Colnago C68 Gravel: arriva il tris per gli amanti degli sterrati

Il tubo obliquo del Colnago C68 Gravel
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Quando poco meno di due anni fa (qui trovate l’articolo) fu lanciato il Colnago C68, l’ultimo in ordine di tempo della cosiddetta “serie C“, era ben noto che non si sarebbe trattato solo di un semplice telaio road. Era il primo di una piattaforma completa che avrebbe poi visto ulteriori innesti strada facendo.

E così effettivamente è andata. Dopo la variante C68 Allroad, che possiamo considerare a tutti gli effetti un’endurance con generosa tolleranza per le coperture e una geometria rilassata, ecco che arriva a completare la famiglia anche la C68 Gravel. Una gravel a tutti gli effetti dunque, che si affianca all’altro modello della casa di Cambiago (il G3-X più orientato al segmento race) e che incarna tutti quei contenuti e quelle peculiarità che contraddistinguono appunto le bici della “serie C”.

Partendo appunto dal concetto di “piattaforma“, la C68 Gravel nasce col metodo delle celeberrime congiunzioni in composito. Andando a rappresentare l’ideale punto di connessione tra performance, piacere di guida e, perché no, anche e soprattutto stile…

Colnago C68 Gravel: il terzo capitolo

I telai realizzati con le congiunzioni in composito esordirono ufficialmente nel mondo delle corse professionistiche alla vigilia della Parigi-Roubaix del 1995, subito vincenti con Franco Ballerini nella corsa che, in assoluto, mette più a dura prova i materiali. Era il C40 che diede vita poi a tante rivisitazioni, sino a quella attuale.

Quella che vediamo è in assoluto la prima gravel realizzata con questa tecnica ad elementi modulari. Le congiunzioni accolgono i “tubi” al loro interno, e il tutto viene unito tramite incollaggio con un metodo di lavorazione totalmente artigianale che, manco a dirlo, richiede anche una qualcerta maestria.

Da come si nota anche dalla foto qui sopra, i profili soprattutto dell’obliquo si presentano squadrati e spigolosi. Lo sterzo è formato sostanzialmente dai due terminali dei tubi inferiore e superiore, raccordati poi da uno in composito. Un pezzo unico forma la cosiddetta power box, formata da scatola del movimento centrale, gli inviti sia per i due orizzontali che per l’obliqui, e piantone. La differenza sostanziale con il modello da strada risiede quindi nelle geometrie.

Tra stack e reach

Non sarebbe ortodosso confrontare direttamente le misure del modello road, che esce in sette misure standard, con le cinque del C68 Gravel. In generale si può riassumere dicendo che l’approccio è stato quello di realizzare un telaio con un reach accorciato e uno stack più elevato. Quindi per una posizione più eretta, come tipico del gravel.

Più interessante l’accostamento tra il nuovo C68 Gravel ed il modello gravel attualmente in gamma: il G3-X. Tendenzialmente quasi uguali come altezza di telaio, il C68 Gravel offre un avanzamento più pronunciato. Non è una scelta casuale ma nasce per aumentare innanzitutto il passo, quindi per consentire l’utilizzo di un attacco più corto, che garantisce maggior controllo anche sui tratti fortemente sconnessi.

Vediamo allora quali sono queste geometrie, contando che l’angolo di sterzo è uguale per tutti (70,5 gradi, decisamente “aperto”…), il rake della forcella ammonta a 48 millimetri e il carro è lungo 42,5 centimetri.

MisuraAngolo piantoneTubo sterzoStackReach
45075°11,5 cm54,1 cm37,5 cm
48074°13 cm55,5 cm38,5 cm
51073,5°15,7 cm58 cm39,7 cm
54073,2°18,5 cm60,5 cm40,8 cm
57073°21,2 cm63 cm41,9 cm

Ma c’è un elemento, proposto di serie insieme al telaio, che sotto questo punto di vista è cruciale per il controllo della bicicletta: e ci riferiamo al manubrio integrato.

L’integrato CC.01 Wide

Se nel modello road troviamo un cockpit monoblocco specifico, il modello CC.01 disponibile in 16 combinazioni, qui la storia si ripete ma ovviamente con un componente maggiormente dedicato al mondo dell’offroad. Il CC.01 Wide, da come si intuisce leggendo il suffisso, è più aperto. Questo grazie ad un flare (l’apertura dei terminali della curva verso l’esterno) decisamente pronunciato: ammonta a 3 centimetri per lato.

Parliamo quindi di una curva compatta monoscocca in carbonio, con l’attacco dotato di un angolo di 82 gradi, 120 millimetri di drop e 72,5 di reach. La forma che ha la si intuisce bene anche dall’illustrazione sottostante.

Il disegno del manubrio integrato CC.01 Wide

Il CC.01 Wide sarà disponibile in cinque misure di attacco, da 80 a 120 millimetri, con larghezza sui comandi di 40 centimetri e sui terminali di 46. Questo manubrio integrato si trova di serie insieme al telaio, che però resta compatibile (più che mai a livello estetico) con la maggior parte di altre soluzioni di marchi differenti. A patto che contemplino il sistema frenante a disco (cosa praticamente scontata) e il passaggio cavi interno.

Lo spazio per le gomme

Elemento cruciale per una gravel è sicuramente la tolleranza per le coperture. Un dettaglio in grado di svelare molto anche della natura della bicicletta stessa. Per il C68 Gravel lo spazio ammonta sino a 42 millimetri nominali. Le coperture da 40 di sezione, che di fatto la stragrande maggioranza dei gravellisti sceglie, qui ci transitano con ampio spazio ai lati.

Viene dunque rispettata una sorta di “scaletta” ideale della piattaforma C68. Se il modello Road accoglie coperture sino a 30 millimetri, e l’Allroad sino a 35 (quindi con ben più di un semplice pensiero verso gli sterrati), la Gravel si rivela tale grazie ad un’ampio spazio per gli pneumatici, anche se non si arriva ai livelli di modelli di telaio molto più “adventure”, che possono arrivare anche a 50 millimetri.

Le versioni del Colnago C68 Gravel

Partiamo innanzitutto dai colori. Il Colnago C68 Gravel si propone in due accostamenti cromatici. Un nero lucido con grafica minimale bianca, oppure il verde che vedete anche nelle foto di questo articolo.

Vediamo ora gli allestimenti, partendo dal presupposto che il telaio è stato progettato per offrire comunque possibilità di upgrade, in particolare per manubri e anche forcelle ammortizzate. E soprattutto, per qualsiasi gruppo elettromeccanico e meccanico, ma in questo caso solo monocorona. L’innesto per il deragliatore eventualmente c’è, ma non c’è il foro di passaggio.

L’allestimento meno costoso è quello con ruote Fulcrum Rapid Red 900 e gruppo monocorona Shimano GRX a 12 velocità meccanico. Completato poi dalla sella Prologo Dimension T4.0. Il costo di questa versione è di 7.000 euro.

Una versione intermedia, a 8.400 euro, è quella allestita con lo Sram Force XPLR elettromeccanico e wireless, con ruote Fulcrum Rapid Red 500 e sella Prologo Dimension NDR T4.0.

Ultimo di questa serie, e al vertice della gamma, l’allestimento che vede in bella vista la trasmissione Sram Red XPLR, il top della casa statunitense. Impreziosito anche dalle ruote in composito Zipp 303S e dalla Selle San Marco Regal Short Open Fit CRB. Il costo di questa configurazione è di 11.600 euro.

Per tutte e tre la serie sterzo è una Acros con cuscinetti in acciaio, e le coperture sono le Pirelli Cinturato Gravel H TLR, modello da sterrato veloce con sezione di 40 millimetri.

Il tag NFC

Su ogni C68 attaccato al telaio si trova un tag NFC. Parliamo di una piccola unità di memoria in grado di comunicare con un lettore (ad esempio uno smartphone) svelandone il suo contenuto. Una interessante peculiarità è che la tecnologia NFC non necessita di alimentazione, considerato che i tag vengono attivati direttamente dal campo magnetico del sensore NFC del cellulare.

Lo troviamo anche in questa bicicletta. Tramite l’app Colnago (disponibile per iOs e Android) si ha accesso ad una sorta di passaporto digitale della bicicletta. Senza quindi uso di documenti cartacei ci si trova di fronte alle informazioni relative all’acquisto, interventi di manutenzione e passaggi di proprietà. Il tutto salvato tramite Blockchain, una sorta di registro digitale aperto e dalle alte caratteristiche di sicurezza.

Per informazioni: colnago.com