Milano, violenza stradale: aumentano i morti in bici (e i mezzi pesanti)

Francesca Quaglia, uccisa martedì a Milano da un camionista, nel giorno del suo ultimo compleanno (foto Instagram)
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Nei primi 8 mesi del 2023 i morti in bici nel Comune di Milano sono stati 5. L’ultima, lo sapete, è stata Francesca Quaglia, la ventottenne di Medicina che si era trasferita nel capoluogo lombardo per fare la traduttrice. Cinque morti in otto mesi, come cinque sono stati i morti in bici in tutto il 2021, ma anche nel 2014, nel 2016 e nel 2017. Dal 2014 al 2021, secondo l’Istat, ci sono stati a Milano 8.148 scontri che hanno coinvolto ciclisti (su un totale di 64.289 scontri) e che hanno portato a un doloroso bilancio di 7.869 feriti e 30 morti. Numeri che non comprendono ancora i 1.467 scontri dell’anno 2022 e i 503 dei primi cinque mesi del 2023 (il conteggio ufficiale si ferma al 31 maggio).

Le strade più a rischio a Milano sono quelle più frequentate dai ciclisti, da corso Buenos Aires (dal 2020 c’è la pista ciclabile) che registra 135 scontri che hanno coinvolto ciclisti registrati dal 2014 al 2021, a corso San Gottardo (51 scontri nello stesso periodo) a via Palmanova (37), ma anche piazzale Loreto (65), piazza Oberdan (32), piazzale Cantore (25) e la rotonda di via Castelbarco vicino alla Bocconi (21). La mappa è stata tracciata nell’«Atlante italiano dei morti (e dei feriti gravi) in bicicletta» elaborato da un gruppo di esperti del Politecnico, coordinati dal professor Paolo Bozzuto, con l’obiettivo di rendere l’atlante un osservatorio permanente. Che nota che a fronte di una crescente domanda di ciclabilità espressa dai cittadini, nel 2020 e 2021 si è purtroppo registrato un significativo incremento del tasso di scontri stradali.

La maggior parte degli scontri — quasi la metà, 48,8% — coinvolge un’auto privata e una bici: in tutto 3.974 dal 2014 al 2021. Ma aumentano gli scontri che vedono coinvolti mezzi pesanti e ciclisti: 449 in tutto, ma nel 2014 erano 51, nel 2021 sono stati 73. Sempre secondo lo studio del Politecnico, solo il 24,9% (cioè meno di uno su 4) degli scontri che hanno coinvolto ciclisti può essere ricondotto, in modo esclusivo, a imperizia nella guida della bicicletta o a comportamenti scorretti da parte del ciclista.