Terzo capitolo del nostro viaggio all’interno degli stabilimenti Polini. Nel primo abbiamo introdotto la storia e alcuni dei prossimi progetti del brand bergamasco, amatissimo tra gli appassionati di motori per via dei loro sempreverdi kit di elaborazione. Un brand che solo qualche anno orsono ha deciso di intraprendere la via delle power unit elettriche per biciclette a pedalata assistita, con risultati che oggi praticamente parlano da soli.
La piattaforma EP3+ sta conquistando fette di mercato sempre più consistenti, in particolare tra i costruttori italiani. Ma anche all’estero le motorizzazioni Polini iniziano a far parlare prepotentemente di sé. ll motivo? Una costante e pedissequa opera di ricerca e sviluppo per soluzioni sempre più performanti, unita ad una produzione dalla grande flessibilità. E, particolare non da poco, totalmente italiana.
Il Polini EP3+ e le biciclette urban
La piattaforma EP3+ di Polini si declina in tre versioni. Quella con maggiore coppia (ben 90 Nm), la MX, è specifica per le mountain bike dalle grandi escursioni e dal peso consistente. Recentemente è stata annunciata la versione GP, con 80 Nm di coppia, che ben si presta ad un utilizzo road e gravel. Sostanzialmente rappresentano due sviluppi della EP3+ originaria, pensata per bici trekking e all terrain, che abbiamo anche testato su una gravel a pedalata assistita.
Ma la versione per così dire base, con una coppia di 75 Nm, è anche quella che meglio si presta ad un utilizzo urban e dunque alla mobilità del futuro. Per come infatti è strutturata consente di essere utilizzata con la trasmissione a cinghia, un dettaglio molto amato e apprezzato da chi si muove in città a due ruote.
Abbiamo avuto modo di vederla su un telaio, ancora non in commercio, che comprende la doppia sospensione e anche il cambio interno al mozzo, che è il completamento ideale di una bici appunto con trasmissione a cinghia.
Ma ora premi play e guarda il video se vuoi saperne di più.
