Verona Garda Gravel, la prima 1.000 del calendario illumina il lago

Tempo di lettura: 2 minuti

La prima edizione della Verona Garda Gravel va in archivio con un successo più che lusinghiero: 202 partecipanti che si sono misurati sui durissimi ma affascinanti percorsi studiati da Sportverona sotto la regia di Giorgio Murari, uno dei più noti e navigati esperti di randonnée ed endurance. L’evento ha avuto la fortuna di godere di una settimana di tregua di maltempo dopo le abbondantissime piogge della vigilia.

Peschiera del Garda, cittadina lacuale della provincia di Verona, ha ospitato la prima 1.000 chilometri italiana dell’anno, questa volta destinata agli amanti dell’offroad. Sì, perché metà della distanza in programma si snodava su strade asfaltate, ma la parte restante su sterrati (394 chilometri) e lastricati/pavé (130 chilometri).

Il percorso era disegnato tra la pianura del Veneto sudoccidentale, gli spettacolari rilievi dell’Alta Lessinia e del Monte Baldo e le Prealpi bresciane, sempre a breve distanza dalle rive del Lago di Garda. Questa versione della VGG, durissima e destinata esclusivamente alle gambe allenatissime, ha visto la partecipazione di 13 appassionati. Il maggior numero di concorrenti ha scelto la classica distanza dei 100 chilometri, che ha registrato 102 partenti. Cinquanta i randonneurs al via della 500 chilometri, 37 quelli che hanno optato per l’opzione small, soli 80 chilometri.

Enormi consensi per l’organizzazione, che ha curato nei minimi dettagli il tracciato, l’accoglienza e soprattutto la sicurezza. «Il lavoro è stato meticolosissimo – spiega Giorgio Murari – così come lo sforzo economico. E’ stato bello vedere arrivare tutti i concorrenti con il sorriso sulle labbra, soddisfatti e divertiti. Questo dà la forza a noi organizzatori per continuare e per divulgare i valori e la sostanza di questa forma di cicloturismo. Resta un po’ di amarezza per i numeri. Noi che ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo lavorato sodo per un anno abbiamo avuto 202 partenti, eventi similari, tanto decantati ma con percorsi noiosissimi e scarse misure per la sicurezza dei ciclisti, hanno visto al via 1.800 appassionati. Prevale chi si vende meglio, tanti praticanti non sono selettivi, seguono l’onda, senza considerare la qualità e molto spesso vanno a spendere molto di più. Siamo un po’ demotivati ma troveremo la spinta per regalare ancora grandi idee al mondo delle randonnée e del gravel».