Riccardo come ai Mondiali: «Sul mio biciclo per far vincere l’Italia»

Riccardo Fascendini sul suo biciclo vestito con abiti d'epoca
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È ufficialmente iniziata l’ultima settimana di allenamento per Riccardo Fascendini, ma è già pronto per tre giornate intense di gara con la sua bicicletta. Lo farà in Svezia, dal 30 giugno. Bicicletta, o quasi. Quello di Riccardo è un biciclo, uno dei modelli che si usavano nell’Ottocento. «La passione per il biciclo è nata un po’ per caso. Io e mia moglie siamo sempre stati appassionato di bici d’epoca». Ne hanno pezzi in garage, in casa, ovunque ci sia posto, «due ruote originali che erano in uso fra gli anni Venti fino agli anni Settanta». Con quei cimeli ha anche partecipato all’Eroica. Ma Riccardo voleva di più. «Le bici su cui correvano le prime edizioni del Giro d’Italia erano vecchie, è vero. Ma la storia delle due ruote è ancora più vecchia e quindi facendo ricerche su ricerche ho scoperto il biciclo». E sono proprio queste ricerche a portarlo da casa sua fino a una vecchia cantina del cuneese dove si nascondeva un vecchio e polveroso biciclo.

Il primo amore non si scorda mai. Figuriamoci il biciclo. «Lo abbiamo preso, è grande, lo abbiamo sistemato un po’. Per tre giorni ho provato a salirci». Non è così facile mettersi in sella a un biciclo. La ruota anteriore è grande, in cima si trovano manubrio e sellino, una conformazione che rende difficoltosa la salita. D’altra parte, spiega Riccardo, «ci si trova a due metri di altezza dal terreno». Ma con una buona dose di coraggio e scacciando la paura di cadere, si appoggia il piede sullo scalino montato nel telaio monotubo e ci si dà una spinta. Il gioco è fatto: una volta in sella basta pedalare per rimanere in equilibrio, come una normale bicicletta. «Ma la pedalata – dice Riccardo – è diversa. Penso che ciò che ci si avvicina di più è la pedalata sulla bici da spinning».

Una volta saliti bisogna anche scendere, e qui l’impresa sembra ancora più ardua. «Ovviamente non è un mezzo in cui quando ti fermi puoi appoggiare i piedi. Dal biciclo puoi scendere come sei salito, senza problemi passando da dietro, oppure come quando scendi da una normalissima bici: metti entrambe le gambe da un lato e ti fai scivolare finché non arrivi a terra».

Dopo aver imparato a salire e scendere, si può finalmente andare a fare un giro. Riccardo ha mosso le prime pedalate in paese, poi si è allontanato nella vicina Monza Brianza, Como e Lecco. Racconta di essere stato paparazzato moltissime volte e trovare in giro sue foto che nemmeno sapeva di aver fatto. «Per fare un semplice giro di 40 chilometri ci impiegavo anche un’ora perché mi fermavano tutti per farmi una foto o per chiedermi del biciclo».

Riccardo mentre si allena sul suo biciclo svedese

Il biciclo con cui ora Riccardo pedala in terre lombarde, viene da un’impresa svedese che produce solo questo tipo di mezzi a due ruote. E in particolare, le costruiscono su misura del ciclista. Il manubrio del biciclo di Riccardo arriva a 1,65 metri e non è dotato di freni. «Posso capire che la Svezia abbia strade molto più sicure dell’Italia, ma appena è arrivato ho montato io dei freni. Su questo tipo di mezzo non è nemmeno possibile cambiare marcia, ha il cambio a scatto fisso. La grande ruota, una volta lanciata, gira per inerzia come se fosse un volano: sta al ciclista prendere il giusto ritmo per l’andatura. Anche in salita è un gioco di ritmo insieme alla forza per non rallentare troppo». Così elaborate e frutto della manodopera di artigiani, hanno anche il loro costo: si parte da 1.400 euro fino a riproduzioni che sfiorano i 6.000.

La pedalata di questa opera d’arte svedese sviluppa 4,4 metri e mantiene una velocità media di 27 chilometri orari arrivando a una massima di 40 in pianura. Numeri molto più elevati delle aspettative.

Riccardo Fascendini in allenamento

Da che era partita come pura curiosità di conoscere qualcosa di appartenente a qualche secolo fa, adesso Riccardo si ritrova a percorrere anche 60 o 70 chilometri e a partecipare a vere gare di bicicli. Infatti ha ricevuto un ufficiale invito dalla Sweden3Days. Si tratta di una corsa con le riproduzioni di bicicli da disputarsi con vestiti moderni, in particolare ognuno dovrà indossare la divisa della propria nazione, anche se non è uno sport riconosciuto dalle federazioni. Questo perché a usare questo mezzo sono ormai in pochissimi e così si troveranno in questa bella manifestazione per far sfoggio delle loro due ruote portando alto l’onore del proprio Paese. E Riccardo lo farà in grande stile, perché «sono l’unico italiano di sempre a disputare gare del genere».

Per lui è la prima esperienza di gara con il suo biciclo (Riccardo è anche un mountain biker e con il team 2×2 Brenna di Como spesso gareggia) e ad accompagnarlo in Svezia ci sarà la moglie. Era dicembre 2022 quando ha ricevuto una chiamata, il suo nominativo era stato passato dai produttori del suo biciclo (anch’essi svedesi) agli organizzatori. E così Riccardo è stato invitato dopo una serie di domande: “Perché usi questo mezzo? Da quanto? Quanti chilometri fai?».

La gara sarà spalmata su 3 giornate in cui si articoleranno 4 prove: il 30 giugno si inaugurerà l’inizio delle gare con una cronometro di 10 chilometri da fare in almeno 25 minuti. Sarà poi la volta di un percorso di 2 chilometri da percorrere per un certo numero di giri (è ad eliminazione). A eliminazione anche le prove dell’1 e del 2 luglio. Il 2 ci sarà un altro circuito, questa volta nel parco di Lund e di 1,5 chilometri. Nell’ultima e decisiva giornata ci sarà una prova di resistenza di 2 ore.

Ecco il biciclo di Riccardo