Che cos’è la Trans America Bike Race? Si tratta dell’evento di ultracycling più duro e sfidante del mondo. Un coast to coast con partenza da Astoria, in Oregon (Pacifico), e arrivo a Yorktown, in Virginia (Atlantico): circa 4.200 miglia, esattamente 6.724 km, 55.000 metri di dislivello complessivo. Una sfida con se stessi – non è prevista alcuna forma di assistenza privata per i partecipanti, anzi è vietata espressamente – che Omar Di Felice, partito il 4 giugno scorso, è riuscito a chiudere tagliando il traguardo per primo dopo 18 giorni, 10 ore e 10 minuti. Un tempo in cui l’italiano ha dimostrato di saper sfruttare ogni istante, calcolando con precisione maniacale quanto dedicare al sonno, al cibo e alla bici. Non era la prima esperienza di Omar, che nel 2019 era stato il primo italiano a salire sul podio in 20 giorni e 8 ore.
La prima TransAm risale al 2014: partirono in 45 e arrivarono in 25. Mediamente soltanto metà di quelli che si presentano al via riescono poi ad arrivare al traguardo.
Com’è nata? Inventata da Nathan Jones, che nella prima edizione si classificò tredicesimo, non è una gara a tappe: il cronometro si ferma quando il concorrente taglia il traguardo, senza considerare le pause tecniche o dedicate al riposo. Nelle gare ultra distance il tempo considerato è quello totale, comprensivo delle eventuali soste notturne per il sonno e per tutte le esigenze, cui ogni atleta deve far fronte autonomamente.
Quali sono gli ostacoli sul percorso? Dieci Stati, quattro diversi fusi orari, condizioni climatiche che vanno dalle temperature sotto lo zero con possibilità di neve tra le montagne di Wyoming, Montana e Colorado, al caldo soffocante e agli oltre quaranta gradi del Kansas. Per non parlare del vento, altro grande avversario degli eroi della TransAm.
Come si fa a dormire? Scordatevi tende e simili: è una gara, non un’impresa in solitaria. Per cui soste molto brevi, si dormono 2-3 ore per notte, in un sacco da bivacco o appoggiandosi a un motel lungo la strada. Bagaglio leggerissimo: sulla bici ci sono borse da bikepacking, dal momento che l’assistenza è vietata.
Come si fa a mangiare? Tutto il vitto – così come l’alloggio, le riparazioni, eccetera – dev’essere acquistato da fonti commerciali.
Come si può seguire? Le posizioni degli atleti vengono monitorate utilizzando dispositivi localizzatori satellitari GPS montati sulle biciclette dei partecipanti che caricano le loro posizioni sul sito Web di Trackleaders affinché i partecipanti e i follower possano visualizzarle.
È aperta anche alle donne? Soltanto due donne avevano completato la gara, entrambe nel 2014, prima che Lael Wilcox, americana dell’Alaska, vincesse l’edizione 2016 superando l’atleta che era stato in testa dall’inizio, Steffen Streich, nell’ultima giornata.
Chi detiene il record della corsa? Lo detiene Abdullah Zeinab, australiano di Melbourne, che nel 2019 ha completato la gara in 16 giorni, 9 ore e 56 minuti.