Campagnolo Ekar GT e Zonda GT: per ogni sfumatura di gravel

Il gruppo Campagnolo Ekar GT e la ruota Zonda GT
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Nel pur sempre variegato mondo del gravel, il Campagnolo Ekar è nato come alternativa ai due principali player del mercato per quanto concerne la trasmissione. E si è ritagliato immediatamente uno spazio importante, forse quasi inaspettato, nel cuore dei gravellisti. Rispettatissimo, anzi decisamente amato in quanto sì totalmente meccanico, ma anche l’unico a 13 velocità dell’intero lotto di concorrenti.

L’Ekar lo si trova di serie in molte biciclette complete anche di marchi blasonati. D’altro canto quando Campagnolo smuove qualcosa lo fa in maniera perlomeno altisonante, basterebbe ammirare la bellezza stordente del cambio posteriore del nuovo Super Record Wireless. Ma se è vero che il “ferro va battuto finché è caldo“, c’era bisogno assolutamente di affiancargli una variante un po’ meno costosa, diciamo più robusta, ma ideata sulla stessa piattaforma.

Quindi, con il suffisso che sta per “Gran Turismo“, arriva l’Ekar GT, completato nella linea dalle ruote Zonda GT, altrettanto nuove. Due componenti che dimostrano come l’azienda vicentina stia puntando fortissimo sul gravel.

L’inconfondibile DNA di Campagnolo

L’Ekar, che sia standard o in versione GT, continua a proporre uno dei cardini del celebre sistema Ergopower di Campagnolo. Il pulsante interno che scarica la molla del cambio posteriore (o del deragliatore anteriore se c’è la doppia), mentre nel Super Record Wireless si è passati ai due tasti situati sullo stesso lato. La risalita della catena, verso l’interno della cassetta avviene tramite la levetta posta sotto quella del freno. Unica, visto che l’Ekar GT è monocorona.

Per il resto le differenze a livello di componenti sono molto concentrate sui materiali utilizzati. L’Ekar GT viene presentato come un gruppo “versatile”, ed effettivamente sì, lo spettro di combinazioni è stato decisamente aumentato. Come vedremo, troviamo quattro opzioni di cassette a tredici velocità (9/36, 9/42, 10/44 e la nuova dentatura 10/48) con cinque corone (44, 42, 40, 38 a cui si aggiunge anche l’inedita 36).

C’è veramente spazio per ogni tipo di utilizzo gravel, che sia il bikepacking più avventuroso oppure il race più forsennato. Con rapporti che passano da un massimo di 4,88 giri di ruota per singola pedalata (44/9, equivalente grossomodo ad un 54/11) agli 0,75 giri nella combinazione più agile, la 36/48. Praticamente ogni quattro pedalate la ruota compie tre rotazioni. In caso veramente di necessità…

La guarnitura in alluminio

L’Ekar nella versione standard dispone di una elegante guarnitura monocorona con lo spider in fibra composita. Anche a livello estetico è un pezzo pregiato che dà lustro alla bicicletta. Per la versione GT si è scelto un materiale meno costoso e anche meno “delicato”, se ci passate questo termine. E ci riferiamo al pur sempre affidabile alluminio, disponibile nelle lunghezze 170, 172,5 e 175 millimetri.

Si muove su cuscinetti in acciaio e fornisce un fattore Q che è stato incrementato sino a 151 millimetri, salendo dai 145,5 di prima e garantendo quindi maggiore “spazio” tra i due estremi in senso orizzontale. Da come si vede anche nella foto qui sopra, che offre un confronto diretto, troviamo un disegno più semplice del componente pur con una grafica “tono su tono” del logo di Campagnolo.

L’innesto delle corone è a quattro bulloni, e permette di cambiare plateau facilmente e senza dover smontare la guarnitura. Un dettaglio non banale. Considerando che si arriva anche allo sviluppo equivalente a un 54/11, con due rapidi passaggi (sostituendo le ruote e la corona) si tramuta la propria gravel in una bici da asfalto, e viceversa

Il cambio posteriore

Eccoci al cambio posteriore. Le forme rispetto all’Ekar standard non sono propriamente identiche, anche se ovviamente lo sviluppo è avvenuto partendo dalla piattaforma esistente. La differenza principale è la puleggia con fori più grandi, che forte dell’esperienza maturata col il gruppo precedente previene l’accumulo di fango e facilita anche la pulizia.

Il materiale utilizzato anche qui è l’alluminio. Da come assicurano da Campagnolo, la modalità di regolazione è stata migliorata pur rimanendo molto semplice, per non dire minimale. La presenza della frizione garantisce uno scorrimento della catena sempre fedele e ottimale. Rinnovato poi anche il sistema di blocco della gabbia.

Avevamo accennato prima alla scelta di quattro cassette pignoni. Ebbene, la gabbia è unica e questo consente di passare da una all’altra senza problemi di sorta. Quindi, tornando all’esempio di prima del trasformare la propria gravel in bici da asfalto e per capirci meglio, le cassette 9-36 e 10-48 girano tutte e due sullo stesso componente.

I comandi al manubrio

Per i comandi al manubrio, innanzitutto è stata rivista l’ergonomia. Osservando bene la foto qui sotto ci accorgiamo che emergono due elementi in particolare. Il primo è proprio la dimensione dell’area di appoggio, che è stata incrementata in modo da migliorare il comfort sia per le dita che anche per il palmo.

Anche il pattern stesso della gomma sulla parte superiore del comando è stato ulteriormente rifinito, passando da un disegno a strisce ad uno texturizzato, al fine di garantire una presa ancor più ottimale anche in condizioni difficili di pioggia, umidità e sudore.

L’idea che ci si fa, sostanzialmente, è che questo Ekar GT rappresenti una sorta di rivisitazione, diciamo un “affinamento” della versione standard. Si prende il meglio del gruppo esistente e si adattano le soluzioni che ci sono ai nuovi materiali che si intendono utilizzare. Col risultato che alle volte si va anche a rifinire ulteriormente la piattaforma.

La leva freno dell’Ekar GT è in alluminio tagliato al laser, e dispone anche di una regolazione del reach in modo da adattarsi a mani di ogni dimensione, oltre che alle forme dei manubri che si utilizzano nel gravel.

Le cassette pignoni

Le cassette pignoni per l’Ekar GT sono quattro, una in più della precedente serie, tutte ovviamente compatibili con la ruota libera N3W, il corpetto che contraddistingue la nuova generazione di prodotti Campagnolo. E’ stata aggiunta come detto la 10-48 alle tre esistenti (9/36, 9/42, 10/44), ed anche qui i materiali sono stati scelti per garantire massima robustezza e durabilità. Con una finitura diversa, da come si può osservare anche dalla foto sottostante.

La cassetta pignoni dell’Ekar e del nuovo Ekar GT a confronto

La filosofia che Campagnolo aveva adottato per le proprie cassette gravel rimane immutata. La prima parte dei 13 ingranaggi (quelli più piccoli) a salti ridotti, anche di un singolo dente per volta, diciamo molto stradistica e che garantisce passaggi meno bruschi. Quindi più consona ad assecondare una frequenza di pedalata vivace quando si procede ad alte velocità.

Conseguentemente c’è una seconda metà più offroad e con salti più pronunciati, proporzionali al rapporto massimo. Ovviamente, se l’ingranaggio finale è il 36 saranno meno alti gli scarti, per il 48 saranno più consistenti.

Con l’impianto frenante che rimane sostanzialmente immutato, è il momento di dichiarare il peso del Campagnolo Ekar GT, che è di 2.700 grammi completo. E il prezzo, che si attesta sui 1.490 euro.

Le ruote Campagnolo Zonda GT

Prezzo dunque appetibilissimo per il gruppo Ekar GT, che lo rende invitante sia come acquisto aftermaket che anche in primo montaggio per medie gamme di buon livello. L’ideale accoppiamento è allora con le nuove ruote Zonda GT, pensate per un utilizzo allroad e con caratteristiche che ottimizzano proprio questo utilizzo. Anche se, nel cuore degli appassionati, il nome Zonda richiama quello che vedete sotto.

La Campagnolo Zonda ad alto profilo degli anni ’90

Siamo alla fine degli anni ’90 e parliamo dunque dei primissimi modelli di ruote ad alto profilo. Cerchio in alluminio, canale interno strettissimo e 16 raggi aerodinamici. La Zonda rappresentò una variante più economica delle celebri Shamal anch’esse a profilo alto, sogno proibito di tanti ciclisti.

Nel corso degli anni Campagnolo ha ripreso il nome di entrambi, su modelli che differivano da quelli a cui abbiamo fatto appena accenno. La Zonda in particolare si contraddistingueva nella gamma dell’azienda vicentina per essere un set robusto e tuttofare, una ruota allrounder a profilo ridotto, considerato che nel frattempo era arrivato anche il carbonio che riduceva in maniera drastica il peso.

Eccole qui le nuove Zonda, con un cerchio da 29 millimetri di profilo e con un canale interno di 23 millimetri. Proprio la forma del cerchio svela la volontà di Campagnolo di creare un prodotto contemporaneamente valido sia in ambito gravel che in quello road, visto che la larghezza è perfetta per ospitare coperture di tutte e due i tipi senza controindicazioni di sorta.

Sempre il cerchio è in alluminio, con una forma esterna che pur non essendo a pura vocazione aerodinamica comunque ottimizza i flussi d’aria che vi interagiscono. Incarna anche la tecnologia 2-Way Fit, quindi automaticamente compatibili per i tubeless. Lo si nota ovviamente dal fatto che all’interno non ci sono zone forate per le nipples (il che facilita anche la latticizzazione della copertura), mentre l’innesto delle coperture sfrutta il tradizionale dentino.

L’interno del cerchio delle Campagnolo Zonda GT

I mozzi sfruttano un sistema tradizionale a coni e piste di alloggiamento, ottimizzati per garantire la massima scorrevolezza. La ruota libera è la N3W, compatibile per cassette a 11, 12 e 13 velocità e con primo ingranaggio che può essere di 9, 10 e 11 denti.

E poi ci sono i raggi, 24 per ruota allacciati secondo la metodologia G3: quattro gruppi di tre elementi a nipples autobloccanti in alluminio e dalla forma dritta, con disposizione 2:1 che garantisce bilanciamento e resistenza. Non solo, proprio pensando al fatto che si tratta di una ruota destinata ad utilizzi gravosi, e che può richiedere una manutenzione d’emergenza, le nipples stesse sono situate esternamente.

Le nuove Campagnolo Zonda GT fermano l’ago della bilancia a 1.690 grammi complessivi, e saranno vendute ad un prezzo al pubblico di 690 euro.

Per informazioni: campagnolo.com