Prestigio 2024, Roberto Rollino anima sportiva passata dal windsurf al ciclismo

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Roberto Rollino in Piazza del Campo (Siena) dopo l'arrivo della Gran Fondo Strade Bianche 2024
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Anima sportiva. Così si definisce Roberto Rollino, 57enne di Cirie (provincia di Torino). D’altronde lo sport è la sua più grande passione e come tale segue un po’ di tutto. Dal calcio («il colore della maglia è uno solo ed è granata»), al ciclismo. Dal tennis, al football americano, passando per i motori. Rally, Moto GP e motocross su tutti. Fino a 10 anni fa, però, il ciclismo era solo uno dei tanti sport da seguire in tv. Poi il grande incontro ed è scoccata la scintilla.

«La mia storia d’amore con la bicicletta in realtà è abbastanza recente, perché ho iniziato ad andarci solo 10/12 anni fa. Partendo praticamente da zero. Fino ad allora, infatti, avevo fatto tutt’altre attività sportive: dallo snowboard al windsurf. Soprattutto quest’ultimo, per il quale mi spostavo molto. Avevo un furgone da camper e viaggiavo tanto, specialmente in Francia, visto il confine è qui vicino. Andavo proprio matto per il windsurf. Basta pensare che per cercare le onde migliori sono andato anche in posti lontani come: il Brasile, il Hawaii, l’Oman, la Grecia e tanti altri. Ad avvicinarmi a mondo del ciclismo amatoriale è stato un amico, che da diverso tempo insisteva nel farmi uscire con lui. Inizialmente ero un po’ dubbioso perché non avevo mai fatto sport di resistenza e anche da piccolo la bici non era stato proprio un mezzo che usavo molto. Però mi sono fidato, ho iniziato a pedalare e ho scoperto un mondo».

Cos’è la prima cosa che l’ha affascinata dell’andare in bici?

«La possibilità di viaggiare, di scoprire posti nuovi e di vivere all’avventura. Qui in provincia di Torino siamo vicino alle montagne e di paesaggi da scoprire e che ti lasciano senza fiato è pieno. Ma in generale l’Italia è pieno di posti meravigliosi».

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Roberto Rollino sulla sua S-Works

Qual è stata la prima Gran Fondo che ha corso?

«La prima è stata la Nove Ligure, disputata nel 2014, che tra le Gran Fondo della Coppa Piemonte è la classica per definizione, insieme alla BraBra. Io proprio quell’anno mi ero iscritto alla A.S.D. Team Fantolino, storica formazione di Torino, che allora era anche una squadra molto forte e competitiva. Grazie a loro ho iniziato piano piano ad appassionarmi alle Gran Fondo. Prima facevo solo quelle del nostro circuito regionale e qualche corsa importante, vicino come la Milano-Sanremo amatori. Con il passare del tempo, accresceva in me l’anima competitiva. Così ho iniziato ad andare sempre più spesso fuori regione per correre, fino ad arrivare a prendere parte al Prestigio, che mi ha portato a disputare gara in giro per tutta Italia».

Ha mai preso parte anche a Gran Fondo estere?

«Sì. Qualche anno fa con il team abbiamo fatto una trasferta nelle Fiandre per la Gran Fondo che si tiene sulle strade della Monumento agonistica. Eravamo una trentina di ciclisti ed è stato veramente un’esperienza emozionante».

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Roberto Rollino sul Col du Galiber

Come riesce a far collimare la vita lavorativa con quella dell’amatore. Come si organizza?

«Sicuramente è una scelta che comporta tanti sacrifici, soprattutto nei weekend dove il sabato lo dedichi alla preparazione e la domenica alla gara. Però questa è la passione. Io ho una attività commerciale all’ingrosso e lavoro dal lunedì al venerdì fino alle 18.30. Appena stacco mi metto su una bici e mi alleno. Questo dalla primavera, ossia da marzo/aprile, fino a settembre. L’inverno mi dedico ai rulli in casa».

Come sceglie il suo calendario di corse annuale?

«Prima di tutto seguo quelle proposte dal Prestigio, che solitamente sono tutte abbastanza lontane da dove abito io. Quindi serve una buona organizzazione per preparare in tempo le trasferte. Poi vedo in giro qualche Gran Fondo di cui si parla bene e con un bel territorio da visitare. Ad esempio, lo scorso anno ho preso parte alla cicloturistica di San Gimignano o quest’anno alla Strade Bianche, che sono state le mie prime corse in Toscana. Quelle le ho scelte proprio perché erano posti mai visti e mi incuriosivano molto».

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La squadra del A.S.D. Team Fantolino in allenamento

Mentre la sua Gran Fondo del cuore?

«A piacciono molto quelle particolari e faticose, come lo Ötztaler Cycle Marathon, la Nove Colli o la Sportful. Oppure mi sono divertito molto alla Mondovì, corsa vicino casa, che ha un percorso tutto di dentelli e l’anno in cui l’ho affrontata io ha piovuto tutto il tempo. Il meteo era così avverso che si ritirano tutti i partenti tranne me, che riuscì anche ad arrivare entro il tempo massimo per un minuto. Giusto non dimenticare neanche la Fausto Coppi. Quella è stata la prima Gran Fondo che ho fatto sopra i 4.000 metri di dislivello. Concluderla per me è stato un traguardo molto importante».