DRC Gdr 700: le ruote tuttofare del gravel (e non solo)

Le ruote DRC Gdr 700
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Nel corso del collaudo della Drali Ghiaia Vintage, modello gravel in acciaio, ci siamo sbizzarriti ad apportare alcune modifiche all’allestimento. L’attenzione è andata sulle ruote, indirizzando la nostra scelta su un marchio italiano di Lentate sul Seveso (MB) che si sta facendo conoscere negli ultimi anni, forte di un esperienza comunque decennale nel settore. DRC per l’allroad propone un set che fa della robustezza e della versatilità il suo credo. Parliamo del modello GDR 700.

Le caratteristiche delle DRC Gdr 700

Se vogliamo dirla tutta, queste ruote di DRC le avevamo nel mirino da tempo. La Drali Ghiaia era dunque l’occasione perfetta per testarle su un mezzo che fosse anche un filo anticonvenzionale. Telaio in acciaio innanzitutto, anziché carbonio o alluminio, per una bici sì pronta a tutto, ma meglio ancora indicata per le grandi avventure.

Chi pedala in ambito allroad e magari flirta con il bikepacking, infatti, ancora più che al peso deve guardare alla robustezza e all’affidabilità. Parlando di ruote viene quasi automatico allora sconsigliare un set troppo leggero o complesso nella sua parte “hardware”.

Le DRC Gdr 700 fanno allora proprio della semplicità il loro credo. Innanzitutto il cerchio, in alluminio nero a finitura satinata con altezza di 25 millimetri, e soprattutto un canale interno da 24 millimetri. Una dimensione che permette di montare agevolmente coperture sino a 40 millimetri, ma con la sensazione che anche una sezione maggiore (45 ad esempio) possa starci benone. Pensando pure al fatto che il minimo utilizzabile sulle Gdr 700 sono 25 millimetri, questo le rende teoricamente eleggibili anche per il mondo road. Anzi, neanche tanto teoricamente…

I mozzi sono uno dei punti forti di queste ruote, e rappresentano il frutto di una lavorazione meccanica di precisione tutta italiana: Anche a vederli trasmettono una sensazione di assoluta solidità. Tutti in alluminio, con corpo oversize, ospitano 24 raggi a testa dritta a doppia forgiatura.

Il fatto che siano a testa dritta garantisce maggiore solidità, e tutto ciò facilita non solo il montaggio e la tensionatura generale della ruota, ma anche l’eventuale manutenzione “in itinere”, visto che le nipples esagonali in ergal sono tenute rigorosamente nella parte esterna.

Con i 775 grammi dell’anteriore, e gli 885 della posteriore, a conti fatti siamo a 1.660 grammi. Un valore che per un set in alluminio è assolutamente valido, pensando che le dirette concorrenti in lega leggera da “primo montaggio” raramente restano sotto i 1.800 grammi, e spesso superano i 1.900 con hardware tutt’altro che raffinato. Certo, pesano di più di una coppia di ruote in composito. Ad esempio rispetto alle Zipp 303 pagano un dazio di più di 300 grammi. Ma è vero anche che quello stesso set oltre a costare intorno ai 2.000 euro, appare anche meno indicato per l’adventure in senso stretto.

Le DRC Gdr 700 costano 325 euro l’anteriore, 365 euro la posteriore per un totale di 690 euro la coppia. Anche come prezzo a nostro avviso si rivelano molto concorrenziali. Da segnalare che l’innesto per il disco è di tipo Center Lock.

Pronte a tutto

Le DRC Gdr 700 le abbiamo utilizzate in modalità tubeless, con nastro e valvole già montati dalla casa madre che ci ha fornito anche la ruota libera XDR per la cassetta pignoni Leonardi Racing General Lee 9-45. Per istallare le Pirelli Cinturato Gravel M è stato necessario in po’ di lattice in più del solito (circa il 20 per cento), ma essendo al primo vero utilizzo tutto è rientrato nella norma.

Per quanto riguarda cassetta e gomme vi rimandiamo alle recensioni che abbiamo prodotto a parte. Le DRC Gdr 700 sin dalla primissima pedalata trasmettono una sensazione di “meccanica” in senso stretto, che rimanda un po’ a quelle ruote assemblate che si utilizzavano in ambito road non più tardi di un quarto di secolo fa.

Si comperava il cerchio, si sceglieva il mozzo, le due parti si assemblavano saggiamente e sostanzialmente si disponeva di una coppia dalla durata eterna. Solo poi sono arrivati i set completi con caratteristiche intrinseche e specifiche (come un numero minore di raggi, mozzi dalle flange oversize, nipples interne), e utilizzando materiali quali alluminio, titanio, ergal, carbonio…

Le DRC Gdr 700 richiamano proprio a quei modelli lì a nostro avviso, quelli di una volta. Innanzitutto il primo impatto ci ha messo sul piatto una proverbiale scorrevolezza. Anche partendo da basse velocità in discesa si guadagnano immediatamente giri, cosa che trova poi conferma anche nelle uscite di curva. E le punte di velocità vengono tenute agevolmente, nonostante non stiamo parlando di cuscinetti ceramici. Certo è che quelli utilizzati sono senza il minimo dubbio di ottima qualità.

Sullo sterrato e sulle sconnessioni entra in gioco tutta la ruota nel suo complesso. La base relativamente larga offre tanta stabilità perché, come nel nostro caso, consente ad una copertura da 40 di sezione (quella più in voga nel gravel) di stagliarsi comoda senza costrizioni di sorta.

La reazione del set di fronte alle sconnessioni è sempre prevedibile, in quanto cerchio, flange del mozzo e raggi a testa dritta rispondono insieme, sulla stessa stessa direttrice e pertanto in maniera lineare. Diciamo senza sorprese…

Andando avanti col collaudo abbiamo cercato di osare di volta in volta un po’ di più, anche andandoci dentro le buche piuttosto che evitandole. Il risultato è che le DRC Gdr 700 ci hanno dato una sensazione quasi di indistruttibilità… Sicuramente di solidità, sottolineando anche che pur in mezzo a sentieri infangati e detriti tipici delle uscite invernali, non ne sono uscite minimamente scalfite, neanche nell’elegante grafica laserata argento su base nera. Praticamente intatte dopo un buon numero di chilometri “difficili”.

Per questo ci sentiamo di consigliarle a chi si dedica al gravel adventure in primis, confidando nel fatto che non sfigurano neanche in ambiti più veloci e impegnativi. Con un pensierino anche al segmento road, perché con un costo tutto sommato abbordabile (ricordiamo, siamo sotto i 700 euro…) rappresentano un upgrade qualitativo e “sostenibile” a coppie di ruote entry level molto più pesanti e quasi sempre meno scorrevoli di queste.

Il video del collaudo completo della Drali Ghiaia Vintage

Per maggiori informazioni
www.drc.it