L’incubo del Manghen e i segreti della gara più dura della stagione

Il Passo Manghen supera i duemila metri e questo inciderà anche sullo sforzo (foto di archivio dell'edizione 2019)
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Basta un nome per creare attesa: Sportful Dolomiti Race. All’orizzonte, tra poco più di 36 ore, c’è uno dei passi più affascinanti dell’arco alpino, il Manghen. Ma non solo. Perché la prova di Feltre non può essere riassunta soltanto con il lunghissimo valico (oltre 22 chilometri) che collega la Valsugana e la Val di Fiemme. C’è di più, molto di più.
Ci sono altre tre salite molto impegnative, una distanza che toglie il sonno un po’ a tutti e un dislivello totale da tappa del Giro d’Italia. Del resto questo percorso è stato scelto due anni fa dalla corsa rosa per la sua frazione regina, con arrivo sul Monte Avena, sopra al Croce d’Aune. Ma voi siete pronti ad affrontare la prova più dura dell’anno?

Cima Campo? Vietati i fuorigiri

La prima salita da affrontare sarà Cima Campo. Misura 18 chilometri e 1.116 metri di dislivello, con una pendenza media del 6,1 per cento. Se sarete davanti, qui avverrà la prima vera selezione per chi vuole avere delle chance di buon piazzamento. In questo caso andar su regolari sarà quasi impossibile. Per tutti gli altri la parola d’ordine sarà “gestione”. Salire a buon ritmo per stare più avanti possibile, ma senza esagerare. Il problema è che Cima Campo è una salita lunghissima e la farete praticamente a freddo. Ma da questa dipenderà tutta la vostra Sportful Dolomiti Race e soprattutto il risultato del “mostro” che arriva subito dopo…

Il Manghen davanti… sognando il “lupo”

Dalla vetta di Cima Campo, lunga discesa (di solito in ombra e molto fredda) fino a Castel Tesino. Qui dovrete decidere: Il lungo va dritto, il corto a destra, verso il Brocon. Ma se volete conquistare il Prestigio, la scelta è quasi obbligata: si va dritti. La discesa continua, approfittatene per alimentarvi e fare stretching, perché poi non si scherza più. Il Manghen da Telve misura 19 chilometri, con una pendenza media del 7,6 per cento, ma la salita inizia già tre chilometri prima. Irregolare, brutale a volte. Illude fino a Malga Valtrighetta, con un ampio pianoro per recuperare le energie, ma da qui inizia l’inferno. Dosate le energie, perché gli ultimi sei chilometri saranno al 10 per cento di media, con punte del 15. Sì, avete capito bene: dieci. Arrivare in cima non è uno scherzo. E’ il simbolo della corsa: la salita del “Lupo”. Inoltre domenica è prevista una bella giornata e il caldo, insieme alla quota, potrebbe aumentare ancor di più le difficoltà. E’ uno dei punti cruciali della Sportful Dolomiti Race.

Gestione in pianura, poi l’eterno Rolle

In cima al Manghen mangiare e riempire tasche e borracce è d’obbligo. Davanti c’è una lunghissima discesa, stretta e tortuosa. Sarà impossibile alimentarsi nel primo tratto e arrivati nel fondovalle dovrete trovarvi un gruppetto per andare ai piedi del Rolle. Mancano 17 chilometri a Predazzo e c’è da spingere: state a ruota, sempre! Perché il Rolle è una brutta bestia
E’ la salita più semplice di tutte, ma è lunga 19,9 chilometri e scollina a 1.980 metri (pendenza media del 4,8 per cento). Invita a spingere, ma poi negli ultimi quattro chilometri si fa dura, al 12 per cento. Inoltre qui il meteo cambia rapidamente: due anni fa quassù c’è stata una violenta grandinata che ha costretto molti ciclisti a rifugiarsi sotto le tettoie delle case.

Occhio al vento e alla coltellata finale

Sembra quasi fatta, ma qui inizia il bello. O il brutto, dipende dai punti di vista.
Arrivati in cima al Rolle avrete affrontato 139,5 chilometri, l’equivalente di una Gran Fondo durissima, con 4.000 metri di ascesa. Ma bisogna arrivare a Feltre e mancano oltre 60 chilometri. La discesa fino a Fiera di Primiero è larga e agevole, ma i 18 chilometri successivi che portano all’attacco del Croce d’Aune, a Ponte d’Oltra, sono di solito i più odiati di tutti. Leggerissima discesa, ma sempre col vento contro. In gruppo andrete giù a 35-40 orari, da soli a 25. Quindi sapete cosa fare. Perché altrimenti il Croce d’Aune diventerà molto più di una “croce”. C’è un primo strappo, quello in cui di solito si incontra gente in preda ai crampi. Poi un lungo falsopiano e… sbam! Rampa al 16 per cento. Negli ultimi tre chilometri sarà una sorta di calvario, ma che soddisfazione arrivare in cima. E’ fatta, bisogna guidare la bici per portarla sotto Feltre e poi emozionarsi sull’ultima rampa di via Mezzaterra. A lato strada vedrete un cartello che recita: “per oggi basta salita”. Fidatevi, stavolta è la verità.

E’ la corsa più dura d’Italia. Solo per ciclisti veri. Semplicemente Sportful Dolomiti Race.