Rando Sila Extreme: corsa bagnata e fortunata, ecco il resoconto

Rando Sila Extreme
Rando Sila Extreme: corsa bagnata e fortunata
Tempo di lettura: 3 minuti

Terza edizione della Rando Sila Extreme, bagnata e fortunata quella corsa il 31 luglio 2022 in Calabria, nel Gran Bosco d’Italia.

Un acquazzone pomeridiano ha rinfrescato i circa 60/65 “randagi” che si trovavano ai meno 50 km dal traguardo; gli ultimi 10/15 sono rimasti asciutti per merito del passo più comodo tenuto.

In sostanza, però, la pioggia ha solo impedito la realizzazione della festa finale in piazza, tra musica balli, riservata ai finisher e organizzata da staff manifestazione, amministrazione comunale di Albi e associazioni locali.

Nessun problema per i ciclisti, si conta un solo ritiro, dovuto unicamente a ragioni personali; tutti gli altri allegramente al traguardo, con arrivi dal pomeriggio alla sera in base al tracciato scelto.

Tre, infatti, i percorsi disponibili (160, 210 e 300 km), identificati con i nomi delle specie animali più rappresentative del Parco Nazionale della Sila: Squirrel Route, Falcon Route e Wolf Route; tutti extreme con – rispettivamente – 2.800, 3.700 e 5.400 m. di dislivello; una Cima Coppi posta a quota 1.900 m. slm, presso il rifugio di Monte Botte Donato, scenografico punto più alto della Sila, epilogo della Strada delle Vette.

La principale novità del terzo anno è stata l’introduzione della Wolf Route, 300 km e 5.400 m. d+, che alla Sila Piccola e Sila Grande ha aggiunto la Sila Greca, quella più orientale dell’altopiano, con vista su Piana di Sibari e mare Jonio.

Proprio questo inedito itinerario è quello che ha riscosso il successo più grande, col maggior numero di iscritti.

Si è attraversato l’intero Parco Nazionale della Sila, in un giro circolare: su 300 km, soltanto 4 km sono stati ripetuti prima in un senso e poi nell’altro, inizialmente al mattino e successivamente sul finale di rando. Non da meno i due percorsi minori, che però non prevedevano il passaggio in Sila Greca.

Circa il 60% di ognuno dei tre, in ogni caso, riprende la rotta della Ciclovia dei Parchi di Calabria, vincitrice dell’Italian Green Road Award 2021, l’Oscar italiano del cicloturismo.

Si è pedalato dunque in tunnel di faggi, costeggiato tre laghi, fendendo foreste di conifere, con una temperatura gradevolmente primaverile. A far apprezzare maggiormente lo spettacolo paesaggistico hanno contribuito i ristori gratuiti approntati dagli organizzatori (1 ogni 100 km, con la pasta per i trecentisti, più naturalmente quello finale).

I partecipanti sono giunti da tutta Italia, Campania e Sicilia a competere per il vertice del podio, mentre per il  terzo gradino battagliavano Lazio e Puglia. Si è contato qualche veneto, lombardo e toscano, finendo spesso per assistere alla formazione di gruppetti divisi dalla residenza geografica e accomunati dallo stesso passo, in curioso un mix di accenti e pittoresche esclamazioni tipiche su qualche rampa più dispettosa delle altre.

L’aspetto positivo è stato il ritorno delle donne, addirittura sui due percorsi maggiori, e la moltiplicazione dei partecipanti calabresi, segnali positivi per il movimento randonneuristico regionale in particolare e nazionale in generale.

La speranza è che questa tendenza si consolidi poiché la Calabria, come testimoniato dalla Ciclovia dei Parchi, ha una sua precisa vocazione alle pedalate slow ed un territorio ancora tutto da scoprire, da un punto di vista paesaggistico, storico e culturale.

Importante è stato anche il contributo degli attori istituzionali locali: Comune di Albi, Parco Nazionale della Sila, Ciclovia dei Parchi di Calabria, tutti coinvolti nel progetto di valorizzazione delle eccellenze e bellezze regionali spesso misconosciute.