come la centralina di una macchina elettrica e devo sapere chi fa cosa così da essere disponibile in situazioni difficili. È un ruolo molto importante ma che mi rende felice e orgoglioso di me. Voglio migliore la persona che sono e portare le mie competenze a un livello superiore. Penso che questo progetto sia il trampolino di lancio per qualcosa di più grande».