È giunta l’ora di un nuovo Colnago: ecco a voi il C68 (VIDEO)

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Verrebbe da dire che di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Nel caso del “Progetto C” di Colnago, si può parlare di strada. Veramente tanta da quell’ormai lontano 1994 in cui fu presentato per la prima volta quel famoso telaio in fibra di carbonio con congiunzioni in composito che segnò una sorta di rivoluzione copernicana in seno all’azienda di Cambiago, e che per decenni ha rappresentato un benchmark a cui ispirarsi.

Vincente con Franco Ballerini alla Parigi-Roubaix del 1995, quasi all’esordio assoluto, qui lo vediamo nelle tappe principali della sua evoluzione.

Carbonio su misura, grazie ad un metodo costruttivo semplice quanto efficace. Le congiunzioni appunto, che permettevano e permettono tutt’ora di realizzare una struttura che fa della sua versatilità (in termini di geometrie) qualcosa di unico nel suo genere.

Oggi, a primavera del 2022 ed a 28 anni dal primo C40, ma anche nel 68° anno di vita dell’azienda, ecco il nuovissimo Colnago C68. Che di cose comunque ne cambia moltissime.

Un Colnago e una Colnago tutta nuova.

Da due anni si è registrato un passaggio di proprietà in quel di Cambiago. Non è stato l’unico cambiamento, visto che è variata anche la metodologia costruttiva del Progetto C, modello flagship dell’azienda. Andiamo a scoprirla nel dettaglio partendo però dalle certezze.

Anziché le congiunzioni troviamo direttamente dei “moduli”, ma sempre realizzati dalla Faps, un’azienda di Pordenone che per Colnago sin dal 1999 realizza le parti per la realizzazione dei telai del Progetto C. Stavolta però, come accennato, si parla più propriamente di moduli interi e non di tubi semplici.

Come si vede anche dalla foto del telaio “esploso”, troviamo la struttura principale realizzata in tre pezzi principali. La powerbox del movimento centrale che include anche il piantone e gli inviti per carro e obliquo (concetto già presente comunque nel C64), l’obliquo stesso che comprende il tubo sterzo, la parte superiore che include l’elemento orizzontale. A corredo di tutto la congiunzione dello snodo sella, quindi reggisella (lo stesso di C64 e V3rs) e forcella. Dove risiede allora la realizzazione su misura?

Stack e reach

Osservate ancora attentamente la foto dell’esploso. Si intuisce che è possibile modificare sia lo stack (l’altezza da terra) regolando la dimensione della porzione di tubo sterzo solidale con l’obliquo e la quota del piantone, sia il reach allungando il tubo orizzontale. Prima era possibile modificare solo il reach.

Nelle taglie standard le congiunzioni sono realizzate in carbonio, e il processo di unione avviene totalmente a mano come per il C64. Stessi collanti, stesso trattamento termico in forno ma con due passaggi. Perché?

Molto semplice: per le connessioni del triangolo posteriore, dell’area del tubo obliquo-movimento centrale e del tubo orizzontale il giunto è come se venisse poi successivamente “fasciato” e “limato” per evitare spessori al tatto, quindi ripassato ancora col trattamento termico. Tanto che poi della congiunzione alla vista e alle dita non ne rimane traccia, regalando al telaio una struttura che lo sembrare a tutti gli effetti un monoscocca per quanto è solidale.

Titanio e spessori da 0,75 millimetri

Diverso il discorso del “su misura”. La novità è che la congiunzione del tubo sterzo ora è totalmente modificabile grazie a delle parti stampate in 3D in titanio.

Ma come è possibile stampare il titanio, se il punto di fusione di questo materiale è 1668 gradi? Ci vorrebbe un altoforno… Forse “stampa” non è il termine tecnicamente più corretto per come lo conosciamo noi, ma non lo sarebbe nemmeno “cesellatura” o “microfusione”. Noi proviamo a rendervi l’idea di ciò che avviene.

Si parte da delle polveri di titanio e poi arriva il laser, che microstrato dopo microstrato fonde quelle polveri e dà una vita solida al disegno del pezzo desiderato, che presenta spessori addirittura di 0,75 millimetri e persino dei rinforzi laterali, quasi impossibili da ottenere mediante trafilatura tradizionale.

26 ore per otto C68 su misura

Il processo (manco a dirlo lunghissimo) è realizzato da un’azienda brianzola, che impiega 26 ore per creare i set occorrenti per otto telai, preventivamente disegnati al Cad con gli angoli desiderati. Da lì si capisce anche il motivo del prezzo più alto del C68 su misura.

Fatto sta che la necessità tecnica nasce dal fatto che il titanio è il materiale che meglio si sposa con il carbonio a livello di incollaggio. Un’idea pensata addirittura nel 2012 e che, prototipo dopo prototipo, dieci anni dopo è arrivata a dama.

Sette misure standard

La versione per così dire standard, quella con le congiunzioni in composito, vive di 7 geometrie anziché le 15 del C64. Un approccio diverso e nato peraltro da elementi e stampi più piccoli e facili da lavorare, ma che comunque offre un range più ampio seppur (chiaramente) razionalizzato.

Il prospetto delle sette geometrie standard del Colnago C68

Come detto, c’è sempre la possibilità del “su misura” per un telaio che alla bilancia per la taglia R485 spunta il peso di 925 grammi, 10 in più per quello con le congiunzioni in titanio. Un assetto più racing del precedente ma mai estremo, perché è nell’idea di Colnago proporre una bici più versatile del V3rs ed adatta al grande pubblico.

Tra l’altro, la piattaforma del C68 offrirà anche di più. A partire dalla road è in preparazione anche una versione Allroad più comoda e anche una gravel, con tutti gli adattamenti del caso a livello di geometrie, ma iniziando proprio da un carbonio diverso utilizzato e più adatto allo scopo che si vuole ottenere. Dunque questo road è il primo di un C68 triplo. C’è solo da attendere, insomma…

Il Colnago C68 tra tradizione e innovazione

Ecco altri particolari del C68, partendo dal fatto che ci sarà anche la versione per freni tradizionali, per quanto destinata a rappresentare un’ultra nicchia ormai. Il telaio è in grado di ospitare coperture sino a 30 millimetri, ufficiosamente anche 32 mentre per la versione Allroad si arriverà sino alle 35, anche tassellate.

La forcella è leggera, ridiga e si muove sui cuscinetti della serie sterzo CeramicSpeed SLT garantiti a vita che faranno parte del kit telaio. Disposti in maniera “eccentrica”, in modo da ricavare una comoda tasca di passaggio per i cablaggi senza stravolgere troppo la struttura.

Soluzione semplice e smart, come anche il multitool che viene fornito e che si incastra sul tappo della forcella, e il movimento centrale T47.

Il manubrio integrato CC01

Come tutti i mezzi d’alta gamma, non poteva mancare il manubrio integrato in composito, totalmente monoscocca e non ottenuto da due parti unite. Con lunghezze di attacco da 8 a 14 centimetri (il cui angolo è di -6°) e larghezze di curva da 37 a 43 (ogni 2 centimetri) sarà proposto in 16 combinazioni diverse.

Curiosità sul fatto che sono state scelte misure dispare per la piega: il leggero flare della parte bassa (di 20 millimetri) per le misure 39, 41 e 43, e di 14 millimetri della larghezza 37, fanno sì che la parte bassa risulti poi più larga, considerata centro-centro. In generale il CC.01 proporrà un reach di 80 millimetri e un drop di 122, per un peso di 310 grammi (110-41) e compatibilità piena con gli attuali modelli di C64 e V3rs.

Un Colnago unico in tutti i sensi

Congediamo la presentazione tecnica accennando alla tecnologia Blockchain inclusa nel C68. Si tratta di un tag NFC (chip che funziona senza elettricità) il quale di fatto rappresenta il passaporto digitale della bici, una sorta di “libretto di circolazione” del mezzo in un settore dove qualcosa di simile ancora non c’è.

In questo modo si ha certezza dell’autenticità della Colnago che è un contributo enorme nella lotta alla falsificazione, ma anche (tramite una speciale Colnago Card) la lista della cronologia dei passaggi di proprietà e di tutti gli interventi di manutenzione effettuati.

Questo vale per le bici disegnate, personalizzate nelle grafiche e nel setup e comprate sul sito e sulla App Colnago, che offre anche la visualizzazione in realtà aumentata 3D del modello configurato, quindi la consegna tra 90 e 180 giorni dall’ordine.

Le sensazioni di guida

Da questo lungo preambolo finiamo direttamente in sella, per questa anteprima assoluta della Colnago C68. Abbiamo pedalato sulla versione equipaggiata con gruppo Shimano Dura Ace Di2, ruote C50 sempre di Shimano ma senza il manubrio integrato, per facilitare la regolazione dell’assetto su una bicicletta destinata a più utilizzatori.

La bici della prova era equipaggiata con una combinazione tradizionale al manubrio

Esteticamente la bicicletta si presenta estremamente pulita nelle linee, per certi versi somiglia più al V3rs che al C64, per quanto i richiami al sistema a congiunzioni ci sono e, lasciatecelo dire, rendono la silhouette della C68 anche più cattiva.

Su strada la C68 si rivela sicuramente scattante e ben equilibrata, per quanto l’assetto maggiormente racing rispetto al solito si avverte e necessita di un po’ di mobilità della schiena per un veloce adattamento. Non dimentichiamo che in cantiere c’è anche la versione Allroad o eventualmente l’opzione del su misura, in caso di esigenze particolari a livello di assetto.

In compenso la distribuzione dei pesi a nostro parere è ottimale, e anche scattando in maniera veemente si apprezza il modo in cui la bicicletta segue lo sforzo ma senza scappare mai via. Anche sul passo non si avverte mai la sensazione di perdita di energia.

L’anteriore è estremamente solido, d’altro canto è la conferma di una struttura che vede la zona inferiore realizzata in un blocco unico. E dire che non disponevamo nemmeno del manubrio integrato, che avrebbe aggiunto ulteriore rigidità all’avantreno. A livello di sterzo è molto precisa, non impone mai la sua linea sulle curve veloci (in assoluto il segmento più critico a livello di conduzione), non va mai in sovra o sottosterzo, ma va sicuramente “guidata”, fermo restando che col passare dei chilometri la confidenza è aumentata.

Concetto di solidità che comunque può essere tranquillamente esteso su tutto il telaio. Anche in frenate brusche non si scompone mai e permette al ciclista di gestire una agevole decelerazione, e in totale equilibrio.

Da segnalare la comodità, esaltata anche dalle coperture da 28 pollici, ma caratteristica tutt’altro che scontata per una fuoriserie di questo calibro. E’ un mezzo destinato ad un grande pubblico, meno estremo degli agonisti in quanto a prestazioni.

Se ci possiamo permettere un appunto, le ruote Shimano C50 sono estremamente efficienti a livello aerodinamico ma anche esigenti. Ci verrebbe da dire “cattive”. Pertanto, se non si hanno gli skills di guida dei professionisti il consiglio che ci sentiamo di dare è quello di optare per un setup con un profilo meno accentuato, magari rimanendo in ambito Shimano proprio nella C36, sicuramente più facile da condurre in situazioni di vento forte o discese veloci e tortuose.

Per portarsela a casa

Chiudiamo con i prezzi. Il kit in carbonio costa 5.650 euro, su misura con le relative congiunzioni in titanio costa 6.600 euro. L’upgrade per la personalizzazione dei colori è di ulteriori 1.200 euro.

Le versioni di bici completa C68 in carbonio sono le seguenti (gruppo-ruote-prezzo):
– Campagnolo Super Record EPS 12v – Bora Ultra WTO 45, 15.770 euro;
– Shimano Dura Ace 12v – Shimano Dura Ace C50 – 14.065 euro;
– Sram Red AXS Etap 12v – Zipp 303 Firecrest – 13.260 euro.

La versione del C68 con congiunzioni in titanio invece:
– Campagnolo Super Record EPS 12v – Bora Ultra WTO 45, 16.780 euro;
– Shimano Dura Ace 12v – Shimano Dura Ace C50 – 15.225 euro;
– Sram Red AXS Etap 12v – Zipp 303 Firecrest – 14.205 euro.

Per informazioni:
www.colnago.com