Pusateri e l’ultracycling: «Comincia la mia grande avventura con Merida»

Da sinistra, l'Ad Merida Italia Paolo Fornaciari, Andrea Pusateri e Simone Maltagliati, Marketing Director Italia di Merida
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Dieci volte campione italiano di ciclismo paralimpico, una vittoria e quattro podi in coppa del mondo. Sono questi i risultati che costruiscono l’identikit da campione di Andrea Pusateri, ciclista 30enne di Triuggio (MB). Dal 2019 non pratica più attività su strada e dopo una parentesi nel triathlon, durata solo 3 anni, dalla prossima stagione si dedicherà all’Ultracycling. Merida ha scelto di accompagnarlo in questa sua nuova esperienza e noi eravamo presenti alla consegna della sua nuova bicicletta nella sede di Reggio Emilia. Andrea ha scelto di pedalare su “Scultura”, un telaio super leggero, confortevole e veloce: il connubio perfetto per la nuova avventura sulle lunghissime distanze.

Andrea raccontaci chi sei.
«Sono nato in Friuli ma da tutta la vita vivo nella provincia di Monza, precisamente a Triuggio. La mia storia ciclistica parte da lontano, da quando a 3 anni, in un incidente, ho rischiato di perdere entrambi gli arti inferiori. Grazie al miracoloso intervento dei medici la mia gamba sinistra è stata salvata, mentre quella destra è stata amputata. Mi sono avvicinato al ciclismo grazie alla passione trasmessa da mio zio e nel 2008, a 14 anni, ho esordito nelle competizioni para ciclistiche».

Com’è stato l’esordio?
«Era un campionato italiano su strada a Varese, ha piovuto per tutta la durata di gara e io corsi con una mountain bike! Nonostante le condizioni meteo avverse e la grande differenza d’età con gli avversari (nel ciclismo paralimpico non esistono categorie d’età, ndr.) riuscì a divertirmi e mi innamorai di questo sport».

La tua vittoria più bella?
«La prova di coppa del mondo a Maniago, nel 2015. Tre mesi prima subì un grave incidente durante un allenamento sulle strade di casa, rimasi 25 giorni in ospedale, di cui 7 in coma farmacologico. Ricordo ancora oggi ogni istante degli ultimi chilometri di corsa, l’ultima curva e la volata vincente. Alzare le braccia al cielo indossando la maglia da campione italiano non ha prezzo, una gioia infinita».

Perché hai scelto l’Ultracycling per il tuo futuro?
«Sono una persona che ha sempre bisogno di nuovi stimoli: nel 2019, dopo 11 anni a competere ad alto livello nel para ciclismo, ho deciso di “cambiare aria” e dedicarmi ad altro. Il triathlon mi ha appassionato fin da subito, però ho riscontrato delle difficoltà nel nuoto in acque libere. Dopo aver portato a termine il mio primo Ironman ho deciso di tornare a fare quello che so fare meglio, ovvero pedalare.
Esordirò alla “Race Across Italy” il 4 maggio 2024 e per iniziare ho scelto di competere sulla distanza di 300 chilometri».

Come vedi il movimento para ciclistico italiano? Ti spiace non farne più parte?
«Credo che ci sia ancora molto da fare per portare il para ciclismo ai livelli del ciclismo per normodotati. Ad esempio, mi piacerebbe che i giovani venissero maggiormente valorizzati, sono loro il nostro futuro e sono sicuro che in Italia ci siano tanti ragazzi che potrebbero e vorrebbero praticare para ciclismo ad alto livello. Nella mia carriera ho ottenuto tanti risultati e non ho grandi rimpianti, forse avrei voluto avere una carriera più longeva, infatti il mio ritiro è avvenuto a soli 26 anni…».

Com’è nata questa collaborazione con Merida?
«Conosco Simone Maltagliati (Marketing Director di Merida Italia ndr) da tanti anni. In passato ho collaborato coi brand da lui guidati e per me è un onore iniziare un rapporto di sponsorizzazione con Merida. Colgo l’occasione di ringraziare anche tutte le aziende che mi permettono di praticare questo sport come lavoro, senza di loro non sarebbe stato possibile».