La Camera dei Deputati ha votato poco fa la proposta del Ministro Salvini di nuovo Codice della Strada, senza accogliere nessuna delle richieste avanzate da mesi in sede parlamentare e, con grande vigore, nelle ultime settimane dalle associazioni familiari vittime sulla strada e da oltre 40 piazze in tutta Italia, animate da associazioni e attiviste/i per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile.
Ma la mobilitazione delle associazioni dei parenti delle vittime sulla strada, di tante altre organizzazioni e di migliaia di cittadine e cittadini non si fermerà. E anche la Fondazione Michele Scarponi continuerà a promuovere la campagna per dire “Stop al Codice della Strage”.
«Oggi – dichiarano Paolo Pozzi e Angela Bedoni, genitori di Lucia, investita e uccisa a 17 anni, nella notte di Natale del 2004, a Melegnano – è una giornata triste per l’Italia: l’approvazione alla Camera del nuovo Codice della Strada è una brutta notizia perché questa riforma rappresenta un passo indietro per la tutela della vita umana. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: troppe persone muoiono a causa della velocità delle automobili, nel nostro Paese, quasi il doppio rispetto agli altri paesi europei. È la prima causa di morte tra i giovani, proprio come nostra figlia Lucia. Ma il nuovo codice, insieme a decreti e direttive, limita gli autovelox, ostacola i provvedimenti comunali di riduzione della velocità e addirittura delega il governo ad aumentare i limiti, ad esempio. E moltissime altre sono le norme critiche come denunciamo da tempo senza che sia stata accolta nessuna nostra proposta. Per questo motivo chiediamo al Governo Meloni e a tutte le forze di maggioranza e opposizione di riscrivere in profondità insieme alle nostre associazioni la riforma del Codice della Strada, che dovrà essere discussa al Senato nelle prossime settimane, eliminando tutte le gravi criticità dell’attuale testo e inserendo le norme necessarie invece mancanti».
Il nuovo Codice, infatti, è stato appena approvato da uno dei due rami del Parlamento nonostante:
un appello video delle associazioni familiari vittime della strada; una lettera diretta alla presidente Meloni da parte delle associazioni familiari vittime sulla strada, con cui veniva chiesto di mettere in pausa l’approvazione del codice per riscriverlo insieme a loro; 40 piazze in tutta Italia tra il 9 e il 12 marzo, dove associazioni e attiviste/i si sono mobilitate al grido di “Stop al Codice della Strage”; oltre 20.000 email ai parlamentari suddivisi per Regione e oltre 12.000 rivolte direttamente alla Presidente Meloni; oltre 2.500 telefonate ai capigruppo alla Camera, uno strumento usato per la prima volta in italia; ordini del Giorno approvati dai Consigli Comunali e dalle Assemblee di Roma Capitale, Milano, Torino, Bologna, e forti prese di posizione di Brescia, Bergamo, Padova, Verona, Vicenza. Sono molte le altre città in cui Ordini del Giorno simili sono stati presentati e stanno per venire discussi, tra cui: Aosta, Genova, Jesi, Modena, Monza, Perugia.