Maratona delle Dolomiti 2022 / Stagni, ecco perché dovremmo credere alla sua vittoria

Stefano Stagni taglia il traguardo della Maratona delle Dolomiti a braccia alzate (foto Freddy Planinschek)
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La polemica attorno alla vittoria della Maratona delle Dolomiti di Stefano Stagni è ormai da qualche giorno l’argomento principale del mondo delle Gran Fondo. Il popolo del Web come al solito si è diviso tra innocentisti e colpevolisti, anche se, a dir la verità, la seconda parte è stata decisamente più rumorosa, anche con commenti fuori luogo.

La polemica, come ci ha detto l’organizzatore Claudio Canins, è deflagrata a caldo, subito dopo la Maratona del 3 luglio, ma poi non se è più parlato fino a pochi giorni fa. In tanti hanno accusato Stefano Stagni di aver barato e utilizzato un motorino sulla sua bici, portando molti argomenti per sostenere questa tesi. Tra questi, la bici sparita al traguardo, i tempi in salita, i gesti delle mani sul manubrio, il file Strava. Tutti sospetti, più o meno attendibili, ma ad oggi di prove reali non ne sono state portate. Lo stesso Michil Costa, storico patron dell’evento di Corvara, in una recente intervista ha dichiarato che «In assenza di prove certe, non si possono fare accuse». Stagni, quindi, a tutti gli effetti, resta a pieno titolo il vincitore della Maratona delle Dolomiti 2022.

Premesso questo, proviamo a metterci dalla parte di Stefano Stagni e proviamo soprattutto ad analizzare i fatti con assoluta neutralità, cercando di capire il motivo di determinati comportamenti. Perché prima di accusare qualcuno di aver vinto una corsa storica utilizzando un motorino, bisogna avere delle prove certe, non bastano qualche foto e un video molto confuso, oltretutto nel finale di gara, con il corridore del Faenza Factory Team ormai lanciato da solo verso il traguardo.

Stefano Stagni: in diretta tv alla Maratona è impensabile poter barare

Partiamo dal gesto della mano destra che si vede nel video diffuso sui social. Ha creato molti dubbi in chi guardava e tanti ci hanno visto un gesto sospetto per azionare un pulsante. La Maratona è un evento importantissimo e il fatto che sia in diretta tv è un deterrente per chi vuole “barare”. Ne sa qualcosa Alfonso Falzarano, che proprio grazie alla prova tv a Corvara fu squalificato nel 2009 dopo aver gettato in corsa una bustina di integratori.

Cercare di barare davanti a tutti, lo troviamo, oltre che molto rischioso, anche molto stupido. E ci risulta davvero difficile pensare che Stagni venga “contestato” per quel movimento della mano, quando tra l’altro era da solo a pochi chilometri dal traguardo. Non aveva motivo di “accendere” il presunto motorino della sua bici proprio in quel punto. Crediamo più a un gesto involontario, come ha dichiarato lui stesso a fine corsa.
E in assenza di foto che testimonino il contrario, crediamo anche che sia plausibile che la sua bici, lasciata all’arrivo per le interviste e le successive premiazioni, sia davvero stata presa in consegna dalla squadra, e non fatta “sparire” volontariamente.

La schermata della sua attività su Strava, segnalata dagli utenti e bloccata dalla piattaforma social

Il file Strava poteva anche non caricarlo…

Strava è il social per eccellenza degli sportivi e conta circa 80 milioni di utenze attive, con funzioni gratuite e Premium, dedicate a chi ha un abbonamento. E’ davvero difficile pensare che chi vuole barare alla Maratona delle Dolomiti poi decida di uplodare il file della corsa. Stagni, infatti, avrebbe potuto inventare qualsiasi scusa per giustificare il mancato caricamento della sua attività.

Invece l’ha caricata online e la stessa è stata bloccata dalle molte segnalazioni arrivate. La segnalazione può essere fatta da qualsiasi utente, motivando con un commento. Capite che è facilissimo arrivare al blocco di una prestazione, soprattutto quella di una vittoria contestata.

Prestazione incredibile, ma non è stato l’unico ad andare così forte

Passiamo poi alle prestazioni vere e proprie. Okay, in molti hanno portato come prima “prova” i tempi e i watt realizzati da Stagni. Da quando è stato cambiato il percorso, quello realizzato da Stefano (4 ore 27’33”) è il secondo tempo assoluto della Maratona delle Dolomiti. E’ pur vero che lo scorso anno Fabio Cini impiegò 4 ore 31′, soltanto 4 minuti in più. E quest’anno, il secondo al traguardo, Tommaso Elettrico, ha impiegato 4 ore 29’04”; il terzo, Goncalo Freitas, ha chiuso in 4 ore 29’58”. Sono tutti tempi eccezionali.

Il risultato più contestato a Stefano è stato però quello realizzato dall’inizio del Colle Santa Lucia all’attacco del Giau, in cui ha impiegato oltre venti secondi meno di Damiano Caruso al Giro d’Italia 2021. Stefano si è difeso dicendo di «Aver fatto una tirata pazzesca proprio in quel punto, poi sul Giau ho impiegato 4 minuti più di Nibali al Giro, mentre sul Falzarego ho realizzato lo stesso tempo del 2021». Dati impressionanti, ma anche Fabio Cini, in un suo commento su Strava, ha dichiarato che «Non è impossibile fare un tratto del genere a quel ritmo quando sei a tutta, se fino ad allora ti sei risparmiato».

Il podio della Maratona delle Dolomiti. Da sinistra, Tommaso Elettrico, Stefano Stagni e Goncalo Freitas (foto Freddy Planinschek).

Stagni ha vinto il medio della Maratona 2019

Per ultimo, alcuni utenti di Strava hanno tirato in ballo i wattaggi realizzati, ma quelli che si vedono sul social sono soltanto le stime presunte e non i dati reali. In assenza di quelli, fare dei raffronti è davvero impossibile.

Chiudiamo con un dato che non tutti considerano. Stefano Stagni non è stato un super vincente nelle passate stagioni, è vero, ma non è neanche l’ultimo arrivato. Ha vinto molto nel 2019, tra cui proprio il percorso medio alla Maratona delle Dolomiti, oltre che il corto di Marcialonga e Sportful Dolomiti Race. Non proprio tre corse a caso. In una intervista esclusiva rilasciata a www.quicicloturismo.it pochi giorni fa ha dichiarato di aver dato mandato al suo avvocato di tutelare la sua persona con eventuali denunce.

Perché in assenza di prove certe, lo ripetiamo, la sua vittoria alla Maratona delle Dolomiti non può e non deve essere messa sotto accusa. Tutti ora lo aspettano al varco, ma gli unici a dover dimostrare qualcosa sono i suoi accusatori.