Applausi da tutto il mondo per l’impresa del romano Omar Di Felice, primo italiano a vincere la TransAm, la prova di Ultracycling più dura che ci sia. Ovviamente nell’era dei social non potevano mancare le voci dissonanti e le critiche. A uno di questi commenti, apparsi sotto uno dei nostri articoli dedicati a Di Felice («Che cos’è la TransAm vinta dall’ultracycler Omar Di Felice»: http://urly.it/3v_-6), ha voluto rispondere lo stesso Omar. Al lettore che argomentava che «farne una competizione non ha senso. Vince chi dorme di meno», Di Felice ha replicato che «in realtà non è così. Leggendo le statistiche di gara (le trovi sul link al tracking ufficiale) tra i primi 3 risulto quello col maggior numero di ore di sonno ma la velocità in movimento maggiore».


I numeri lo confermano: dei 18 giorni 10 ore e 10 minuti che Omar ha impiegato per percorrere i 6.724 km della TransAm con 55.000 metri di dislivello, il moving time corrisponde a 12 giorni 11 ore e 9 minuti ma il tempo dedicato al riposo o comunque alla sosta risulta essere di 5 giorni 23 ore e 1 minuto. «Ho voluto dimostrare che si può fare Ultracycling anche senza trascinarsi come zombie che non dormono – ha aggiunto Di Felice – Da sempre mi batto affinché vengano introdotte ore di sonno obbligatorie ogni giorno».