Pirelli Cinturato Gravel M: prima della potenza viene il controllo

Il Pirelli Cinturato Gravel M
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Eccoci all’ultimissima appendice del collaudo della Drali Ghiaia Vintage, modello di bicicletta gravel in acciaio che è oggetto di approfondimento sul numero di Cicloturismo di febbraio. Oltre all’upgrade rappresentato dalle ruote DRC Gdr 700 ed alla cassetta pignoni Leonardi Racing General Lee 9-45, vista anche la stagione ci siamo orientati su delle coperture maggiormente indicate per l’inverno, rispetto a quella che era la dotazione standard. E la scelta è caduta sulle Cinturato Gravel M di Pirelli.

L’azienda milanese ha da poco festeggiato 150 anni di storia, ma nel ciclismo dopo un passato perlomeno glorioso è tornata solamente di recente. E’ nel 2017 che infatti sono state presentate le prime coperture da strada della “nuova vita” di Pirelli in versione “velo”, a cui hanno fatto seguito quelle da mountain bike, quindi da gravel e da city bike.

Pirelli è un nome che (ovviamente) si associa immediatamente al mondo dei motori, non fosse altro che tra le altre cose è fornitore degli pneumatici di Formula 1. Ma cotanta tecnologia a disposizione nel quartier generale della Bicocca poteva (e doveva) esser messa a disposizione anche dei ciclisti. Che certo non viaggeranno a 300 orari, ma che le loro esigenze ce l’hanno eccome.

Così, limitatamente al Gravel troviamo un’offerta di quattro modelli: Cinturato H per terreni compatti, Cinturato M per terreni misti, Cinturato S per terreni allentati e fangosi, e Cinturato RC super scorrevoli per le competizioni. Vista la stagione in corso la scelta verteva tra S e M, ed è finita per virare sulla seconda, con un’elegante para color ocra (versione Classic) perfettamente in linea con lo stile della bicicletta.

Pirelli Cinturato, storia di un capostipite

Il suffisso Cinturato agli appassionati di motori sicuramente smuove qualcosa. Diciamo che nella storia degli pneumatici una delle innovazioni più importanti va ascritta proprio a Pirelli, che ebbe il merito di evolvere la normale tecnologia radiale con l’impiego di una struttura di rinforzo che comprendeva materiali di origine metallica e tessile. La cosiddetta “cintura di sicurezza” che proteggeva dalle forature fu introdotta in pianta stabile nel 1952.

Nel 1963 il nome Cinturato venne definitivamente tenuto a battesimo come tale, con una metodologia poi declinata in mille varianti e secondo le esigenze del momento, ma sempre derivata dall’idea originale. Sopra c’è il battistrada, sotto c’è una protezione che doveva essere sì efficace in quanto a inviolabilità, ma anche sufficientemente flessibile. E lo stesso è valso per le coperture da gravel che abbiamo montato sulla bici del nostro collaudo.

La mescola SpeedGrip Compound di Pirelli

Con un background produttivo che parla di motori, nello sviluppare una gomma da sterrato Pirelli è partita da quanto già in possesso. Nella fattispecie la mescola Speedgrip Compound, nata nel mondo dei rally automobilistici, adattata alla mountain bike e ripresa pari e patta nel gravel. Ovviamente adattata ad un utilizzo che deve garantire maggiore scorrevolezza, considerato che si alterna sterrato ad asfalto.

La carcassa è da 120 Tpi, con una protezione esterna Techwall che ci fa ricordare, casomai ce ne fosse bisogno, perché viene usato il nome “Cinturato”. Un mix di tessuti antitaglio che vediamo nello specifico evidenziato nella versione con para color ocra che abbiamo ricevuto. Sostanzialmente ci troviamo di fronte ad una gomma che offre una protezione efficace a 360°, quindi anche sui lati. D’altro canto l’uso offroad richiede questo.

Il Pirelli Cinturato Gravel M lo troviamo disponibile in diverse versioni. Nel diametro da 28 pollici da 35, 40, 45 sia con fianco Classic (come il nostro) sia nero. Da 50 millimetri di sezione solo con finitura Classic.

Per chi volesse utilizzarlo con ruote da 27,5 pollici, è disponibile con sezioni da 45 (entrambe le finiture laterali) e da 50 millimetri (solo Classic). Il peso dichiarato del nostro, da 40 di sezione, è di 510 grammi. Ma alla nostra bilancia ha persino spuntato qualche grammo in meno.

In modalità tubeless

Il Cinturato Gravel M è anche tubeless ready (e compatibile con cerchi hookless), e così lo abbiamo montato. Istallarlo è stato relativamente facile nella ruota DRC Gdr 700 che avevamo in dotazione, dotata di canale da 24 millimetri. La gomma è venuta su immediatamente solo usando la pompa da officina, senza la spinta del compressore (cosa tutt’altro che scontata). Per quanto riguarda il lattice sigillante utilizzato, è stato necessario un piccolo rabbocco.

Inizialmente abbiamo inserito dalla valvola 60 millilitri per singola copertura. La tenuta iniziale però non era di quelle ottimali, visto che il giorno dopo avevano perso molta della pressione. Essendo gomme, ruote e valvole totalmente nuove di zecca è una cosa tutto sommato che ci si poteva attendere. Ne abbiamo aggiunti altri 20 (scarsi) in seconda battuta, e da lì (letteralmente) la ruota non si è più mossa.

Vi forniamo un dato che sicuramente può interessare a molti. Tra la sezione dichiarata di una gomma e quella poi reale, montata sulla ruota, spesso ci passano belle differenze. Il fattore principale in tal senso è la larghezza del canale interno. Nella DRC Gdr 700 ammonta a 24 millimetri, come abbiamo scritto poco fa. Misurato al calibro, il Cinturato M come sezione reale supera di pochissimo i 42 millimetri. Tutto nella norma, ma è un dato utile che ci sentivamo di darvi nell’ottica delle tolleranze dei telai gravel.

Se si osserva la foto seguente, si nota come la gomma nel telaio della Ghiaia Vintage di Drali abbia ancora spazio sui lati. Ufficialmente il frameset del brand milanese dichiara una tolleranza di 45 millimetri. Importante in tal senso, soprattutto d’inverno, è montare coperture che non scorrano proprio “a filo” con il telaio, altrimenti il rischio è che intasate di fango e detriti vadano a graffiarlo e rovinarlo, alle volte letteralmente a sverniciarlo. L’intera gamma del Cinturato Gravel per gomme da 28 pollici propone, comunque, anche la sezione da 35 millimetri.

Giocando con la pressione

Al momento di regolare la pressione, inizialmente ci siamo rifatti ad un’utile form online proposto da Sram per le gomme, che trovate in questo link. Anche pensando al fatto che i terreni sul quale saremmo andati a provarle proponevano per la maggior parte delle situazioni sterrato tutto sommato leggero, strade bianche e asfalto sì malmesso, ma pur sempre asfalto, le risultanze ci sono apparse un filo troppo basse.

Siamo partiti allora con una combinazione classica per una gravel equipaggiata con i tubeless, considerati i 10 chili abbondanti di peso della bici ed i 74 del ciclista: 3,2 bar posteriori, 3 bar anteriori, 4 decimi circa in più delle indicazioni suggerite. Non capita spesso di fare centro al primo colpo, ma così è andata. Andando avanti col collaudo abbiamo scoperto che valori più bassi risultavano utili sul fango e sui fondi allentati, ma compromettevano molto la scorrevolezza su quelli compatti. Il contrario se regolavamo una pressione più alta.

Un’evidenza che è emersa utilizzando le Pirelli Cinturato Gravel M è che godono di una costruzione che le rende molto reattive ai cambi di pressione. Differenze di 2 decimi di bar si fanno notare eccome, almeno a nostro avviso. Così che pianificando il giro offroad ed analizzando i fondi che avremmo incontrato, potevamo alzare o abbassare per trovare la combinazione più adatta al tracciato.

Un giro totalmente in asfalto lo abbiamo affrontato a 3,5-3,3 bar, sempre mantenendo un piccolo gap tra posteriore e anteriore. Sotto questo punto di vista faranno sicuramente la gioia dei gravellisti più sensibili alla risposta delle coperture. Poi c’è il discorso tenuta…

Uno spettro ampio

L’ultima analisi la lasciamo alla valutazione del disegno del battistrada. Specifico per terreni misti (da qui il suffisso “M”), questa versione del Cinturato Gravel gode di una fascia centrale quasi del tutto continua, quasi fosse una slick, interrotta solamente da brevi intagli disposti in diagonale. Questo si tramuta in grande scorrevolezza su fondi compatti, più che mai su asfalto.

Sempre la stessa fascia centrale in alcuni tasselli alternati presenta delle estensioni verso i lati della copertura angolate di 45°, che su terreni leggermente smossi garantiscono una trazione migliore.

Allontanandosi dal centro, il battistrada presenta due file di tasselli per lato, molto più diradati rispetto alla principale. Quella più esterna è quella che si fa apprezzare di più quando il terreno da “misto” diventa a tutti gli effetti “fangoso”. Se ci si trova a galleggiare su canaline allentate, si sente effettivamente la presa che offrono visto che è ben pronunciata in quanto ad altezza. La gomma tiene e, se si lavora bene col peso del corpo, continua a scorrere sin che è possibile aggrappandosi sui bordi e sfruttando proprio i tasselli, invece di scivolare subito al centro della canalina di cui sopra.

Parte del merito di questa tenuta, anche in curva, è dato dalla flessibilità della carcassa a 120 Tpi. Lo pneumatico chiama in causa la fila di tasselli intermedia, si espande e si “spalma” bene mantenendo sia la trazione che il grip in quelle adrenaliniche situazioni di curva in discesa presa “in pieno”. In altre parole quando si è in piega e contemporaneamente si pedala, e lì se c’è confidenza e fiducia nella gomma ci si diverte un mondo.

Versatile nell’utilizzo e reattivo ai cambi di pressione, ci ha permesso peraltro di apprezzare ancor di più le qualità di una bicicletta d’acciaio sullo sconnesso. La Drali Ghiaia Vintage sui percorsi a noi abituali ci ha consentito di settare una pressione leggermente più alta del solito (se confrontato con telai in carbonio o alluminio), a parità di comfort. Che ha garantito poi maggiore scorrevolezza sui tratti di raccordo in asfalto o su fondi molto compatti, proprio quando le gomme tenute troppo morbide ci farebbero faticare di più.

Il Pirelli Cinturato Gravel M in definitiva rappresenta l’ottimo alleato di una guida attenta e precisa, che va a coprire uno spettro di scenari decisamente esteso. Dal massimo del compatto sino al fango leggero fa sempre il loro lavoro, tanto che ci sentiamo di indicarlo come tubeless allround per tutte le stagioni quando si ha a disposizione una sola coppia di ruote, e non si vogliono cambiar coperture prima di ogni giro.

Il video del collaudo completo della Drali Ghiaia Vintage

Per maggiori informazioni
www.pirelli.com