Ecco il nuovo pedale Look Keo Blade: più stabile e affusolato (VIDEO)

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Sarebbe già abbondantemente performante di suo… E ci riferiamo al pedale a sgancio rapido Look Keo Blade, che la casa francese ha voluto rinfrescare nel disegno, per così dire, e aggiornare alle moderne tendenze. Trend che vogliono componenti sì leggeri, ma anche ergonomicamente ottimizzati e soprattutto in grado di rendere meglio a livello aerodinamico.

Ecco allora che arriva la nuova versione di questo autentico best seller nel segmento della componentistica, che troveremo in tre versioni con pesi a partire (addirittura) da 95 grammi per il singolo pedale. Iniziamo dal toglierlo dalla scatola.

L’unboxing del Look Keo Blade (e un po’ di storia)

Per chi non lo sapesse, Look ha di fatto inventato i pedali a sgancio rapido nel ciclismo 40 anni orsono. Parliamo del 1984, quando venne introdotto il modello PP65. Grande, pesante e ingombrante se paragonato con quelli di oggi, ma rappresentò un’autentica rivoluzione in termini di sicurezza. E uno tra i primi ad utilizzarlo entusiasticamente fu Bernard Hinault.

Il concetto alla base è lo stesso degli attacchi da sci alpino, di cui Look è tutt’ora produttrice anche se in una divisione totalmente distaccata dal settore ciclo (www.look-bindings.com). Un aggancio automatico sull’asse verticale e lo sgancio, sempre automatico, su quello laterale “lavorando” con la caviglia. Un meccanismo che conosciamo ormai tutti, e che ha fatto comunque dei Look i pedali in assoluto più utilizzati dagli appassionati.

Un altro segno distintivo dell’azienda francese sono le tonalità, che li rendono immediatamente riconoscibili. Chi è appassionato di pittura avrà immediatamente riconosciuto i tratti distintivi dell’olandese Piet Mondrian, fondatore del “neoplasticismo” che nelle sue opere astratte utilizzava solamente i colori primari. Quindi giallo, blu, rosso, bianco e nero.

La spiegazione? Furono quelli adottati per le maglie del team La Vie Claire nel 1984 dove militava Hinault e per la quale Look forniva le bici, e su intuizione di uno studente. Accostamenti cromatici che sono rimasti poi negli anni e contraddistinguono da sempre Look.

All’interno della scatola di cartone troviamo ovviamente i due pedali, e come sempre le tacchette Keo Grip grigie in dotazione. E’ lo standard introdotto da Look dopo il Delta da un bel pezzo, ne rappresenta la naturale evoluzione e perdura tutt’ora.

Tre anni di sviluppo

Non era facile rivisitare un prodotto così performante e amato anche dai professionisti. Proprio loro hanno contribuito allo sviluppo, laddove i punti cardine erano quelli di garantire maggiore aerodinamica e migliorare, se possibile, l’appoggio e lo sgancio. Andiamo allora subito a vedere quali sono le maggiori differenze con l’edizione precedente.

Rispetto alla precedente versione, e da come si vede anche qui sopra, la nuova è più larga, per quanto garantisca la stessa superficie di appoggio che ammonta a 705 millimetri quadrati. Grossomodo identica alla precedente, ma alloggiata in un corpo più esteso e con una larghezza di 64 millimetri.

La sezione frontale è stata ridotta, con un profilo maggiormente affusolato, che consente di ridurre l’impatto aerodinamico del 2 per cento. Sembrerebbe poco, ma dobbiamo anche considerare che il pedale è una parte notevolmente esposta all’aria, e per giunta in continuo movimento. L’aver creato una sagoma in grado di “accarezzare” meglio l’aria fornisce vantaggi immediati.

Altro dettaglio che balza immediatamente agli occhi è la piastra di appoggio della tacchetta. Anziché un pezzo unico esposto, come nella versione precedente, la troviamo stavolta divisa in tre sezioni. Questo, a detta dei tecnici di Look, permette un posizionamento più saldo della tacchetta e anche meno possibilità di scricchiolii in fase di spinta.

Il corpo del pedale è in composito, ed è sagomato per accogliere a incastro la barra di carbonio che funge da meccanismo di aggancio e sgancio. Un sistema introdotto con il primissimo Keo Blade del 2011, nel quale era disposta lateralmente, poi evolutasi nell’elemento che di fatto forma la faccia inferiore del pedale.

Altro dettaglio è il punto in cui è fissato il perno della piastra. Si trova all’interno di una nicchia sul corpo del pedale, anziché direttamente accessibile dal lato, nascondendolo dall’aria e proteggendolo. E’ svitando quello che si sostituisce molto facilmente la barra di carbonio, prodotta in quattro diverse tensioni. Operazione che si completa in un minuto scarso.

Sono solo alcuni di una serie di accorgimenti che hanno reso possibile anche un miglioramento della rotazione della barra stessa, e del 60 per cento, facilitando le operazioni di aggancio e sgancio. Elemento che vale per tutti i Keo Blade che si sono succeduti sino ad oggi, la presenza della barra in composito alleggerisce il pedale, e di molto. Al netto dei materiali, rispetto ai sistemi a molle il risparmio di peso è di circa il 20 per cento. Non poco…

Obiettivo solidità

Da come si vede anche dall’esploso della foto qui sotto, lo schema costruttivo del nuovo Look Keo Blade ricalca quello degli altri modelli, pur ovviamente con qualche differenziazione. Resta pertanto un sistema formato da un solido perno, il cui materiale varia in base alle versioni, il cuscinetto inserito in uno specifico alloggiamento oversize ed il perno della barra, che si serra dall’esterno.

Per inserirlo negli alloggiamenti delle pedivelle c’è un’unica via, quella di utilizzare una brugola da 8 nell’alloggiamento esagonale interno al perno. Non è possibile quindi serrarlo tramite la classica chiave inglese spaccata da 15, modalità che contraddistingueva i vecchi modelli Delta e altri pedali in commercio di marchi concorrenti, che presentano degli specifici inviti sui lati.

Per quanto ci siano diverse versioni in commercio riguardo l’asse, il terminale rimane in acciaio e non potrebbe essere altrimenti. La delicatezza della filettatura e la necessità di doversi interfacciare con i più svariati tipi di pedivelle in commercio non permettono errori e materiali più “morbidi”. Consigliato, come sempre, utilizzare un po’ di grasso per l’inserimento e per evitare ossidazioni che, conseguentemente, porteranno a pessime “esperienze” al momento di rimuoverli.

Vediamo allora in questo video come si presenta dal vivo.

Le tre versioni del Look Keo Blade

Il nuovo Keo Blade fornisce uno stack (l’altezza rispetto al perno) di 14,8 millimetri, con un Q-Factor di 53 millimetri. Ne verranno commercializzate tre versioni. La variante base ha il corpo in carbonio, con asse in acciaio (Chromo+), cuscinetto in acciaio, barra di carbonio di serie da 8 di tensione, per un peso di 115 grammi e un prezzo di 145 euro.

Il modello Ceramic, che è anche quello che abbiamo ricevuto in collaudo, è pressoché identico, con lo stesso peso ma con il cuscinetto appunto ceramico e la barra in dotazione di tensione 12. Il prezzo in questo sale a 210 euro.

Il modello in assoluto più prezioso del lotto è il Keo Blade Ceramic Ti. L’asse in questo caso è in titanio ed abbassa il peso a soli 95 grammi per singolo pedale, un valore praticamente da record. Il cuscinetto è ceramico e la barra di carbonio in dotazione è quella a tensione 16. Il prezzo al pubblico è di 310 euro.

Per quanto concerne le barre di composito, come accennato (ed ovvio) insieme al pedale ne viene fornita una in dotazione (altrettanto ovviamente già montata…). Esiste anche una variante ancora più resistente, da 20, disponibile come ricambio e che si aggiunge a quelle da 8, 12 e 16.

Un sicuro riferimento

I pedali Look, volente o nolente, rappresentano un assoluto riferimento per i ciclisti italiani. Chiunque pedali da qualche annetto li ha sicuramente avuti in dotazione, e per moltissimi pedalatori sono stati un reale “battesimo”, anche a fronte di qualche capitombolo da fermi, perché abituarsi da zero all’operazione di sgancio non è stato sempre agevole. Ma pensate solo a quanto è difficile, oggi, pedalare su una bici da corsa senza un punto di contatto solidale e sicuro come quello a cui ormai siamo abituati. Da quaranta anni…

I nuovi Keo Blade, che abbiamo ricevuto nella variante Ceramic, sono effettivamente molto leggeri, e ovviamente anche decisamente scorrevoli. Proprio il vantaggio che si avverte con il cuscinetto ceramico lo si scopre un po’ alla distanza, non immediatamente. E lo si nota da qualche piccolo particolare.

Immediatamente si fa caso subito una cosa. Se ci pensate, al momento di risalire il pedale lo si trova sistematicamente con la punta rivolta all’insù. E’ il semplice effetto della rotazione sull’asse, così che il componente si ferma con la sua parte più pesante verso il basso. Quando si deve riagganciare, usando la parte anteriore della tacchetta lo si inizia a orientare. Col cuscinetto in acciaio si avverte un po’ di resistenza, con quello ceramico praticamente nessuna. Ed è così tutt’altro che raro che, “lisciando” l’ingaggio come alle volte capita, il pedale inizi a sua volta a ri-ruotare di nuovo. Spesso all’impazzata. Se volevamo una prova “pronti-via” della scorrevolezza di questi ruotismi, l’abbiamo avuta praticamente ancora prima di partire.

L’operazione di aggancio con la barra in carbonio è sempre molto “secca” rispetto ai classici modelli a molla regolabile. Noi avevamo in dotazione la barra 12, che rende un “clac” inconfondibile, mentre lo sgancio a nostro avviso è più facile da attuare. Con la variante precedente si doveva effettuare un movimento di rotazione della caviglia non eccessivo ma comunque presente, adesso il rilascio è per certi versi persino più intuitivo.

La base di appoggio, per quanto identica nelle dimensioni, mantiene le promesse fatte in fase di presentazione. Si sposa a nostro avviso perfettamente con la tacchetta Keo Grip, eliminando qualsivoglia micromovimento indesiderato e rumori di sorta. Un’evoluzione dunque centrata in pieno per quello che va considerato, non a torto, come uno dei grandi classici del ciclismo moderno.

Per informazioni: lookcycle.com