L’incredibile storia della prima Parigi-Brest-Parigi: è il 1891, vince chi non dorme. Per 71 ore…

La partenza della prima Parigi-Brest-Parigi in un'immagine d'epoca
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Dal 20 al 24 agosto si correrà la 20ª Parigi-Brest-Parigi Randonneur. In realtà si tratterà della ventiquattresima edizione della prestigiosa ultracycling francese, che nacque nel lontanissimo 1891 (è una delle più antiche corse in assoluto) e fino al 1951 era riservata ai professionisti, disputandosi ogni dieci anni, con le interruzioni dovute alle due guerre mondiali. Solo dal 1931 ebbero la possibilità di schierarsi al via anche amatori e cicloturisti.

La prima edizione si svolse il 6 settembre 1891, frutto di un’idea di Pierre Giffard, caporedattore del Petit Journal, grande appassionato di biciclette, che pochi mesi prima aveva pubblicato il libro La Reine Vélo, in omaggio alla due ruote. La distanza andava percorsa con la formula non stop. Quell’anno la PBP diventa così la più lunga corsa ciclistica mai organizzata. Il tempo massimo è stabilito in 10 giorni. Il regolamento prevede che tutti i ciclisti debbano usare la stessa bicicletta per l’intero percorso. Per evitare la sua sostituzione, ad ogni mezzo viene applicato dai commissari di gara uno speciale sigillo.

Charles Terront, il vincitore della prima edizione della Parigi-Brest-Parigi

I medici si ribellano: “L’idea di questa corsa è una follia”

La scienza, intanto, è in rivolta. I medici condannano unanimemente il progetto: «Questa idea è pura follia». «Esagerare con la bicicletta è per un ciclista letale come un’overdose di arsenico. Finirà male», è il funesto vaticinio di un medico. Pur avendo la scienza contro, la PBP incontra subito grande interesse. La quota di partecipazione (5 franchi) è accessibile a tutti e in breve la redazione del Petit Journal è invasa dalle iscrizioni. Ne arrivano addirittura 576. Molti poi ci ripensano, 300 raccolgono la sfida e tra loro ci sono anche 7 donne! Ma all’ultimo momento Pierre Giffard deciderà di non accettare le rappresentanti del gentil sesso.

Inizialmente si vorrebbe dare respiro internazionale alla gara, poi prevale lo spirito nazionalistico, solo francesi al “via”. Gli inglesi, temutissimi, sono ritenuti troppo forti e non vengono invitati. Hanno letteralmente distrutto i francesi, a giugno, alla prima Bordeaux-Parigi della storia, vinta dal londinese George Pilkington Mills.

I premi in palio sono interessanti: al vincitore 2.000 franchi francesi (o un oggetto di pari valore a scelta), 1.000 franchi al secondo arrivato, 500 al terzo. Si arriva fino al 21° classificato.

L’itinerario si snoda lungo la Route Nationale numéro 12, da Parigi a Brest passando per Versailles, Trappes, Pontchartrain, Houdan, Dreux, Nonancourt, Verneuil, Mortagne-au-Perche, Alençon Pré-en-Pail, Mayenne, Laval, Vitré, Châteaubourg, Rennes, Lamballe, Saint-Brieuc, Guingamp, Belle-Isle-en Terre, Morlaix e Landerneau. Giro di boa a Brest (place du Champ-de-Bataille) e ritorno attraverso la stessa strada, a ritroso. I punti di controllo vengono gestiti da club bretoni che si sono costituiti appositamente.

L’itinerario della prima edizione della Parigi-Brest-Parigi: un percorso di 1198 chilometri

Al via in 206: comincia un’avventura lunga 1198 chilometri

All’alba del 6 settembre 1891, a soli tre mesi di distanza dalla prima edizione della Bordeaux-Parigi, 206 corridori (non tutti i 300 iscritti hanno poi deciso di partire) si radunano davanti alla sede del quotidiano. Tra le bici al via anche 10 tricicli, 2 tandem ed un velocipede. La partenza viene data alle ore 7.03 con tre squilli di tromba. Dopo essere passati sotto la Porte-Dauphine, i pionieri iniziano la loro avventura di 1.198 chilometri, quasi interamente su strade sterrate. Il campione che avrebbe poi vinto, Charles Terront, 34 anni, di Bayonne, si presenta in sella ad una bicicletta inglese di ferro, una Humber, del peso totale di 21 chili, con tanto di carter, cerchi in legni, pneumatici Michelin, rivoluzionari per l’epoca, e freni a tampone. I fratelli Michelin, Edouard e André, hanno ingaggiato Terront per testare un prodotto rivoluzionaria: una camera d’aria semplice da togliere che si rimonta in meno di mezz’ora con un semplice cacciavite.

Charles Terront ha un fisico fuori dal comune, parte in quarta e ben presto resta solo al comando. Dopo 278 chilometri è però vittima di una foratura. Il suo più diretto avversario, il bordolese Jiel Laval, 36 anni, lo raggiunge e lo supera. Laval si lascia però andare ai “vizi”: perde troppo tempo per mangiare e per farsi il bagno. Terront riduce al minimo le soste ed è presto alla sua ruota. Si accende un’acerrima sfida. Sfida nella sfida, poi, perché uno monta gomme Michelin, l’altro Dunlop.

Sulle bici c’è un campanello: serve anche a rimanere svegli…

Sulle bici di entrambi c’è un campanello. Serve non solo per farsi strada ma soprattutto per vincere la stanchezza e il sonno; di notte, quando occorre, lo si suona e si rimane svegli. Terront e Laval procedono gomito a gomito per ore. Il primo è vittima di una nuova foratura ed è costretto a mollare. Al giro di boa di Brest arriva solitario Laval. E’ metà pomeriggio di lunedì 7 settembre. Ha percorso l’andata in 34 ore e mezza, alla media di 17,5 kmh. Al punto di controllo sulle rive dell’Oceano Atlantico, dove virano 106 ciclisti (si registrano già 100 abbandoni), Terront accusa un ritardo di 51 minuti. Il distacco tende ad aumentare, un’ora e 20 minuti alle porte di Guingamp. Qui avviene la svolta decisiva. Cala la notte e Laval riceve dai suoi allenatori il consiglio di riposare almeno un paio d’ore. La notizia arriva ai suiveurs di Terront, che non esita ad approfittare dell’occasione. Sfidando il sonno, decide di compiere una deviazione nell’attraversamento di Guingamp per non essere avvistato dallo staff di Laval. Aggira la città percorrendo una strada secondaria e si trova al comando. Laval dorme profondo, quando si risveglia ha già un distacco di un paio d’ore dal battistrada. 

Ma la Parigi-Brest è lunga e non ha finito di riservare sorprese. Al passaggio da Mortagne-au-Perche, che resta anche oggi uno dei punti storici di controllo dell’ultracycling francese, Charles Terront, ormai considerato indisturbato vincitore, è accolto in piena notte dal pubblico festante. Persino con i fuochi d’artificio. Ma nella successiva discesa il leader della corsa urta contro il ramo di un albero ed è vittima di una caduta. Rompe una pedivella, scoppia in un pianto dirotto ed è costretto a proseguire pedalando con una sola gamba sino al vicino paese di Saint-Maurice. Ha la fortuna di trovare presto una fucina, dove un fabbro solerte gli ripara il guasto. Laval è ancora lontano. Terront sempre più vicino alle porte di Parigi. A Versailles lo accolgono gli amici e centinaia di ciclisti. Si ferma e accetta di festeggiare con loro con una coppa di champagne. Da Versailles a Parigi è accompagnato da una marea di ammiratori in bici. Mercoledì 9 settembre, poco dopo l’alba, Terront taglia il traguardo, sul Boulevard Maillot,.davanti a una folla di 10.000 spettatori, molti dei quali hanno trascorso la notte ad aspettare il vincitore.

Il programma della prima edizione della Parigi-Brest-Parigi

L’impresa di Terront: in sella per 71 ore e 37 minuti

Tre giorni e tre notti in sella: 71 ore e 37 minuti per percorrere 1.198 chilometri, media 16,780 kmh. Quella di Terront è una prestazione che sarebbe di tutto rispetto anche ai giorni nostri. Quando arriva Laval, stravolto, è già pomeriggio, primo pomeriggio. E’ secondo ma il suo ritardo è di 7 ore e 40 minuti. Il terzo, Henri Couillebeuf, è a Parigi addirittura il giorno dopo.

La prima Parigi-Brest-Parigi viene portata a termine da 98 ciclisti. Solo 5 quelli che impiegano meno di 100 ore. Distacchi abissali. L’ultimo, un tale Laurent, di Saint-Etienne, arriva a Port Maillot una settimana dopo il vincitore. Il suo tempo è di 245 ore. Altri due ciclisti arriveranno ancor più tardi, fuori tempo massimo.

Per la Michelin è un trionfo. Charles Terront, diventato una start del ciclismo francese, ammette che la PBP l’ha vinta grazie a queste nuove gomme: «Sono incappato in cinque forature e, grazie alla semplicità nello smontaggio, per la sostituzione dei budelli ho impiegato in tutto non più di tre ore e mezza».

Avvenne centotrentadue anni fa. Non sembra vero. Dodici anni prima dell’invenzione del Tour de France, cinque anni prima della nascita dei Giochi Olimpici moderni. E la Parigi-Brest-Parigi non ha perso il suo fascino: tra sette mesi 8.000 ciclisti di 70 Paesi invaderanno ancora una volta le strade che portano dalla capitale di Francia all’Oceano Atlantico. Non c’è niente da vincere, ma è una grande avventura da vivere.

Ordine d’arrivo: 1. Terront Charles 71h37’; 2. Jiel-Laval Pierre 80h04’; 3. Coullibeuf Henri 94h43’; 4. Corre Jean-Marie 95h31’; 5. Gras Ernest 97h20’; 6. Allard Marius 104h20’; 7. Lavoncourt Guillaume 104h58’; 8. Joyeux Théodore 108h55’; 9. Taylor Ernest 109h11’; 10. Germaux Maurice 109h23’. Partiti 206, arrivati 98.