Quando abbiamo collaudato la Drali Ghiaia Vintage, modello gravel in acciaio, abbiamo apportato alcuni upgrade al setup con la quale la bicicletta è arrivata in redazione. Oltre alle ruote DRC ed ai pneumatici Pirelli, abbiamo anche sostituito la cassetta pignoni in dotazione (una Sram a 11 velocità) con un prodotto della gamma Leonardi Racing.
Vivace protagonista dei prodotti aftermarket da 35 anni a questa parte, il toscano Michele Leonardi si è sempre (e letteralmente) sbizzarrito a creare componenti caratterizzati da leggerezza, funzionalità e frutto di una grande inventiva.
Conosciutissimo in ambito mountain bike, in passato anche “sviluppatore” di attrezzistica di manutenzione per Cannondale (seppur non in veste ufficiale), per l’universo gravel propone principalmente due prodotti. La pedivella Capo (al quale vanno associate le corone specifiche Gecko), e le cassette pignoni General Lee disponibile in due versioni. A 11 velocità con scala 9-45 e a 12 velocità in scala 9-48. Noi abbiamo optato per la prima.
Le caratteristiche della Leonardi Racing General Lee 9-45
La cassetta General Lee 9-45 di Leonardi Racing si presenta con due anime di fatto distinte. Quella numericamente più consistente è rappresentata dai primi 10 rapporti partendo dal basso, che sono ricavati da un blocco unico di acciaio. A garanzia di massima robustezza, sono il frutto di una lavorazione di precisione con macchine a controllo numerico. In totale nelle officine di Leonardi Racing vengono prodotte 12 cassette General Lee 9-45 al giorno.
L’acciaio utilizzato è il 39NiCrMo4 (una lega contenente anche Nichel e Cromo), che è oggetto di ben tre trattamenti termici distinti. Quindi viene unito a pressione l’ultimo ingranaggio, quello con 45 denti, realizzato in Ergal. Anche questo nasce da una lavorazione di precisione, ma per tenere basso il peso (e considerato che è quello di solito meno utilizzato e dunque meno soggetto ad usura) si è scelto appunto l’alluminio. Disponibile in vari colori, nel nostro caso arancio.
Avendo il 9 come primo ingranaggio, la scelta obbligatoriamente è ricaduta su uno standard di ruota libera Xd-r. Scelta peraltro non inedita nel mondo del gravel, visto che anche il Campagnolo Ekar propone il 9 come inizio di due delle sue tre cassette. Ma in questo caso parliamo di trasmissioni a 13 velocità.
Dieci degli undici ingranaggi ricavati da un blocco unico sono un elemento importante in termini di precisione. Come vedremo anche in seguito, quando trarremo le conclusioni sulla fluidità di trasmissione, la distanza tra un elemento e l’altro resta sempre fissa e immutabile. Ad esempio non risente, per capirci, della presenza di distanziali che possono schiacciarsi impercettibilmente a causa del serraggio.
Il lavoro di Leonardi Racing si è però concentrato non solo sulle tolleranze che sono “infinitesimali”, ma anche sull’efficacia di scarichi ed inviti. Il disegno degli ingaggi e quello della superficie è pensato per agevolare i movimenti della catena. Più che mai quando il numero dei denti sale, la differenza con quelli vicini cresce e si rischia di veder la catena “arrancare” per salire, oppure “precipitare” invece di scendere.
A conti fatti, la cassetta Leonardi Racing General Lee pesa 313 grammi. Rispetto a quella che era stata montata sulle ruote dell’allestimento base della bicicletta in collaudo, abbassiamo di oltre due etti il valore alla bilancia. Infatti si scende, e di molto, dai 538 della Sram 11-42. Il costo è di 320 euro.
Tanto per capire…
Qualcuno si sarà chiesto se è solo una coincidenza che il nome richiami quello di una popolare serie televisiva americana degli anni ’80, Hazzard… Se si va a spulciare nel catalogo di Leonardi Racing si scopre come le corone da mountain bike si chiamino Daisy, proprio come una protagonista della serie, interpretata dalla sempre splendida Catherine Bach.
E poi, a coronamento di tutto, l’ultimo pignone è color arancio. Esattamente come quello del Generale Lee, la Dodge Charger protagonista di salti e derapate.
Torniamo a noi: per istallarla sulla ruota libera delle DRC Gdr 700, è stato necessario utilizzare un distanziale. Una piccola regolazione alle battute interne ed esterne del cambio Sram Rival 1x, quindi bella lubrificata ed eccoci pronti a partire.
Un range del 500 per cento
Andiamo ad analizzare numericamente la Leonardi Racing General Lee 9-45. Sulla cassetta troviamo questa dentatura in sequenza: 9–11–13–15–17–20–23–27–32–38–45. Partendo dal 9 e arrivando al 45, abbiamo che lo sviluppo metrico viene quintuplicato, quindi con un range del 500 per cento.
La cassetta Sram PG-1130 che era in dotazione, 11-42, ha questa successione: 11–13–15–17–19–22–25–28–32–36–42. Il range è del 382 per cento. Considerando lo sviluppo metrico calcolato sulla circonferenza della ruota di 2.200 millimetri (28 pollici con gomma da 40 di sezione), e con corona anteriore da 42 denti, la General Lee passa da un minimo di 2,05 metri percorsi per singolo giro di pedivella (42/45), ad un massimo di 10,27 metri (45/9). Con la Sram si è più stretti sullo sviluppo minimo (2,20 metri, 42/42) e più corti sulla combinazione più impegnativa (8,40 metri, 42/11).
La General Lee arriva sotto lo sviluppo “uno a uno”, ma vediamo anche l’andamento e la successione in questo grafico. Sull’asse delle ordinate viene indicata la distanza in metri.
Per l’orientamento degli assi, si procede dal rapporto più agile a quello più duro. Da come si vede nell’andamento, entrambe presentano una successione tendenzialmente lineare nella prima metà. Poi gli scarti aumentano e la General Lee soprattutto negli ultimi due passaggi subisce una bella “impennata”, con un balzo di oltre tre metri di sviluppo metrico tra il 42/13 e 42/9.
La Sram questo passaggio lo contiene in 2 metri e 24 centimetri. Tutto comunque nella norma, considerato che sono dentature che si utilizzano quando le velocità sono molto alte, e si gode comunque di un’inerzia di pedalata presumibilmente consistente. Che fa sentire il passaggio, per così dire, meno brusco…
Un paio di uscite, poi…
Non avevamo dubbi in proposito sul fatto che sarebbero servite almeno un paio di uscite e qualche registratina al deragliatore posteriore per consentire alla General Lee 9-45 e alla catena di iniziare a parlare la “stessa lingua”. E’ una prassi standard quando si fa lavorare una cassetta nuova di zecca con una catena già usata, ma in generale quando si accoppiano due componenti “sconosciuti”. Occorre che le parti che si vanno ad interfacciare si consumino un filo, tanto al termine di ciascuna pedalata procedevamo di cosiddetto “fine tuning” sul registro del cambio per ottimizzarne i movimenti.
Dopo circa 200 chilometri di utilizzo la trasmissione ha iniziato a lavorare in maniera praticamente perfetta. Salite e discese della catena sono risultati veloci e senza saltelli o tentennamenti di sorta. In particolare, molto interessante da questo punto di vista è la facilità con la quale si raggiungono gli ultimi due rapporti, il 38 e il 45, partendo dal 32. Sfruttando anche gli inviti specifici, la catena si arrampica sempre bene e senza troppa fatica. Cosa non scontata quando si lavora con dentature molto ampie, e quando si sale rispettivamente di 6 e 7 denti.
Va detto che con il 38 in penultima posizione, il 45 lo si tiene buono per i tratti maggiormente ripidi, a mo’ di combinazione di sicurezza quando le pendenze suggerirebbero invero di scendere di bici e spingere. Un discorso simile si può fare per il pignone a 9 denti.
Tendenzialmente lo si utilizza poco, perché occorrono buone gambe per mulinare con gomme gravel, e presumibilmente su sterrato, un rapporto che va oltre i 10 metri di sviluppo metrico. Di norma difficilmente si scende sotto il 13, nei tratti in pianura più scorrevoli si può arrivare all’11. Il 9 al limite lo si tiene per le grandi discesone.
La variabile plateau
Quanto abbiamo detto vale con il 42 anteriore che abbiamo trovato sulla Drali Ghiaia Vintage che abbiamo collaudato. Una cassetta come la General Lee 9-45 dotata di un range tanto ampio, a nostro modo di vedere ha maggior ragione di esistere con una corona da 40 o anche da 38 denti.
Utilizzando un plateau da 40, il rapporto massimo (40-9) scende sotto i 10 metri (9,78 per la precisione). Così come gli scarti nella parte dura della trasmissione (i passaggi tra 13, 11 e 9) sono più contenuti a livello di distanza percorsa per singolo giro di pedivella, e dunque maggiormente utilizzabili.
Il risultato che si ottiene con corone più piccole è che si taglia lo sviluppo massimo, che si utilizzerebbe di rado, andando conseguentemente a restringere i salti tra un passaggio e l’altro nel resto della dentatura. Dall’altro lato della cassetta tutto diventa ancora più agile, ma questo altro non è che la conseguenza aritmetica.
Fermo restando che la scelta della corona anteriore è molto personale e dipende anche dal grado di allenamento, oltre che da quanto si intende andare a fare. In ottica gravel race, tanto per dire, uno sviluppo oltre i 10 metri può invece far comodo. Sostanzialmente con un range tanto ampio la General Lee 9-45 permette di scegliere le combinazioni che si desiderano, e sempre con uno spettro più esteso rispetto allo standard.
Un upgrade di qualità
La Leonardi Racing General Lee 9-45 è sicuramente perfetta come upgrade per qualsiasi tipo di gravel. Più che mai se ci si orienta su un gravel adventure fatto di tratti anche ripidi, o quando la bici è carica di borse e l’agilità viene perlomeno ben vista. Frutto di meccanica di precisione e con un peso contenuto (oltre 200 grammi rispetto ad un componente standard), permette di fare un bel salto di qualità alla bicicletta. Ad un costo che tutto sommato è in linea con quanto proposto.
Per maggiori informazioni
www.leonardiracing.com