Un primato tutto italiano quello raggiunto in Giappone da Caterina Zanirato, ciclista-giornalista di Rovigo che gira il mondo con la sua bicicletta. È stata la prima non giapponese ad aver percorso la interamente la Old Nakasendo Road, l’antica via di collegamento tra Kyoto e Tokyo nel periodo Edo, che ancora oggi attira migliaia di pellegrini affascinati dalla storia feudale giapponese. Lungo il percorso, che si snoda in circa 600 km di strade sia asfaltate sia sterrate che attraversano le Alpi giapponesi, infatti, si attraversano le 69 città postali che un tempo permettevano le comunicazioni nell’antico impero, e sono quasi tutte architettonicamente conservate come allora: case in legno, sale da the che ospitano i pellegrini lungo i passi di montagna, mulini a vento, strade ciottolate chiuse al traffico veicolare, assenza di cavi elettrici.
La Nakasendo road è stata creata nel periodo Edo (nel 1600, quando lo shogun Tokugawa prese il potere fino al 1845): una sorta di “autostrada” dell’epoca feudale giapponese che collegava la capitale imperiale di Kyoto a Edo (l’odierna Tokyo), sede dello shogunato. Lungo il percorso sorgono 69 paesi “postali” ovvero villaggi dove si potevano inviare le proprie comunicazioni proprio grazie al continuo passaggio di samurai e Daimyō (signori feudali) con le loro famiglie.
Un’impresa non facile, dato che conta circa 6600 metri di dislivello spesso su sterrato. Caterina si è preparata a lungo durante l’estate e ha percorso la Nakasendo road con una gravel firmata Guerciotti, portata dall’Italia, equipaggiata di un bikepacking leggero e materiale tecnico fornito da RideXtreme di Este (Pd). In tutto, il percorso tra Tokyo e Kyoto l’ha portato a termine in 7 giorni, con tappe di circa 100 km al giorno, ricevendo un attestato per essere stata la prima straniera ad averlo portato a termine completamente in bicicletta nella città postale di Unumajyuku, a circa 140 km dalla sua entrata trionfale a Kyoto.
Lungo la Nakasendo road si incrociano pochi stranieri, essendo popolare soprattutto tra i pellegrini giapponesi, e per di più pochissimi di loro parlano inglese: per portare a termine questa sfida Caterina ha dovuto anche studiare il giapponese, per potersi destreggiare tra le mille evenienze che un viaggio del genere comporta. «Sono molto stanca, psicologicamente e fisicamente, ma sono davvero felice e ho il cuore pieno di emozioni – racconta Caterina -. Attraversare le montagne giapponesi durante l’autunno comporta immergersi nei colori autunnali degli aceri e degli alberi di Ginko, che accendono ogni panorama di un rosso e di un giallo brillante. Conoscere a fondo la cultura rurale giapponese, oltre che la sua storia millenaria, è sempre stato il mio sogno e grazie a questo viaggio sono riuscita a connettermi con la vera essenza di questo affascinante paese, imparando la lingua, studiando le loro usanze e arrivando a saper indossare un tradizionale kimono per celebrare il risultato ottenuto. Il fatto di essere stata la prima straniera, inoltre, mi rende particolarmente orgogliosa perché ora le nostre anime saranno legate per sempre. E davanti a questo ogni fatica scompare. Ringrazio ovviamente Guerciotti e RideXTreme che mi hanno supportato con tutto il materiale tecnico necessario ad affrontare le rigide temperature di montagna, i giorni di pioggia e le strade scoscese».
Durante la sua permanenza in Giappone, Caterina Zanirato ha raccontato il suo viaggio attraverso il suo profilo Instagram (@caterinazanirato) e a breve usciranno vari reportage oltre che un libro su questa sua avventura con tanto di consigli pratici per i cicloviaggiatori che vogliono cimentarsi con il Giappone.