La Federazione ha sospeso la convenzione con ACSI: ecco cosa cambia per i granfondisti

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Oggi la Federazione Ciclistica Italiana ha comunicato di aver sospeso l'accordo di reciprocità con l'Ente di promozione sportiva ACSI.
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Ha fatto discutere tantissimo la decisione della Federazione Ciclistica Italiana (qui il sito ufficiale) di alzare alcune quote di tesseramento per il 2026. Ma oggi è arrivata un’altra notizia destinata ad animare le critiche: la sospensione degli effetti della convenzione tra FCI e ACSI.

Cosa cambia per i ciclisti? Cerchiamo di riavvolgere il nastro e spiegare meglio la situazione.

In data 17 settembre, infatti, il Consiglio Federale ha deliberato un netto aumento di alcune quote per la stagione 2026. Gli aumenti più significativi, che hanno suscitato le maggiori polemiche, riguardano l’affiliazione delle società (passata da 150 a 300 euro), la tessera dei professionisti (da 250 a 500 euro) e la tessera giornaliera, anch’essa raddoppiata da 10 a 20 euro. Ma non sono gli unici rincari. Le scuole tecniche passeranno da 95 a 130 euro nel 2026, e anche la quota di tesseramento amatoriale salirà da 45 a 50 euro. A pagarne le conseguenze saranno anche i giovani: giovanissimi, esordienti, allievi e junior vedranno un aumento di 10 euro a tessera.

I motivi degli aumenti

Ma perché questi aumenti? La Federazione ha motivato i rincari sostenendo che le quote fossero ferme dal periodo pre-Covid. Secondo i vertici federali, l’aumento dei costi assicurativi (circa +20%), dei costi generali e dei canoni di affitto per i locali federali imposti da “Sport e Salute” ha reso necessario questo adeguamento. Nella delibera si legge inoltre che i “maggiori costi legati alla riforma del lavoro sportivo” hanno fatto lievitare le spese per le collaborazioni.

Non sono mancate, naturalmente, le critiche da parte degli addetti ai lavori. Soprattutto le società hanno cercato di far sentire la propria voce. In un settore in forte flessione come quello del ciclismo amatoriale, decidere di fare cassa sulle spalle dei tesserati rischia di creare uno scollamento ancora maggiore tra appassionati e istituzioni. E questo potrebbe rappresentare una zavorra per la ripartenza del movimento. Inoltre, il raddoppio dei costi di affiliazione per le società potrebbe spingere organizzatori e scuole di ciclismo a gettare la spugna: realtà che, di fatto, rappresentano la linfa vitale di questo sport.

Sospensione della reciprocità. Quali conseguenze?

Oggi è arrivata un’altra doccia fredda: la sospensione dell’accordo di reciprocità tra ACSI e Federazione, in vigore a partire da oggi, 13 ottobre. Negli ultimi anni, infatti, la Federazione Ciclistica Italiana e l’ACSI avevano firmato una convenzione (insieme ad altri Enti di Promozione Sportiva) che permetteva ai tesserati di un ente di partecipare alle manifestazioni dell’altro, senza dover sottoscrivere un secondo tesseramento. Il nodo era soprattutto riguardo la copertura assicurativa. Da oggi, però, questo accordo di reciprocità viene meno, nonostante a maggio fosse stato rinnovato fino al 31 dicembre (leggi qui la notizia).

Cosa cambia per gli amatori?

Cambia tutto. Questo “non rinnovo” in ottica 2026 cambia le carte in tavole e aumenta i costi dei granfondisti, che si ritroverebbero a dover verificare ogni volta l’ente della Gran Fondo per capire se possono partecipare o no. E anche se nell’immediato le conseguenze dirette sono poche, perché gli eventi granfondistici di massa sono praticamente terminati, aggiunge incertezza a una situazione già complicata.

Questa misura rischia di far aumentare ancora il distacco tra i tesserati – vero fulcro del movimento – e chi dovrebbe rappresentarli. La sensazione è che si tratti di una manovra politica per spostare l’attenzione dall’aumento dei costi e ridiscutere l’accordo tra gli Enti. Il rischio, però, per la Federciclismo, è di accentuare l’allontanamento dei tesserati e favorire una migrazione verso altri enti di promozione sportiva, come l’ACSI per esempio, che dopo il Covid ha visto crescere costantemente il numero dei propri affiliati, diventando l’ente di riferimento del settore con oltre 53.000 tesserati.

Di sicuro è una misura che farà discutere. E noi vi racconteremo gli eventuali aggiornamenti.