I manubri moderni hanno cambiato radicalmente il modo in cui percepiamo la guida della bicicletta, soprattutto rispetto ai modelli tradizionali. Con un design evoluto, pensato per migliorare il comfort nelle lunghe pedalate, questi manubri presentano differenze significative, in particolare nel drop e nel flare, e offrono esperienze di guida che non si possono paragonare a quelle del passato. La filosofia alla base di questi cambiamenti è quella di favorire una posizione più comoda, con le mani sulle leve per periodi più lunghi, una caratteristica che si è imposta con il ciclismo moderno e l’aumento delle distanze percorse.
Drop e flare: nuove ergonomie dei manubri moderni
Un aspetto chiave che distingue i manubri moderni da quelli del passato è il drop. In passato, il drop era spesso più accentuato, con l’idea che permettesse al ciclista di assumere una posizione più aerodinamica e aggressiva. Tuttavia, oggi la tendenza è quella di ridurre il drop, rendendo la posizione sulla bici più accessibile e meno stressante per il corpo, soprattutto durante le lunghe pedalate.
Il flare, ovvero l’angolazione del manubrio, ha visto un notevole aumento negli ultimi anni. Questo accorgimento è pensato per favorire un miglior controllo della bici e una maggiore comodità nelle lunghe ore di pedalata, permettendo al ciclista di mantenere una posizione più naturale e rilassata, soprattutto in presa alta. Il flare è particolarmente evidente nei manubri integrati, dove l’inclinazione delle leve e la forma più larga delle estremità migliorano la presa e il comfort, riducendo l’affaticamento delle mani e dei polsi.
Le sensazioni di guida
Nel corso dei nostri collaudi, abbiamo osservato una differenza molto interessante nella sensazione di guida tra la presa alta e quella bassa. Quando si prende il manubrio in posizione alta, spesso la sensazione è quella di essere “giusti”, con una postura che sembra naturale e comoda, particolarmente adatta per distanze lunghe o per un’andatura più rilassata. La posizione alta favorisce una maggiore apertura delle spalle e riduce il carico sulle articolazioni, rendendola ideale per il comfort nelle lunghe pedalate.
Tuttavia, quando si scende nella presa bassa, la sensazione cambia. Spesso ci si sente un po’ più “corti”, come se il corpo fosse costretto a una posizione più angolata, che può risultare meno confortevole su lunghi tragitti. Questo è il compromesso che bisogna affrontare quando si cerca una maggiore aerodinamicità, un aspetto che può essere fondamentale nelle gare o nelle pedalate ad alta intensità. Qui entra in gioco una linea di confine molto sottile: quella tra una posizione che offre efficienza e una che garantisce comfort. La corretta regolazione della presa bassa non è mai banale e dipende molto dalla conformazione del ciclista e dalle sue preferenze individuali.
Strutture piatte del manubrio: un dilemma aggiuntivo
Un altro fattore che complica la scelta della posizione ottimale è la struttura spesso piatta della parte centrale del manubrio, una caratteristica comune nei modelli moderni. Questa piattaforma centrale può essere un’ottima soluzione per migliorare l’aerodinamicità e la stabilità, ma al contempo può ridurre la possibilità di trovare un punto di appoggio confortevole per le mani, soprattutto quando si alternano tra la presa alta e quella bassa. La sensazione di “mancanza di presa” in alcune situazioni può essere sgradevole, e non sempre il design del manubrio riesce a soddisfare le aspettative di tutti i ciclisti, specialmente quando si pedala per ore.