Sicilia No Stop: l’edizione record della più antica randonnée italiana

Tempo di lettura: 6 minuti

Sono 259 i ciclisti che hanno partecipato a fine maggio alla 12ª edizione della Sicilia No Stop, della più antica randonnée italiana. Un’edizione record (gli iscritti erano 285) per la maratona ciclistica creata da Salvatore Giordano, il geniale organizzatore messinese che la progettò nel 1999 e la lanciò nel 2000. Il numero dei partenti di quest’anno è raddoppiato rispetto all’edizione di maggior successo del passato. E, come al solito, non sono mancati rappresentanti di tanti Paesi stranieri. I più numerosi, tra chi arrivava da lontano, sono stati sorprendentemente i thailandesi (5) e gli statunitensi (5), immancabili poi i ciclisti dei Paesi europei.

La Sicilia No Stop si disputava anche quest’anno sulla classica distanza dei 1.000 chilometri, ma all’abituale perimetro dell’isola si aggiungeva l’affascinante scalata dell’Etna, che non di frquente è comparsa nell’itinerario delle passate edizioni dell’evento proposto da Nuova Tyndaris. Partenza e arrivo a Siracusa, giro da compiere in senso antiorario, così da avere sempre il mare sulla destra. Il campo base era la caserma dell’Idroscalo A. De Filippis, una location nata per  caso, ma rivelatasi assai funzionale. Tutte le operazioni preliminari e quelle finali si sono svolte nell’ampio hangar della struttura. 

La bandierina dello start s’è abbassata alle ore 6. La partenza, durata una quarantina di minuti, s’è svolta a gruppetti scaglionati e il controllo è avvenuto dopo due chilometri, a piazza del Duomo, dove i partecipanti hanno potuto ammirare uno degli capolavori del barocco siciliano. L’attraversamento della Piana di Priolo, dove la fanno da padrone i resti di raffinerie, ed il passaggio da Catania, agevole, perché ricavato tutto sul lungomare, hanno preceduto il check point di Acireale, dove l’organizzazione ha previsto una colazione con cornetto al pistacchio e caffè.. 

Si lascia il litorale ionico e si inizia la lenta scalata all’Etna. Nei primi 20 chilometri, più che abbordabili, si passa dai 100 metri di Acireale ai 700 di Nicolosi. E’ da qui, in effetti, che prende avvio la vera salita del Mongibello, 19 chilometri, impegnativi ma mai cattivi e comunque sempre un dislivello di 1.300 metri da superare. Il percorso è spettacolare, sia per chi l’affronta per l’ennesima volta sia per i tanti partecipanti che vi salgono per la prima volta. La colata del 1991 è ben visibile lungo tutta la salita; qua e là una serie di casette ormai abbandonate, e passaggi dove la SP92 è stata rifatta scavando per molti metri nella colata fresca.

In cima al Rifugio Sapienza, sede del secondo controllo, ogni randonneurs trova una sua bottiglia d’acqua minerale offerta dalla Sabrinella. L’acqua in Sicilia è un bene prezioso ed allora così sarà per ogni punto di controllo successivo. La giornata è splendida, temperatura 25° gradi, i piazzali dove termina l’asfalto sono stipati di turisti che poi si inerpicano sui crateri silvestri;. Man mano raggiungono il sapienza i 261 randonneur partiti da Siracusa.

La lunga discesa su Zafferana Etnea nasconde qualche insidia, qualche foratura di troppo per via dell’asfalto vecchio,  ma le due cadute verificatesi sono solo conseguenze di guasti meccanici. Il ritorno sul piano permette di spingere lunghi rapporti, favoriti dal vento di scirocco che aumenta sempre più di intensità. Al controllo di Messina tutti i partecipanti a Sicilia No Stop sono attesi, sulla riva dei Laghetti di Ganzirri, da un invitante piatto di penne al sugo

Ma è girando Capo Peloro che lo scirocco acuisce la sua perfidia con fortissime folate che costringendo più di un ciclista a metter piede a terra per non rischiare la caduta. Verso sera la violenza del vento si attenua e già nella nottata non crea più disagi, lasciando solo un po’ più di calore.

A Patti il controllo è posto in un comodo hotel dov’è possibile e dormire. Quasi la metà dei partenti ha prenotato il posto letto, ma a questi, visti i fastidi provocati dal vento, se ne aggiungono. Qualcuno, invece, prosegue imperterrito. All’alba si riparte. Si raggiunge presto il punto di controllo di Santo Stefano di Camastra, dove, dopo avere ammirato le splendide ceramiche, si può gustare uno dei più gustosi cannoli alla ricotta prodotti da una pasticceria locale. 

Ecco finalmente Palermo, dove il GS Mediterraneo ha creato un vero e proprio comitato di accoglienza che gestisce il controllo per tutta la giornata. Già dal primo mattino vengono servite porzioni di anelletti alla palermitana. Azzeccata la scelta per la location del controllo di Trapani, disposto a Buseto Palizzolo, in periferia, per evitare il caos cittadino, attrezzato con ampi spazi esterni per le bici, ed interni per i ciclisti, rosticceria e pasticceria.

Al pomeriggio e alla sera le maestose saline di Trapani e Marsala accompagnano cammino degli infaticabili partecipanti di Sicilia No Stop. Si procede con il mare a destra permette e si possono così ammirare anche le tante spiagge mediterranee dalla sabbia fine, mediterranea.

A Selinunte la grande novità. Il patron Totò Giordano, sempre prodigo di idee, “costringe” i  partecipanti ad un controllo atipico. Devono salire al quinto piano dell’Hotel Admeto. Ma che follia è? Nessa follia, solo spettacolo. Dal punto più alto dell’edificio si splalanca, a metaà pomeriggio, una vista incredibile sull’infinito spazio del Mare Mediterraneo. Ma chi ha la fortuna di arrivare a Selinunte appena calata la notte si trova davanti ad una meraviglia indimenticabile: il QRcode è posto di fronte al Tempio Grande di Selinunte che per l’occasione è stato illuminato a giorno. E’ valsa la pena di salire fin lassù, peraltro in ascensore. .

Si riparte e per vie interne si arriva a Sciacca, dove inizia forse il tratto più insidioso di tutti i mille chilometri del percorso: La SS115 fino ad Agrigento è stata ammodernata ed è diventata una strada veloce dove gli automezzi sfrecciano a velocità incontrollata e i TIR creano tanta preoccupazione perché passano a fianco dei ciclisti facendoli barcollare. Occorre pedalare in fila indiana, su quel metro di corsia laterale e fare moltissima attenzione nelle due gallerie attraversate. Il passaggio sotto la Valle dei Templi, ad Agrigento, ritempra. La colazione al Bar Agorà fa il resto. 

Le sorprese non sono finite. A Scoglitti è sparita la strada! In quest’amena località turistica c’è sempre stato un passaggio curioso che molti non capivano: un guado con fondo solido in pietra alla confluenza fra un ruscelletto di poco conto ed il mare. L’attraversamento avveniva per  un paio di metri nell’acqua salata del mare, fondo duro e solido che permetteva di lanciarsi per la successiva salita ripida di circa 200  metri che porta al  pianoro dove  insiste  il Museo  di Kamarina. Purtroppo una mareggiata di tardo inverno ha portato via il lastricato ed allora non è mancato qualche disagio e qualche lamentela. Nulla di insuperabile, si torna in sella. 

A Marina di Ragusa il controllo presso un’attività di vendita e assistenza bici permesso a molti di risolvere qualche problema meccanico. La zona più meridionale del percorso dà modo a tutti di pedalare in tranquillità, su stradine interne, senza l’assillo del traffico motorizzato. La strada scorre veloce, toccando luoghi suggestivi come la Marza ed il suo mare cristallino, i pantani interni regno di nidificazione di tanti uccelli e Capo Passero, la punta più a sud della Sicilia con l’Isola delle Correnti a fare da spartiacque fra il Mar Mediterraneo e lo Ionio.

La risalita verso il traguardo di Siracusa è dolce e cullata dagli attraversamenti di Marzamemi, Lido di Noto e Marina di Avola. Poi finalmente la conclusione delle fatiche, le commozioni, gli abbracci, le strette di mano e l’appagamento per una straordinaria esperienza che alimenterà perennemente tanti ricordi. L’apoteosi si concretizza, infine, con la consegna dei diploma di partecipazione e della medaglia appositamente coniata per la dodicesima edizione della 1.000 chilometri organizzata dalla Ciclo Tyndaris. Ai fedelissimi le targhe speciali: di bronzo a chi ha raggiunto la quarta partecipazione, l’argento per chi di Sicilia No Stop ne ha concluse già sette.

La prossima edizione, in programma nel 2026, dovrebbe cambiare ancora location con un progetto tutto nuovo ancora in bozza, ma di sicuro sarà ancora un successo.