Everest_Escape: è iniziato il nuovo progetto di Zico Pieri

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Everest_Escape è il nuovo progetto di Zico Pieri, un viaggio che durerà un anno intero, in tutta Italia. In cosa consiste? Effettuare più everesting possibile in tutte le regioni del Bel Paese, con l’obiettivo di visitare il territorio, conoscere se stessi e raccogliere fondi da donare per una buona causa.

Giacomo Pieri, in arte Zico, non è nuovo a progetti al limite, ma il suo obiettivo non è mai stato soltanto quello della competizione. Si sfidano i propri limiti per sensibilizzare le persone alla conoscenza di se stessi. Si è cimentato nella Stelvio Unlimited, scalando il “gigante” valtellinese per un mese intero, poi nel DecaEveresting, dieci everesting consecutivi sulla salita del Monte Petrano (cliccate qui per leggere quell’impresa). Adesso sposta l’asticella molto più avanti.

L’ultracycler di Cagli (in provincia di Pesaro-Urbino), classe 1973, mental coach, è partito all’inizio del nuovo anno, proprio dai monti della Marche. L’abbiamo raggiunto telefonicamente e ci aveva raccontato che il primo tentativo (su un segmento del Monte Catria, lato Cantiano) non era andato a buon fine, a causa del Covid e della febbre alta che lo aveva debilitato alla fine di dicembre. Ma con serenità ci ha raccontato tutti i dettagli della sua nuova avventura.

Il logo di Everest_Escape, progetto che raccoglierà fondi per la Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze.

Zico, prima di tutto come stai?
Bene. Siamo finalmente partiti, anche se in condizioni precarie. Per me è stata un po’ come una liberazione. Avevo passato gli ultimi giorni a organizzare e ho perso un po’ di vista l’obiettivo finale.

La prima però non è andata bene…
Sì, è vero. Ma non importa. La fatica si è fatta sentire, quindi dopo i 5.000 metri ho deciso di fermarmi. Ha prevalso il buon senso. Adesso devo recuperare ed essere pronto per il prossimo tentativo.

Qual è il tuo programma?
Resterò in zona per i primi mesi. Farò base a casa, spostandomi poco, anche per abituarmi. Deciderò in base alle previsioni meteo, alla quota neve e all’esposizione della salita. Il Petrano lo affronterò molte volte. Sicuramente esplorerò le montagne vicino casa, che conosco bene, ma anche quelle della Romagna. Resto in zona anche per gli impegni extra ciclistici. Poi a marzo inizierò a girare un po’.

Quali saranno questi impegni?
Sono nel comitato organizzatore della tappa della Tirreno-Adriatico che si concluderà sul Monte Petrano (sesta frazione, sabato 9 marzo, ndr). Poi ci sono impegni professionali e incontri con le scuole per parlare proprio di questo progetto, per spiegare ai ragazzi che i limiti che ci poniamo si possono conoscere e superare.

Zico Pieri impegnato nella Stelvio Unlimited, durante la quale ha scalato il Passo dello Stelvio per un mese intero.

Quale obiettivo ti poni con l’Everest_Escape?
Visitare tutta l’Italia, con almeno un everesting in ciascuna regione. Ma poi ovviamente ci saranno regioni in cui ne realizzerò molti di più.

Ci sono salite che hai segnato in rosso?
Ce ne sono tante. Di sicuro l’Etna e, forse, non da un solo versante. Ma poi ci sono tante altre salite che vorrei mettere nel mirino. Quando sarò più in forma vorrei inserire il San Luca, Punta Veleno, il Mortirolo, lo Stelvio dai tre versanti, le Tre Cime di Lavaredo. E poi Campo Imperatore, il Vesuvio… Le salite iconiche mi piacerebbe inserirle tutte. Farò qualcosa anche in Francia: Galibier e Iseran per esempio. Magari col caldo. Diciamo che il programma nascerà strada facendo, non è ancora super dettagliato. Sono sicuro che col tempo mi verranno anche altre idee.

Come ti muoverai?
Passerò molto tempo da solo, perché il mio team è fatto da amici e familiari. Mia moglie e mio cugino alcune volte saranno con me, ma molto tempo lo passerò solo e mi muoverò con il furgone. Sarà una esperienza nuova anche per me e questo mi stimola.

Avrai già molti inviti in programma…
Esatto. All’interno dell’Everest_Escape ci sono delle tappe già organizzate. Io sono ambassador di Alte Marche, quindi in ognuno dei nove comuni del territorio delle Alte Marche farò un evento. In Valtellina sarò da Daniele Schena (lo “stelvioman” del ciclismo, ndr), per un periodo abbastanza lungo. Organizzeremo qualcosa anche a Livigno. In questo momento non voglio però riempirmi di impegni. Voglio imparare ad apprezzare il viaggio.

Nei tuoi progetti l’aspetto della prestazione lo ritieni sempre secondario. E’ un po’ il tuo marchio di fabbrica.
E’ vero. L’aspetto esperienziale-filosofico del progetto è la parte più importante. Lo Stelvio Unlimited non aveva un obiettivo numerico e mi ha arricchito tantissimo, di conoscenza e di contatti. Se riusciamo a liberarci dalle aspettative del risultato possiamo fare tutto. Un corpo riesce a dare il meglio di sé. Le aspettative pesano, voglio dare valore al tempo. Voglio condividere il più possibile.

Anche se a te non piace come concetto, esiste un “record” di everesting in un anno?
Sì, il dato record è di 52 everesting in una stagione. In sostanza, uno a settimana, ma io non voglio pormi limiti in questo senso.

Il riposo ovviamente sarà fondamentale. Come lo gestirai?
E’ l’aspetto più importante. Molto dipenderà anche dalla salita e dalla fatica dei giorni precedenti. Ho messo in preventivo anche tante giornate no, come quella dell’inizio. Non mi spaventano. Nella mia mente ho creato tante ipotesi. Valeva la pena partire il primo gennaio, anche con una forma precaria, era un po’ come riallacciare il discorso con il mio corpo.

Zico nei suoi tentativi ha sempre pedalato in compagnia. In Everest_Escape pedalerà in molti casi in solitaria.

Ti troverai quindi a pedalare da solo molte volte?
Pedalare da solo per me è una cosa nuova. Nelle precedenti occasioni ero praticamente sempre in compagnia. Anche in questo caso ci saranno giornate con tanti amici. Conoscerò un aspetto diverso della mia mente, non ho programmato tutto proprio per questo.

Come ti gestirai tra un everesting e un altro?
Io di solito sono abituato a completare i miei everesting tra le 16 e 20 ore. Molto dipenderà da come affronterò a salita. Le scorie che restano e il tempo di recupero dipendono proprio da come affronti la salita. Se pedali sempre in Zona 2 (il cosiddetto Fondo Lungo, di solito tra il 60 e il 70 per cento dell’Ftp) e con pause tranquille, non avrai grandi problemi con il recupero. Farlo a Fondo Medio, in Zona 3, è già molto diverso. Sullo Stelvio a volte ero al limite, salivo a 90 battiti e cercavo di liberare la testa. Farò lo stesso anche stavolta.

Ma c’è un obiettivo più importante per questo Everest_Escape?
Esatto. E la raccolta fondi per la Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. Ho sposato il progetto “Play Therapy” della Fondazione, per aiutare i bambini anche nella difficile esperienza del ricovero. E sapere che la mia avventura può aiutare i bambini e rendere meno doloroso il loro percorso, alimenta la mia motivazione e mi spinge a dare il meglio. Per donare e partecipare alla raccolta fondi, cliccate qui.