Il Prestigio di CT riprende dalle 6 salite della GF Dragone: eccole nel dettaglio

Tempo di lettura: 2 minuti

La prima domenica di settembre, dopo una lunga pausa durata due mesi, torna il Prestigio di CicloTurismo. Che per la sua penultima prova pone il traguardo sul Nevegal, l’alpe che sovrasta Belluno sulla quale si sono concluse diverse tappe del Giro d’Italia.
A parte l’impegnativo arrivo in salita, la Gran fondo del Dragone, in programma domenica 3 settembre, propone un percorso di 117,7 chilometri tutt’altro che banale, con ben cinque gran premi della montagna che precederanno l’ascesa finale al Nevegal.
La prima asperità, quella di Vena d’Oro, che inizierà dopo una decina di chilometri, produrrà una prima scrematura, ma la selezione non sarà spietata perché la salita è breve (3,3 km) e non è severissima (pendenza media 6%), anche se tocca qualche punta del 10%.
Al km. 30,8, a Farra d’Alpago, si affronterà invece la temutissima ascesa di Sant’Anna, sicuramente la più dura del tracciato. Molto panoramica e conosciuta anche con il toponimo di “Le Coste” è suddivisa in due parti. La prima è davvero ostica, perché in quei 6 chilometri e mezzo che portano al paesino di Spert la pendenza media è dell’8,1% e si incontrano lunghi tratti in doppia cifra con dei picchi sino al 15-16%. Durissimi i primi 2 chilometri, tutti oltre il 10%. Va considerato che dopo 5 chilometri, nei pressi di Valdenogher, interviene un breve segmento in lieve discesa che va ad incidere sui valori della pendenza. Nel breve troncone finale da Spert a Sant’Anna la musica cambia totalmente, la salita si ammorbidisce, collocandosi appena sopra il 5% per 3 chilometri.
Dopo il GPM di Sant’Anna si affronta la breve discesa che conduce a Tambre, da dove prende avvio la risalita per Malga Cate. Sono circa 4 chilometri tendenzialmente facili, ma l’ascesa è piuttosto nervosa e discontinua e qua e là nasconde qualche insidia.
Poco oltre metà percorso, a Bastia, si comincerà a salire verso Pieve d’Alpago. Sono 6 chilometri con una pendenza media del 5,5%. Impegnativi sono il primo chilometro (8,5%) e l’ultimo (9,3%), mentre la parte centrale è molto più agevole, con più tratti in falsopiano.
Seguiranno 20 chilometri scorrevolissimi, prima in discesa, poi in piano, per arrivare ai piedi della penultima difficoltà altimetrica della giornata. E’ a Refos (km. 96,1) che s’imboccherà la salita di Valmorel, lunga (quasi 10 chilometri) ma non particolarmente impegnativa. Le pendenza media è del 5%. I primi 3 chilometri sono facilissimi, mentre nei due successivi l’ascesa si inasprisce (7,5-8%) e non va sottovalutato soprattutto il penultimo chilometro, nel quale compaiono passaggi che sfiorano il 10%.
Soli 3 chilometri e mezzo di discesa e si va a dare tutto ciò che è rimasto nelle gambe sulla salita finale che porta da Piandelmonte al Nevegal, affrontato da uno dei suoi versanti meno noti. In 8,5 chilometri si deve salire di 502. Trattandosi di un’ascesa dai due volti, ha una pendenza media (5,5%) ingannevole. I primi due chilometri sono spaccagambe (media 10,1%), poi improvvisamente la scalata si fa molto agevole, tant’è che la porzione restante ha una media del 4,4%.