PRESTIGIO / La GF Laigueglia è Zanoni: il ricordo dell’amico-fratello Mevio

Vittorio Mevio e Bruno Zanoni
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«In 17 edizioni che organizzo, il ricordo più bello che ho della Granfondo Laigueglia è una persona: Bruno Zanoni». La voce di Vittorio Mevio si fa più dolce ma sempre precisa. Il suo ricordo è nitido e mentre racconta sembra che davanti a sé scorrano tutte le immagini di un’amicizia fraterna durata molti anni.

«Di lui sapevo solo che era stata l’ultima maglia nera del Giro d’Italia, niente di più. È stato lui a trovarmi e a cercare il modo di contattarmi. Noi due eravamo perfetti sconosciuti, anzi in comune avevamo solo la provenienza geografica perché io sono di Sondrio e lui di Bergamo, ma del resto non ci legava niente. Poi siamo diventati fratelli».

Zanoni è mancato il 6 novembre scorso e la sua intera vita è stata volta con dedizione al ciclismo e all’organizzazione di eventi. «Nonostante la malattia che lo logorava, era stato ancora capace di organizzare all’Ariston di Sanremo la serata con i cantanti sportivi, era in pratica il Fesival partecipato solo dagli sportivi, totalmente a scopo benefico per la ricerca sul cancro. Lui per questi eventi non ci guadagnava niente, anzi ci rimetteva».

Mevio e Zanoni si sono conosciuti proprio per la Granfondo Laigueglia. «Un amico ci mise in contatto. Parlammo al telefono. Aveva sentito parlare di me e per qualche motivo voleva che fossi io a occuparmi della Gran Fondo. Ci incontrammo dal vivo in un bar e, come si fa, mi chiese una somma per l’avviamento dell’attività». Allora Zanoni aveva una squadra ciclistica giovanile di cui Mevio era venuto a conoscenza. «Moltiplicai la sua richiesta per tre a patto solo che quei soldi fossero destinati fino all’ultimo centesimo ai suoi ragazzi. La squadra si poté comprare pulmini e attrezzatura più adeguata, insomma poté migliorarsi arrivando anche ai campionati italiani».

Zanoni era un persona affabile, signorile, totalmente disponibile, «si vedeva che era bergamasco di origine», se c’era un problema era il primo che accorreva, era sorridente e giocherellone. «Quando era lui l’organizzatore della Gran Fondo era tutto più blando: Bruno voleva sempre divertire e divertirsi. Si piazzava ai ristori che c’erano lungo il percorso e cantava insieme all’orchestrina per allietare i ciclisti. Era una persona stupenda della quale ho un ricordo meraviglioso ed è per questo che ho deciso di dedicargli la prima Gran Fondo alla quale non può esserci».