Un mantra dedicato al mondo allroad recita che “lì dove finisce l’asfalto, inizia il gravel“. Percorsi diversi, esigenze diverse, tutto questo in un prodotto del colosso giapponese espressamente dedicato a questo segmento. Parliamo dello Shimano GRX a 12 velocità, che abbiamo già presentato in questo articolo.
Alla vigilia del Grinduro di Punta Ala, che affronteremo sabato, è stato tempo di test. Una prova sul campo che ci ha dato la possibilità di saggiare, letteralmente, le qualità di questa nuova piattaforma. Vi diamo qualche anticipazione, ricordandovi che il collaudo completo uscirà sul numero di ottobre di Cicloturismo.
Shimano GRX, ovvero «come ti reinvento la trasmissione meccanica»
L’annuncio di una trasmissione meccanica a 12 velocità, quindi una in più di quelle attuali, era attesissima e carica di interrogativi. Non è un mistero che nel cosiddetto segmento “race” tutti i produttori per la media e alta gamma puntino le loro fiches sull’elettromeccanico. Quindi nel caso di Shimano, il Di2.
Ma il 105 prima e questo GRX poi rimangono fedeli anche a molle, ingranaggi, guaine e cavi. Quasi un sospiro di sollievo per gli amanti della tradizione, per quanto anche per il GRX è attesa a breve (non sappiamo quando) una versione a sua volta elettromeccanica.
Shimano si è mossa sostanzialmente su tre fronti. Il nuovo GRX può considerarsi “uno e trino“, vale a dire formato da una serie di componenti base e diverse varianti secondo l’uso che se ne dovrà fare. C’è il deragliatore posteriore a gabbia media, quello a gabbia lunga (in cui la differenza è solo appunto la gabbia, intercambiabile), e la versione a doppia corona (con cambio a gabbia corta).
Altra particolarità, che faciliterà di molto la vita di tutti (utenti, negozianti, azienda stessa…) è che parti in comune come catene, cassette, pastiglie freno, saranno uniche per tutte le piattaforme, che siano road, mtb o appunto gravel. Tanto per dire che la cassetta 10-45 è la stessa della serie SLX, per intenderci. Con una compatibilità totale.
Ogni angolo è l’angolo giusto
La prima cosa che balza agli occhi del nuovo Shimano GRX è senza dubbio la leva comando. Dotata di un pattern esterno antiscivolo, ma soprattutto con una forma che non solo è ergonomicamente efficiente, ma anche pensata per risultare comoda da azione anche quando è inclinata verso l’interno. Tendenza attuale, e anche conseguenza dell’uso di manubri dai flare pronunciati.
Il tracciato del Grinduro nei suoi tratti più tecnici prevede molte “compressioni”. Impennate improvvise che costringono a mettere repentinamente mano al cambio per alleggerire repentinamente il rapporto. La cambiata è estremamente fluida, anche in presenza di passaggio interno dei cavi come nel caso della Wilier Adlar che abbiamo utilizzato, e soprattutto velocissima.
Che si rimanga in presa alta, o anche in presa bassa, la mano arriva subito alla leva e ci si deve solamente preoccupare di spingere per superare poi la compressione che ci troviamo davanti. Sotto questo punto di vista, lo diciamo senza problemi, siamo rimasti quasi stupiti.
Davanti il 40, dietro il 10-45
Noi abbiamo testato la versione che a nostro modo di vedere sarà quella più comune e ragionevolmente la più utilizzata, anche nei primi montaggi di bici complete. Anteriore monocorona da 40 denti, ma c’è anche da 42, e posteriore con cambio a gabbia media e cassetta 10-45. C’è tutto per ben figurare e riuscire a pedalare sempre trovando la trazione giusta.
In ipotesi di gravel estremamente tecnico la cassetta 10-51, previo uso di deragliatore posteriore a gabbia lunga, è lì pronta. Ma c’è anche la doppia corona con dentature 48 e 31, abbinabili al cambio con gabbia corta e cassette più ridotte.
Va detto che, per quanto guardata con sospetto dai gravellisti più “hardcore”, la doppia corona ha ancora una ragione di essere. La fetta di estimatori è ancora ampia, c’è chi vuole salti meno bruschi tra un rapporto e un altro anche sacrificando qualcosa sull’altare del peso e della praticità.
E da quanto ci hanno detto i tecnici di Shimano il lavoro per mantenere linee di catena efficienti ed evitare sfregamenti pericolosi è stato certosino. Le tolleranze sono infinitesimali, e non poteva essere altrimenti…
Tra l’altro una dentatura che farebbe la sua figura anche su strada, visto il 48 anteriore. Magari abbinato ad una cassetta con il 10 come ingranaggio di partenza, che abbiamo ragione di ritenere sia già nel mirino dei produttori di componenti aftermarket.
Lo Shimano GRX alla prova dei fatti
Se dovessimo comunque dare un peso all’incidenza dei due mondi confinanti col gravel, mountain e road, ci sentiamo di dire che le maggiori contaminazioni in seno al nuovo Shimano GRX arrivano dalla Mtb. Un dettaglio che passa quasi inosservato ma che, fidatevi, incide parecchio, è la frizione meccanica che mantiene bloccata la gabbia ed evita salti di catena.
Si aziona a mano, in maniera molto semplice, e permette anche sullo sconnesso “brutto” di godere sempre di una trasmissione efficiente. Evitando anche un inconveniente in fondo tipico di meccanismi di questo tipo.
La risalita sul penultimo e ultimo pignone, con la frizione azionata e la gabbia rigida, di solito tende ad essere leggermente più lenta e faticosa. Niente di tutto questo è stato riscontrato, quasi non ci si accorge di averla inserita.
Per altri dettagli e considerazioni, poi, vi invitiamo a premere play sul video qui sotto.