La Firenze-Pistoia 1870 è stata la prima gara ciclistica in Italia e il 2 febbraio scorso c’è stata la rievocazione di questa manifestazione. Una trentina di chilometri spettacolari, dal Parco delle Cascine di Firenze a Piazza del Duomo a Pistoia. Una manifestazione unica che il Tour de France ha scelto come come primo evento collaterale per la sua storica partenza dall’Italia. E un manipolo di questi appassionati ha salutato la Boucle, anticipando i professionisti al Grand Depart da Firenze, ricevendo gli applausi di tutti i tifosi.
Un manipolo di appassionati, capitanati da Michela Piccioni, ha pedalato nel centro di Firenze, con abiti e bici storiche. Erano in 12, due donne e dieci uomini: un “Bartali”, un “Nencini” e due “Alfonsine”. E allora abbiamo raggiunto al telefono la promotrice di questo evento (che è anche una degli organizzatori della Firenze-Pistoia) per farci raccontare le emozioni di questa pedalata.
Michela, quando è nato tutto?
E’ nato quasi per caso, prima di svolgere la Firenze-Pistoia di quest’anno. Visto che la nostra manifestazione è nata a Firenze nel 1870, abbiamo fatto richiesta al Tour de France per avere il patrocini e il logo ufficiale. Hanno risposto in pochissimi giorni.
E come siete arrivati al Grand Depart di Firenze?
Eravamo il primo evento collaterale “ufficiale”, quindi ci è venuto in mente di fare richiesta per essere anche l’ultimo prima dello start. Ci siamo confrontati anche con Davide Cassani, che ci ha consigliato. Così abbiamo conosciuto Christian Prudhomme, che ci ha dato subito l’okay. Ma all’inizio non ci abbiamo creduto.
Quali biciclette avete usato?
E’ stata una bella ricerca. Erano tutte biciclette del 1910. Dieci francesi e due italiane, quelle utilizzate da chi impersonava Bartali e di Nencini.
Che tragitto avete fatto?
Siamo partiti dallo start ufficiale e abbiamo pedalato nel centro storico, passando su Ponte Vecchio e risalendo verso Piazzale Michelangelo. Poi ci siamo fermati al “chilometro zero”. Eravamo emozionatissimi prima del via, ma c’era anche tanta tensione.
Per quale motivo?
Perché con il Tour de France abbiamo gestito la cosa per e-mail e avevamo tutte le rassicurazioni, in formato digitale. Ma so che in queste cose i problemi possono essere molti, anche all’ultimo istante.
E invece?
Poi pochi minuti prima della partenza è arrivato Thierry Gouvenou, che è il direttore tecnico di Aso, che ci ha accompagnato personalmente allo start. E in quel momento abbiamo iniziato a sognare.
Ci racconti questa emozione…
Basterebbe una foto per descriverla, quella del passaggio su Ponte Vecchio, scattata da Lorenzo Cantini. Ci ha fatto i complimenti anche Christian Prudhomme e i francesi sono rimasti contentissimi. Il Tour de France è un evento mondiale, uno dei più importanti, e ci veniva da piangere mentre pedalavamo. L’entrata nel centro storico è stata super emozionante, tra due ali di folla e i ragazzi delle ammiraglie ci scattavano foto e video. Ancora non ci sembra vero. Un’esperienza unica, ne siamo consapevoli, che accadrà mai più. Eravamo al Tour, con le nostre bici d’epoca. E per noi resterà per sempre un sogno che si è realizzato!