Carbo/ora mania: cosa dice la scienza sull’alimentazione in bici?

Alimentazione
Si parla sempre più spesso di carbo-ora, l’abitudine di consumare carboidrati ogni 30-40 minuti durante l’attività fisica.
Reading Time: 3 minutes

Negli ultimi anni, l’alimentazione durante l’attività fisica, in particolare durante le uscite in bicicletta, è diventata un argomento ampiamente discusso e sempre più focalizzato su un unico concetto: le “carbo-ora”. Questo termine si riferisce all’abitudine di consumare carboidrati ogni 30-40 minuti durante l’attività fisica, una teoria che si basa sull’idea che il corpo, una volta esaurite le riserve di glicogeno, abbia bisogno di un costante apporto di energia per sostenere le prestazioni.

Attenzione alla “carbo-mania”

Ma ha davvero senso seguire questa filosofia per ogni tipo di uscita, soprattutto se la durata dell’attività è inferiore alle due ore?

La risposta breve è: no, non sempre. L’errore principale di chi segue ciecamente la “carbo-ora mania” è ignorare che ogni ciclista è diverso e che non esiste una formula universale che funzioni per tutti. Quando si pedala per meno di due ore, un ciclista ben allenato, che ha una buona base di preparazione fisica, ha sufficienti riserve di glicogeno per sostenere l’esercizio senza dover ricorrere continuamente all’assunzione di carboidrati. Questo è particolarmente vero se si è mangiato correttamente prima dell’uscita.

Spesso, l’assunzione di carboidrati durante un’uscita breve può addirittura essere dannosa. Troppo nutrimento, infatti, può risultare difficile da digerire, portando a fastidi intestinali come gonfiore, crampi o dissenteria. Questo accade perché il corpo ha una capacità limitata di assimilare una certa quantità di zuccheri, e superare tale soglia può rallentare la digestione e compromettere le prestazioni. In altre parole, mangiare troppo può inibire il processo digestivo e risultare controproducente.

Alimentazione
Alimentarsi con criterio e senza sfociare in eccessi.

Il rischio, quindi, non è solo di consumare troppo zucchero, ma anche di cadere vittima di un mito alimentare che, più che aiutare, diventa un ostacolo. Questa tendenza ha portato molti ciclisti a credere che senza l’assunzione regolare di carboidrati non si possano ottenere buone prestazioni. Questo può essere vero per lunghe distanze o per allenamenti prolungati, ma non è affatto necessario seguire questa regola alla lettera per ogni uscita. Se l’alimentazione pre-uscita è stata equilibrata e si è ben nutriti, non è necessario forzare un’assunzione continua di carboidrati.

La componente psicologica nell’alimentazione

Inoltre, un altro fattore che spesso viene sottovalutato è la componente psicologica. La cultura delle “carbo-ore” ha fatto sì che molti ciclisti si sentano obbligati a seguire le regole alimentari per paura di compromettere le proprie prestazioni. È facile cadere nella trappola mentale di pensare che, se non mangiamo ogni 30 minuti, la nostra performance ne risentirà, anche se non ce n’è bisogno. In realtà, ogni ciclista dovrebbe imparare a conoscere il proprio corpo, capire le proprie necessità alimentari e non farsi influenzare troppo dalle tendenze del momento.

Il corpo umano è in grado di adattarsi, e la capacità di sfruttare le riserve di glicogeno cambia in base al livello di allenamento e alla durata dell’esercizio. Perciò, non bisogna necessariamente seguire una regola rigida come “mangia ogni 30 minuti”, soprattutto se si affronta un’uscita di meno di due ore. Piuttosto, la chiave è trovare un equilibrio che funzioni per sé, imparando a monitorare la propria energia durante l’attività e regolarsi di conseguenza.

In attività prolungate, come quelle che superano le tre ore, può essere utile introdurre dei rifornimenti, ma anche in questo caso è fondamentale capire quale tipo di nutrimento è più adatto al proprio corpo. L’assunzione di carboidrati è fondamentale quando l’intensità dell’esercizio è elevata e le riserve di glicogeno si esauriscono. Tuttavia, anche in queste situazioni, non bisogna esagerare: un eccesso di zuccheri può causare disturbi digestivi e influire negativamente sulle prestazioni.