Il Campagnolo Super Record “taglia i fili” e diventa Wireless

Campagnolo Super Record Wireless trasmissione completa
Il Campagnolo Super Record Wireless
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Mancava all’appello solamente Campagnolo, tra i tre principali marchi di trasmissioni sul mercato, a proporre un gruppo elettromeccanico senza fili. Gap che si completa oggi con il nuovo Super Record Wireless, nel quale troviamo a pieno titolo delle innovazioni già introdotte tempo fa con l’Ekar da gravel.

Si è partiti dall’EPS del 2011

Come al solito è bene sempre fare un piccolo passo indietro, per capire il percorso dei gruppi elettromeccanici Campagnolo. Il primo capitolo di questa storia relativamente recente risale al 2011, quando l’azienda vicentina presentò il Super Record EPS a 11 velocità. L’acronimo sta per Electronic Power Shift.

La batteria, inizialmente esterna ma che poi divenne cilindrica ed interna, garantiva almeno 2.000 chilometri di percorrenza. Comandi e due deragliatori erano collegati tra di loro e all’unità di alimentazione dai cablaggi, e già all’epoca c’era la possibilità di attuare il microtuning direttamente dal sistema. Un decimo di millimetro per lato per il deragliatore anteriore, 0,25 per quello posteriore.

Per l’altra grande tappa della serie EPS di Campagnolo bisogna andare al 2018. Fu introdotta la serie meccanica a 12 velocità (unica nel panorama road), bissata poi l’anno successivo da quella elettromeccanica. Arrivata sino ad oggi, e che comunque ricalcava molto (nell’ambito prettamente elettronico) quella originaria.

Via i fili, arrivano le batterie esterne

Per togliere (finalmente) i fili in quel di Vicenza si è sposata sostanzialmente la stessa linea che qualche anno fa introdusse Sram con il suo eTap. Al contrario di Shimano, che invece ha optato per una modalità semi-wireless. Batterie esterne, assicurate al componente in questione (i due deragliatori) da un meccanismo di aggancio che, da come si nota anche dalla foto qui sotto, appare decisamente solido.

Le due batterie sono diverse una dall’altra, quindi contrariamente al marchio statunitense non si può pensare di scambiarle in caso di necessità. L’autonomia dichiarata è di 750 chilometri complessivi (ma poi dipende da quante cambiate si fanno…), si possono staccare e ricaricare, oppure collegare il cavetto direttamente nella porta magnetica, che lo tiene fisso in posizione senza rischio di strappi. E senza appunto rimuoverle da dove sono. Per quelle a bottone interne alla leva la durata prevista è di due anni. Ma anche qui la longevità è direttamente proporzionale ai motivi di cui sopra.

Campagnolo rimuove il “pulsante”

Anche nella serie elettromeccanica EPS, Campagnolo non aveva mai rinunciato ad uno dei suoi segni maggiormente distintivi dello storico sistema Ergopower nel suo complesso. Vale a dire il “pulsante” interno al comando, che nelle trasmissioni meccaniche “scaricava” la molla di cambio posteriore o deragliatore, in quelle elettromeccaniche comandava la discesa della corona sui pignoni più piccoli, e all’anteriore sulla corona più piccola.

In una piattaforma che è solo elettromeccanica, oltre che wireless, aveva poco senso continuare a tenere un elemento in quella posizione. I due comandi adesso hanno una forma molto più pulita, con due tasti situati uno sopra l’altro ma ben distinguibili dalle mani, anche con il guanto invernale.

All’interno di quella destra troviamo anche il tastino di navigazione dell’intero sistema e il led di controllo che indica vari “status”, tra cui la carica delle batterie, i dialoghi con device esterne e soprattutto l’ingresso nella modalità “microtuning”. Scopriremo dopo come si attuano queste regolazioni e in che modo il sistema si appaia e si “chiude”.

Senza più la necessità di assecondare il “rientro” del pollice per scendere di rapporto, è stata in questo modo riaggiornata la forma complessiva del comando. L’ergonomia è nuova, non si discosta molto da quella precedente ma si è avuta maggiore libertà a livello di spazio. Visto che adesso dal cuore del componente esce solamente il cavo idraulico per l’impianto frenante.

La curvatura della leva, la disposizione dei due pulsanti e anche il modo in cui “sbordano” dalla leva sono il risultato di studi molto attenti proprio sulla facilità di azionamento di tutto: cambiata ma anche frenata.

Non ultimo c’è anche il pad superiore. In materiale e pattern antiscivolo, abbastanza “imbottito” per assorbire più vibrazioni possibili, e con grande grip per la mano anche in condizioni di bagnato. Sotto questo punto di vista quanto ottenuto, affinato ed apprezzato con l’Ekar si è trasferito direttamente qui.

Il cambio posteriore

Su una cosa Campagnolo storicamente non ha mai tradito le attese, ed è la qualità dei materiali e delle finiture. Il cambio posteriore va di diritto inserito in quelle meraviglie che letteralmente “rubano” l’occhio. Tra parti in fibra composita e altre in materiale iniettato con il carbonio, ci troviamo di fronte ad un componente di una preziosità “assoluta”.

Sul corpo troviamo una sola vite di regolazione meccanica, ed è quella del fine corsa superiore. Il resto è tutto automatizzato o, come vedremo, settabile tramite diagnostica. La batteria è ben celata e protetta nella parte interna (quella sul lato dei raggi).

Un’area che cela anche molti altri elementi vitali del funzionamento elettromeccanico del cambio, che possiamo vedere nella foto qui sotto.

C’è il filo di collegamento tra batteria e motorino interno con i contatti a tenuta stagna (allo stesso grado di impermeabilità del vecchio EPS). E vicino all’innesto per il forcellino posteriore si nota anche il pulsante che servirà per l’appaiamento al sistema.

Il deragliatore anteriore

Titanio e carbonio anche per il deragliatore anteriore, le cui dimensioni ovviamente “risentono” della presenza della batteria. Come si nota, il serraggio dell’unità di alimentazione avviene tramite un blocco meccanico nella faccia superiore. Ma abbiamo evidenziato dove si trova la porta di ricarica, che permette di ricaricare il tutto senza esser costretti a rimuovere le batterie.

Il deragliatore anteriore non dispone in questo caso di regolazioni meccaniche. Una volta fissato all’innesto nell’angolazione indicata, permette di fissare la battuta superiore e inferiore elettronicamente. E anche qui troviamo il tasto di appaiamento al sistema.

Pinze e pastiglie: che novità ci sono?

Abbiamo sempre tessuto le lodi dell’impianto frenante a disco di Campagnolo, che per potenza e anche modulabilità è sicuramente tra i top assoluti del mercato. Migliorarlo era difficile? Probabilmente sì, ma l’azienda vicentina ha affinato alcuni dettagli impreziosendolo ulteriormente.

Al netto di qualche modifica estetica che si nota ad occhio, le pinze sono state alleggerite. E così anche le pastiglie, garantendo sempre un funzionamento assolutamente degno di nota. Grazie al “ritorno” magnetico che aiuta i pad a staccarsi velocemente dal disco freno anche in situazioni diciamo concitate, e al surriscaldamento che viene sempre bypassato grazie alle grandi aperture che ogni pinza propone.

La nuova filosofia Campagnolo per i rapporti

Con il gruppo Ekar da gravel, Campagnolo ha tenuto a battesimo la sua nuova linea di ruote libere denominata N3W. Era stato annunciato che sarebbe stata da lì in poi lo standard che sarebbe stato seguito, e la promessa è stata mantenuta.

La ruota libera N3W permetterebbe di utilizzare un ingranaggio iniziale anche da 9 denti. Le cassette del nuovo Super Record Wireless partono tutte e tre dal 10 (sono appunto 3 diverse), con scale 10-25, 10-27 e 10-29.

I numeri di cui sopra sono sostanzialmente “nulli” se non vengono anche svelate le combinazioni di corone anteriori. Anche in questo caso sono tre, 45-29, 48-32 e 50-34, mantenendo sempre tra di loro un salto di 16 denti. E proposte in una guarnitura in composito che si sceglie in quattro lunghezze: 165, 170, 172,5 e 175 millimetri.

Se si va a verificare calcolatrice alla mano e visto nell’ottica dei professionisti, il rapporto più lungo 50/10 offre cinque giri di ruota ad ogni singolo giro di pedale. Poiché Sram in seconda battuta, e Shimano direttamente al momento del lancio, per i loro nuovi gruppi hanno messo a disposizione dentature decisamente consistenti (54-41 con una cassetta che parte dal 10 per la casa americana), non è da escludere che questo avvenga anche con Campagnolo.

Per ora la dotazione di serie è questa ed è lecito attendersi scelte similari anche per i gruppi futuri. Con corone ridotte all’anteriore che però, in ambito ad esempio più amatoriale, garantiscono quella combinazione “1 a 1” riscontrabile ad esempio nella serie più corta, la 45-29. Con il 29/29 si sale grossomodo dappertutto, pensando al fatto che il Campagnolo Super Record Wireless è specifico per l’asfalto e non contempla contaminazioni allroad. All’anteriore si avrebbe comunque un 45/10 che equivale quasi esattamente ad un 50/11, visto che è più agile veramente di un soffio…

Mentre a quel punto la 48-32 ricoprirebbe il ruolo della cosiddetta “mid-compact”, combinazione che tanto piace agli amatori di un certo lignaggio che amano le salite sì, le velocità consistenti in pianura anche, ma che non rinunciano all’agilità. Una soluzione di mezzo, per capirsi…

La compatibilità

La domanda che ci poniamo adesso è: il nuovo Super Record Wireless è compatibile o no con le guarniture e cassette pignoni a 12 velocità della serie precedente? Quelle del “vecchio” EPS e delle versioni meccaniche, che tra di loro condividono l’hardware?

Sotto questo punto di vista Campagnolo non ha dichiarato ufficialmente nulla, ma un dettaglio non ci è certo sfuggito.

La catena indicata è la stessa, identificata sulle maglie dalla dicitura R12. Propone una larghezza di 5,15 millimetri, ridotta rispetto alle serie a 11 velocità grazie ai nuovi pin che sono perfettamente allineati con la superficie esterna delle maglie, e dunque occupano meno spazio.

La catena del Campagnolo Super Record

Stessa catena sicuramente è indizio quasi certo di compatibilità. Poi in questi casi va sempre fatta una precisazione. Considerata la precisione certosina, ai limiti del “maniacale”, in cui lavorano in quel di Campagnolo, il funzionamento ottimale e perfetto lo si ha sempre e solo con componenti della stessa serie. Nel senso che soprattutto il cambio posteriore si muove (ed ha movimenti codificati) anche in considerazione della presenza di inviti e scarichi appositamente pensati per una scala di rapporti che parte dal 10.

Chi vuole fare il salto dall’EPS o dal meccanico a 12 velocità a questo appena uscito mantenendo perlomeno ruote e cassette (oltre che la guarnitura), a nostro modesto avviso può farlo. Ben sapendo che la precisione al 100 per cento, quella delle tolleranze infinitesimali che raccontammo in questo video, forse non è garantita nella sua interezza.

Il “system” di Campagnolo

Addio ai fili di collegamento, addio all’interfaccia esterna, addio a molte piccole ma inevitabili “noie” che la vecchia generazione di EPS proponeva. Si passa per un sistema interno di comunicazione senza fili e chiuso, che dialoga a frequenze proprietarie, e che praticamente si sigilla dopo l’appaiamento.

I componenti vengono forniti senza batteria montata. Una volta che la si inserisce e questi si accendono, tramite una precisa sequenza di operazioni da seguire si appaiano le due leve con cambio e deragliatore, e da lì il sistema si chiude. Seguendo poi le operazioni di diagnostica si effettuano le regolazioni del caso per ottimizzarne il funzionamento.

Eventuali personalizzazioni si attuano tramite la app myCampy 3.0 che si connette tramite Bluetooth al sistema, proprio come nel vecchio EPS, customizzando a scelta il compito di ognuno dei quattro pulsanti sui comandi al manubrio. Ed a proposito, il gruppo entra in standby automaticamente, per “svegliarsi” con le normali vibrazioni oppure premendo uno dei tasti.

Mancano a questo punto due dati. Il primo è il peso, che si attesta (completo di tutto) a 2.520 grammi. Infine il prezzo. Sempre completo di tutto, il nuovo Campagnolo Super Record Wireless costa 5.200 euro.

www.campagnolo.com