Dodici velocità, semi-wireless, solamente elettromeccanico e con un impianto frenante estremamente evoluto. Eccole qui, riassunte in breve, le quattro caratteristiche principali del nuovissimo Shimano Dura Ace 9200 Di2. Un’evoluzione importante per il top di gamma della casa giapponese, che riguarda “a cascata” anche l’Ultegra, proposto ora nella serie 8100.
Una sequela inedita per Shimano, che solitamente presenta prima il top e poi gli stessi contenuti tecnici li ripropone (con materiali diversi) nei gruppi di lignaggio inferiore. Ma la pandemia e tanti cambi di programma hanno portato Dura Ace e Ultegra a uscire praticamente in contemporanea. Siamo dunque volati sino a Lourdes, nel cuore dei Pirenei, per provarlo in anteprima.
Meno 0,23 millimetri
Ancor prima che tutte le innovazioni e gli affinamenti che si sono succeduti nel nuovo Dura Ace, facciamo subito luce sul principale degli interrogativi fornendo i secchi numeri, che solitamente non mentono. Per ottenere spazio per il 12° ingranaggio nella cassetta posteriore i tecnici di Shimano hanno innanzitutto utilizzato la stessa catena del gruppo Mtb a 12 velocità, l’Xtr.
Questa dispone di maglie più strette a parità di resistenza, e quindi necessita di meno spazio tra i singoli pignoni. Sostanzialmente lo spessore degli ingranaggi rimane lo stesso, 1,6 millimetri sia per la versione a 11 che per questa nuova a 12. Cambia inevitabilmente lo spazio tra di loro, che passa da 2,18 a 1,95 millimetri, quindi c’è una riduzione di 0,23 millimetri.
Quasi un quarto di millimetro in meno. Al resto ci pensa anche la stessa cassetta pignoni che si allarga un po’ (parliamo sempre di quote infinitesimali) sia verso l’esterno della ruota (ma mantenendo praticamente sempre piena compatibilità con tutti i telai in commercio) sia verso l’interno. In questo secondo caso si sfrutta la maggiore distanza tra i raggi e l’ingranaggio da almeno 28 denti nella cassetta più “race” tra quelle a disposizione.
Lo Shimano Dura Ace dice addio al 53-39
Rimaniamo sulla trasmissione e andiamo a vedere, sempre del Dura Ace, la guarnitura a disposizione. Sia con misuratore di potenza integrato che non, rimane sempre in alluminio con forme ancor più squadrate e muscolose che prima e con un’importante novità. Le dentature a disposizione sono tre: la compatta 50-34, la media compatta 52-36 sempre più diffusa, e la 54-40 che soppianta il 53-39, uscito definitivamente di scena.
Il ragionamento che ha fatto Shimano in tal senso è più che condivisibile. Tra 52-36 e 53-39 le differenze sono minime, a quel punto chi vuole rapporti veramente duri passa direttamente al 54-40. Le scale delle cassette sono 11-28, 11-30 e 11-34: rispetto alla serie precedente si aggiunge il 16 per le prime due opzioni che danno in questo modo una successione lineare dall’11 al 17.
E poi c’è la questione della ruota libera. Grazie ad un nuovo standard, che vedete nella foto qui sotto ma che per intenderci non è quello da mountain bike, la casa giapponese riesce a proporla per la prima volta in alluminio. Questo per via di una maggiore superficie di contatto e di punti di ingaggio. Per la compatibilità, le vecchie ruote possono ospitare le nuove cassette, non il contrario. Ma se non altro non si è costretti a cambiare tutti i wheelset a disposizione in caso di cambio gruppo.
Si frena col Servo Wave
I freni sono a nostro avviso il miglioramento più consistente di tutto lo Shimano Dura Ace Di2 9200. Questo grazie alla tecnologia Servo Wave, che in connubio con le pastiglie più distanti dai dischi del 10 per cento offrono una modulabilità incrementata.
Sostanzialmente c’è maggiore spazio di azione. Le pastiglie arrivano velocemente a contatto col disco, poi rimane ulteriore spazio in termini di angolo di azione della leva per regolare finemente la frenata. Nel video che abbiamo preparato in occasione di questa presentazione vi spieghiamo anche le sensazioni che ne abbiamo ricavato, insieme a tutto il resto.
Le pinze sono monoblocco, con un sistema di spurgo facilitato rispetto a prima. Del Dura Ace così come dell’Ultegra esiste anche una versione rim brake, che però si trova di fronte sin da adesso di fronte ad un mercato molto limitato.
Una nuova “intelligenza”
Ma quale è lo schema logico del nuovo Di2? La trasmissione degli impulsi è semi-wireless, su uno schema simile a quello che Fsa ha proposto nel suo gruppo K-Force, anch’esso elettromeccanico. Si viaggia wireless dai comandi alla centralina del sistema, poi via cavo tra batteria e i due deragliatori. I due comandi vengono alimentati da comuni pile a bottone, le CR1632, la cui durata è di circa 2 anni. Da notare come l’opzione filo sia comunque contemplata, visto che anche le leve dello Shimano Dura Ace Di2 9200 dispongono dell’innesto.
Il cuore del sistema è il cambio posteriore, che ospita anche la porta di ricarica. L’impulso arriva qui, viene analizzato e girato alla batteria via filo, poi a sua volta la batteria fa partire la spinta “energetica” verso cambio posteriore o deragliatore.
Il miglioramento in termini di tempi di attuazione è notevole, complici anche i motori più potenti. Per la cambiata posteriore siamo ad un meno 58 per cento rispetto al precedente Di2, davanti si accelera del 45 per cento, con tempi totali di 0,7 decimi di secondo e 1,9 rispettivamente.
I comandi anteriori hanno i pulsanti più facilmente raggiungibili grazie ad un maggiore scarto dalla leva freno, dunque distinguibili anche con i guanti invernali. Il deragliatore anteriore, oltre ad avere una forma più snella del 33 per cento e pertanto maggiormente aerodinamica, non dispone più di alcuna regolazione meccanica. C’è solo la vite di sostegno da appoggiare al telaio, poi battute inferiori e superiori si regolano tramite l’apposita modalità di diagnostica.
Le ruote dello Shimano Dura Ace
Nuove anche le ruote, più moderne nella forma. Troviamo tre profili, da 36, 50 e 60 millimetri, con canale interno da 21, adatto alle coperture attuali. Sono native tubeless, ma esiste anche la versione per tubolare, in questo caso destinate più che altro ai professionisti. Quella da 60 millimetri, la C60, presenta una struttura che incrementa la rigidità laterale, visto che a occhio e croce in ambito agonistico rappresenterà la scelta favorita dagli sprinter.
Interessante anche il sistema di ingaggio della ruota libera, tramite un meccanismo a due dischi distinti che nel complesso presentano un dentino ogni sei gradi angolari, dunque molto rapido nell’attuazione. Il che le rende reattive anche a basse velocità.
Le nostre impressioni sullo Shimano Dura Ace Di2 9200
Detto che la cosa che ci ha sorpreso maggiormente è stata la dinamica di frenata (e ve l’abbiamo spiegato nel video), la cambiata è stata ulteriormente velocizzata grazie anche all’utilizzo della tecnologia Hyperglide+. Coinvolge tutto quello che va a contatto con la catena, dai denti della guarnitura a quelli della cassetta, passando per rotelline, scarichi e inviti, e offre una transizione più veloce del 66 per cento. Vi assicuriamo, si sente tutta e in particolare su incroci meccanicamente difficili.
D’altro canto per fare largo al dodicesimo pignone è stato scavato ulteriormente spazio, le tolleranze sono veramente ridotte al minimo e la scelta di proporlo solamente elettromeccanico è garanzia della massima precisione possibile. Ci riferiamo ad un movimento comandato elettronicamente che porta i due deragliatori in quella precisa posizione, come se si trattasse di una sorta di coordinata nello spazio. Sempre e comunque.
Il corretto funzionamento di una piattaforma meccanica è invece influenzato da fattori come la lubrificazione interna alle guaine, da frizioni nei passaggi a volte complessi dentro telai e manubri, dall’usura del tirante, da tanto altro ancora… Entro un certo range, scostamenti dalla regolazione ottimale vengono compensati dai componenti a 11 velocità senza influire sull’affidabilità.
Ed infatti i gruppi meccanici a 11 restano regolarmente in gamma Shimano nella versione già conosciuta. Ma proprio quella compensazione a cui abbiamo fatto appena accenno, viste le tolleranze ancor più basse, rischia di non bastare più. Perlomeno per ora. Chissà se poi in futuro da Shimano arriverà un 12 velocità meccanico, come ha fatto ad esempio Campagnolo.
Ma c’è anche dell’altro…
L’Ultegra Di2 8100, il best buy
C’è anche l’Ultegra, per quanto non fosse fisicamente presente al press camp che si è tenuto a Lourdes. Anche questo è esclusivamente Di2, e le differenze col top di gamma si sono ulteriormente assottigliate.
Se il Dura Ace 9200 pesa 2.506 grammi (completo di tutto), una trentina in più rispetto alla vecchia versione, l’Ultegra 8100 ferma l’ago della bilancia a 2.706, appena 8 aggiuntivi se confrontato con la serie che ha preceduto questa.
C’è ovviamente compatibilità completa, anche la guarnitura opzionale dotata di misuratore di potenza integrato (prima volta in assoluto per l’Ultegra), cambiano ovviamente i materiali e qualche dettaglio. Come ad esempio la pinza del freno che non è monoblocco ma a doppio guscio, a parità ovviamente di peculiarità tra cui appunto il Servo Wave.
A livello di trasmissione troviamo all’anteriore le combinazioni 50-34 e 52-36, e dietro le cassette con scala 11-30 e 11-34. Dunque non ci sono le due combinazioni più “race” del Dura Ace, ma d’altro canto l’Ultegra viene sì presentato come gruppo “do it all” (che fa tutto), ma nell’immaginario collettivo è ancor di più un componente “for all”. Per tutti i ciclisti, a prescindere dal livello di prestazione…
Anche le ruote sono sostanzialmente identiche, tre profili e forma identica a quelle del Dura Ace, ma con carbonio diverso e più pesanti in generale, per via dell’adozione delle ruote libere in acciaio di vecchio tipo compatibili sia per 11 che, come abbiamo visto, per le 12 velocità.
Entrambi i gruppi saranno disponibili in autunno, indicativamente nel mese di ottobre come aftermarket, oltre che nei listini delle bici complete per il 2022 prossimi all’ufficializzazione.