Drali Miraggio: una gravel per avventurieri d’acciaio

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Era attesa da tempo, ora è stato finalmente tolto il velo alla Drali Miraggio, la nuovissima gravel del brand milanese che si presenta come un mezzo perfetto per le grandi avventure. Come stiamo per vedere, a parte la finitura superficiale che è senza dubbio la cosa che balza immediatamente all’occhio, ci sono tantissimi contenuti tecnici che vanno scoperti.

Il punto di partenza è comunque un classico per Drali, considerato che proprio qualche mese fa testammo il modello Ghiaia rimanendone piacevolmente sorpresi. Il telaio è in acciaio, e potrà essere realizzato anche su misura in base alle preferenze dell’utilizzatore. Con anche ampie possibilità di ulteriori personalizzazioni. Partiamo allora dal cuore di questa Miraggio: il telaio.

Il telaio della Drali Miraggio

Leggero e soprattutto resistente, realizzato utilizzando tubazioni in acciaio custom, il telaio della Drali Miraggio parte da una scatola del movimento centrale a standard T47 in acciaio Inox (materiale utilizzato anche in altri dettagli) dal quale partono poi gli elementi principali della struttura.

In particolare il carro posteriore si presenta con pendenti a campana e con foderi asimmetrici. Dettaglio non da poco che consente di equilibrare al meglio le torsioni derivanti dalla pedalata, soprattutto in ottica bikepacking. Infatti in quel caso il peso della bici è ulteriormente gravato dalla presenza delle borse, e una struttura ad hoc più atta a sostenere l’azione del ciclista appare quantomai benvenuta.

Il passaggio cavi è integrato, non ci sono innesti sul tubo verticale per il deragliatore (che in quel caso deve essere fissato tramite collarino) ma dietro al movimento centrale c’è comunque il foro per un’eventuale guaina. Così come il telaio è anche predisposto per ospitare una dinamo.

Il peso, in taglia S, è di 1.690 grammi. Le misure standard sono sei (sino alla Xxl) e coprono un range di quote che va dalla 50 alla 61, ma ovviamente esiste la possibilità di farselo realizzare su misura. Con anche altre personalizzazioni, che possono riguardare innesti aggiuntivi per le borse. Sostanzialmente il Miraggio si può veramente plasmare a immagine e somiglianza di chi lo andrà ad utilizzare.

Per quanto concerne la forcella, questa è in fibra composita con ampie curvature che ne caratterizzano i foderi. Scelta non casuale ma effettuata sempre nell’ottica del bikepacking, dove il maggiore peso che la bicicletta deve sopportare trova sostegno nelle forme, anche dei componenti. Il gambo è conico e viene mosso da una serie sterzo con diametro da 1,5 pollici sia inferiore che superiore. In carbonio anche il reggisella, l’SP 770 Carbon, serrato da un semplice sistema a collarino.

La tolleranza e la finitura

La Drali Miraggio offre veramente un’ampia tolleranza per quanto concerne le coperture da utilizzare. Infatti transitano all’interno del telaio gomme sino a 52 millimetri di sezione, che tradotto in pollici corrisponde a poco oltre i due pollici di larghezza. Ogni tratto di sterrato può veramente essere affrontato nella massima confidenza, e questa capacità unita alle ben note doti di elasticità (oltre che di robustezza) dell’acciaio ne fanno un mezzo pronto veramente a tutto.

In ultimo chiudiamo con la cosa che, come abbiamo accennato in precedenza, balza immediatamente agli occhi. La finitura del telaio. Viene denominata Raw, che tradotto dall’inglese significa grossomodo “cruda“. Altre colorazioni verranno decise in seguito da parte di Cicli Drali, con anche qui la possibilità di personalizzazione da parte dell’utilizzatore finale.

Ma questa finitura, oltre ad essere molto particolare, a nostro modo di vedere chiarisce bene lo spirito della Miraggio. Una gravel pronta a tutto, senza fronzoli, robusta e decisa ad accompagnarvi nelle vostre avventure più estreme.

Il prezzo del telaio della Drali Miraggio, che nelle foto vediamo allestito con il Campagnolo Ekar a 13 velocità meccanico e ruote Ursus in carbonio, è a partire da 2.990 euro.

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