
La Nove Colli Lucani è ormai un “super classico” che nonostante la durezza del percorso riesce a radunare un grande numero di partecipanti. La voce della Basilicata è un vento che si muove tra gli sconfinati campi verdi che ondeggiano come un mare, un rapace silenzioso in stallo tra il cielo e la terra e il suo profilo che cambia così velocemente da non lasciarti il tempo di annoiarti. Quest’anno per l’undicesima edizione è stato scelto un percorso unico di 184 chilometri per un dislivello totale di 2.972 metri.
Partenza da Matera con il primo punto di controllo affacciato sui Sassi, un panorama che già da solo vale il giro, poi, lasciato alle spalle il capoluogo, si pedala nel verde del bosco delle dolci colline, agitato da un vento che soffia da nord-ovest. La prima difficoltà altimetrica da affrontare è la salita di Miglionico, 5 chilometri e mezzo al 4,9% di pendenza media. La scena è dominata prima dal Castello del Malconsiglio e poi dalla vista sul Lago artificiale di San Giuliano. Si risale nuovamente verso Grottole, un’erta breve e poco impegnativa, segue una discesa vorticosa verso la Basentana tra le pareti che degradano a valle di Pizzo Sciabolone.
A Salandra Scalo è posto il secondo checkpoint e rifornimento. Si riparte in salita verso Montagnola, 10 chilometri ininterrotti in una vegetazione verdeggiante che culminano nei pressi della chiesa della Madonna del Monte. Dalla cima si imbocca poi una spettacolare strada che taglia un bosco in maniera rettilinea ed in leggera discesa verso Ferrandina. Il sole che filtra tra gli alberi rende l’atmosfera magica.
Un saliscendi senza fine per la Nove Colli Lucani
Quando si esce allo scoperto si apre, sulla destra, la vista sulla vallata in cui si ergono le rovine del Castello di Uggiano e, più in lontananza, sulle cime bianche del massiccio del Pollino. Superato il terzo punto di controllo, il percorso riprende infilandosi in una gola che scende verso un territorio più grezzo dove una serie di calanchi cattura l’attenzione. Si punta in direzione di San Mauro Forte, lungo una strada molto vallonata, con salite e discese più corte ma decisamente più impegnative delle precedenti.
Sotto la torre di San Mauro è posto il quarto checkpoint, abbinato al punto di ristoro a suon di musica folkloristica lucana. Ancora qualche chilometro di salita, poi si scende attraverso il bosco di Conco che riempie la gola del torrente Salandrella.
Si torna a prender quota verso Garaguso, attraversando il Ponte del Diavolo, poi di nuovo in discesa verso la Basentana, La salita di Grassano è la più impegnativa, 5 chilometri e mezzo con tanti tratti oltre il 10%. La cima sembra non arrivare mai, i toponimi dei luoghi attraversati sono tutto un presagio: Piano di Croce, Tempa Serpente, Spineto. Da Grassano (quinto punto di controllo) un’altra bella discesa verso la Via Appia con il vento alle spalle, al bivio di Casone un altro gradito ristoro, poi si attraversa il ponte sul Bradano e si torna a salire all’ombra del bosco per Costa delle Giumente, Monte Timbro e Timmari.
Superato il Borgo La Martella, si attacca l’ultima ascesa, quella che porta verso la zona PAIP. Infine il traguardo con la consegna a tutti i finisher dell’ambita targa-ricordo.