Alto de Letras, la sfida di Fondriest alla salita più lunga del mondo

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Una salita di 80 chilometri nel cuore della Colombia. È la sfida che attende Maurizio Fondriest ad inizio dicembre. L’ex campione del mondo è stato conquistato dall’idea di realizzare quest’exploit dopo aver visto una foto di un suo pupillo, Santiago Buitrago, che in allenamento aveva raggiunto la vetta dell’Alto de Letras. Tra pochi giorni l’ex iridato, ora cinquantottenne, volerà in Colombia e sabato 9 dicembre, di buon mattino, darà il via alla scalata. Con Fondriest ci saranno Paolo Alberati e Andrea Bianco, due scopritori di talenti che hanno tra l’altro lanciato nel mondo dei campioni Egan Bernal, vincitore di un Tour de France.

Oltre ottanta chilometri per scalare l’Alto de Letras, considerata la salita più lunga affrontata da una gara ciclistica. È un luogo che ha una lunga storia. Venne incluso addirittura nel percorso della primissima edizione della Vuelta a Colombia, che si corse dal 5 al 17 gennaio 1951. A quell’epoca il fondo era ancora in pessime condizioni ed il primo a transitare in testa ai 3650 metri del valico fu Efraín Forero, detto “lo Scarafaggio”, che poi vinse trionfalmente la corsa, aggiudicandosi sette tappe su dieci. Santiago Botero, uno dei più quotati campioni colombiani del passato, la scalò nell’edizione 2007 della Vuelta a Colombia, protagonista di un appassionante duello con Mauricio Ortega, la ricorda così: «Un mese prima avevo fatto la salita due volte, per conoscerla bene. È vero che è molto pedalabile, ma è altresì vero che gli ultimi 20 chilometri, con l’altitudine, il freddo, la pendenza e la mancanza di ossigeno, sono brutali». Nel 2017 sull’Alto de Letras arrivò la nona tappa della Vuelta e ad imporsi fu Miguel Ángel Reyes davanti al boliviano Soliz.

Un vero colosso, un indiscutibile hors catégorie. Si arriva dunque a quota 3.650. E si parte dai 468 metri di San Sebastián de Mariquita, cittadina del dipartimento di Tolima, più o meno a metà strada tra Bogotá e Medellin. Il dislivello complessivo non è però di 3.182 metri, il delta di quota tra partenza ed arrivo, perché i numerosi tratti, seppur brevi, in discesa fanno aumentare il totale di ben 586 metri. Quelli da scalare diventano pertanto 3.768 metri. E la pendenza media del 3,9% non rende giustizia al grado di difficoltà di questa mostruosa salita.

La salita dell’Alto de Letras, noto anche come Páramo de Letras, è formata da quattro tronconi principali tra i quali si inseriscono porzioni di falsopiano o in contropendenza. Il tratto iniziale, di 22 chilometri, porta da Mariquita a Fresno, in un ambiente piuttosto caldo (temperature che già a metà mattinata possono arrivare a 30°C) e umido. I primi 5 chilometri sono probabilmente i più impegnativi, con una pendenza media del 7% e qualche passaggio fino al 12%. I successivi 18 chilometri, da Fresno a Padua, registrano un netto cambiamento di paesaggio. Per buona parte si snodano all’ombra della foresta all’interno della quale si estendono sovente fitte nebbie. Dopo 37 chilometri di salita si supera finalmente quota 2000. Non è però un segmento duro, la pendenza oscilla costantemente tra il 4% e il 5%.

La terza porzione è forse la più affascinante, 20 chilometri da Padua ad Herveo tutti attraverso boschi di pini ed eucalipti, pendenze attorno al 6% (ma si incontrano almeno un paio di passaggi in doppia cifra) e più tratti in contropendenza. Il fondo stradale non è purtroppo in condizioni perfette, ma non crea grandi problemi. Un tratto in discesa di un paio di chilometri introduce alla fase conclusiva. Il finale è davvero ostico. E’ chiamato Las Delgaditas, la località dalla quale ha inizio, ed è molto temuto anche dai più quotati scalatori colombiani. È un troncone di 20 chilometri suddiviso in due parti. I primi 14 chilometri, nel corso dei quali si abbatte la soglia dei 3.000 (tra La Libia e El Portón, quando mancano 13 chilometri alla meta), sono piuttosto ripidi (media 7,1%), mentre i 6 rimanenti alternano tratti con pendenza inferiore (ultimi 3 chilometri al 6%), un paio di brevi discese e falsipiani.

“The longest climb in the world”: il cartello posto sulla cima non lascia dubbi, anche se in realtà si tratta della salita più lunga affrontata da una corsa professionistica, visto che il record apparterrebbe all’ascesa che porta a Conococha, nelle Ande peruviane, mai inserita però nei percorsi di gare ciclistiche. I dati tecnici che si leggono in vetta fanno capire davvero che chi sale quassù mette a durissima prova i propri limiti: salita di 80,7 chilometri con 3.800 metri di dislivello. C’è la soddisfazione per chi sa arrivare sull’Alto de Letras non solo di farsi fotografare sotto quest’enorme pannello ma anche di gustare un’aguapanela, una tipica bevanda calda e dolce a base di zucchero di canna non raffinato di cui vanno pazzi i ciclisti colombiani, che nell’infuso amano poi inzuppare cubetti di formaggio d’alpeggio.

L’ultimo tratto di 20 chilometri, il terribile Delgaditas, termina in cima al Letras ed è diviso in due parti. Innanzitutto, 14 chilometri al 7,1% partendo dai 3.000 metri di altitudine. La seconda parte sarà di 6 chilometri, 2 dei quali meno ripidi e un po’ in discesa, e gli ultimi 4 con pendii lisci e un paesaggio di apertura in cui vedremo espeletias, pianta locale del paramo. Con un totale di 80,1 chilometri, la pendenza media del 3,9% non rappresenta la difficoltà di ascesa di questo titano, che può essere classificato come un Hors Categorie. Un Colosso può essere scalato ma soprattutto ti cambia come persona, ti offre uno spazio di riflessione e introspezione. La Letras paramo, più che una scalata, è un viaggio interiore per tutti coloro che vogliono mettersi alla prova.