Paolo Kessisoglu: la passione per la bici, l’amore per Nibali e ora la Castelli 24 Ore con Jovanotti

Paolo Kessisoglu (a sinistra, insieme a Paolo Bettini e Justine Mattera) con la maglia ideata da Jovanotti per la sua associazione "C'è da fare".
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La passione di Paolo Kessisoglu per la bicicletta è nata circa 15 anni fa e da quel momento non si è più fermata. Era in Toscana, in vacanza con la famiglia. Un pomeriggio, un amico lo ha convinto a provare. Un giretto facile, tanto per iniziare e prenderci confidenza, con una salita però da non sottovalutare. E poi cosa è successo?
«E’ successo che sono partito con tanti dubbi – ci dice Paolo – vestito un po’ a caso e con una bicicletta un po’ rimediata. L’ho fatto per provare una nuova esperienza e un po’ perché a stare fermo al sole mi annoio. E da quel momento ho capito che il ciclismo era il mio sport. E che andando in bici mi sento bene».

Paolo Kessisoglu è nato a Genova il 25 luglio del 1969. Attore, comico, conduttore televisivo e cabarettista, ma soprattutto appassionato di sport e di ciclismo. Praticante accanito, tanto da aver partecipato a parecchie Gran Fondo negli ultimi anni. Lo abbiamo incontrato domenica scorsa, ospite della Green Fondo Paolo Bettini La Geotermia.
Ma uno degli eventi che Paolo ama di più è la Castelli 24 Ore. Sarà al via domani sera con uno scopo benefico. Ci sarà una sfida da vincere, quella con Renzo Rosso (fondatore di Diesel). Ma la sfida vera è quella della beneficenza. E la correrà insieme a tantissimi amici, tra cui anche Lorenzo Jovanotti.
E proprio durante il viaggio che lo ha portato a Feltre lo abbiamo contattato al telefono.

Paolo, alla Castelli 24 Ore avrete un obiettivo davvero nobile…
«Sarà la mia seconda partecipazione (leggete qui la presentazione dell’evento). L’avevo affrontata lo scorso anno occupandomi dei problemi dei giovani, soprattutto riguardo ai disagi giovanili. Quest’anno per la prima volta la corro per la mia associazione che si chiama “C’è da fare” e che è nata due mesi fa. C’è un piacere maggiore. Per il secondo anno sfideremo Renzo Rosso e la sua associazione (la OTB Foundation, ndr). C’è una sana rivalità, perché nessuno ci tiene a fare meno giri dell’altro. Ma l’obiettivo primario ovviamente è la beneficenza».

Di cosa si occupa la tua associazione?

«“C’è da fare” è nata da alcune letture nel periodo della pandemia, sul grande aumento dei numeri della psicoterapia per i ragazzi, il fenomeno degli hikikomori, questi ragazzi che si isolano e non escono più dalla loro camera. Argomenti nuovi per me. Questi fenomeni si sono intensificati dopo la pandemia. La mia associazione si occupa di molti problemi, dalla depressione all’autolesionismo, fin ai problemi alimentari».

Alla Castelli 24 Ore ci sarà anche una raccolta fondi?

«La raccolta fondi è già iniziata e online si può già donare. É iniziata la collaborazione con l’ospedale Gaslini di Genova e stiamo lavorando anche con l’ospedale Niguarda. Lorenzo Jovanotti, di ritorno dal suo viaggio in Sud America, ha messo in vendita due maglie (Paolo ne ha indossata una durante la Green Fondo Bettini Geotermia, ndr) e il cappellino Aracataca, prodotti da Sportful. Il ricavato andrà alla nostra associazione. A Feltre ci sarà uno stand, si potranno acquistare gadget e fare donazioni. Saranno presenti anche i ragazzi dell’associazione genovese Occupy Albaro. Lo scorso anno mi sono “appoggiato” a loro per la raccolta fondi. Porteranno le specialità genovesi da gustare. Passate a trovarci perché non ve ne pentirete».

Come hai convinto Lorenzo Jovanotti a correre nel tuo team alla Castelli 24 Ore?

«In realtà, incredibilmente, è stata una sua idea. Ci siamo sentiti quando era ancora in Sud America e mi ha detto: “Oh, io voglio correre con voi!”. E da lì è partito tutto…».

Come vi siete conosciuti?

«Ci conosciamo da un po’ di anni e la passione per il ciclismo ha influito. E’ una persona molto sensibile sul tema dei ragazzi e dei giovani. Ci sentiamo spesso e parliamo anche di bicicletta, ma non eravamo mai arrivati al punto di collaborare».

E invece l’amicizia con Paolo Bettini come è nata?

«Ci siamo conosciuti alla Maratona delle Dolomiti, credo fosse il 2016. Ci siam piaciuti subito. Siamo amici anche al di fuori dell’ambiente “ciclistico”».

Oltre alla Maratona delle Dolomiti, quali corse hai affrontato?

«Ho disputato due anni fa una Fausto Coppi e credo che non la dimenticherà facilmente. Il Fauniera è una salita incredibile, durissima. Ho in mente anche un’altra Gran Fondo e prima o poi…».

Quale?

«La Sportful Dolomiti Race. La rimando sempre, ma è un piccolo sogno, anche se difficilissima».

Come interpreti la tua passione per la bici?

«Il ciclismo devo praticarlo. Devo pedalare, mi fa stare bene. Da quel giorno in Toscana non sono più sceso dalla bicicletta».

La bici ha ispirato anche un personaggio di uno dei tuoi film: Tandem.

«E’ un film vecchissimo, del 2000. Pedalavo su un tandem, ma non sapevo nulla della bicicletta a quei tempi. Mi ricordo che mi misero le scarpe con le tacchette e io continuavo a ripetere che non mi sentivo a mio agio. Il personaggio che interpretavo doveva saper andare in bici e io non ci ero mai salito. E’ stato divertente. In qualche modo la bici è tornata poi nella mia vita».

In quel film hai fatto coppia ovviamente con Luca Bizzarri. Hai mai provato a coinvolgerlo anche nel ciclismo?

«Per carità, lui si tiene alla larga dagli sport di endurance».

La tua compagna però pedala: disputerà anche lei la Castelli 24 Ore?

«Sì, anche lei pedala. Secondo me, è molto portata, ma diciamolo piano. Gliel’ho imposta un po’ io questa passione, poi però ci ha messo del suo e si è appassionata. Alle Green Fondo Bettini si è divertita tantissimo. Lo scorso anno mi ha accompagnato a Feltre e quest’anno pedalerà anche lei. Sono sicuro che si emozionerà girando sul circuito. C’è un calore unico in questa manifestazione».

Ma Paolo Kessisoglu è anche un tifoso di ciclismo?

«In verità, non sono un grande “follower”. Il ciclismo mi piace più praticarlo, ma lo guardo molto volentieri. Mi sono appassionato davvero tanto con il Tour de France dello scorso anno, con quella rivalità incredibile tra Vingegaard e Pogacar. Ma io in bici ci devo andare, sono più praticante che spettatore».

Ma chi è il tuo campione preferito?

«Ho amato tantissimo, e amo ovviamente, Vincenzo Nibali, perché mi ha fatto sognare. Pensa che doveva essere anche lui con il nostro team alla Castelli 24 Ore, poi tra i mille impegni non è riuscito ad organizzarsi. Con lui e Jova sarebbe stato un super team!»