Pietro Franzese, cicloturista milanese di 29 anni con la vocazione del globetrotter è partito lunedì 20 gennaio da Bangkok per uno straordinario viaggio di 6.000 chilometri nell’Estremo Oriente. L’avventura inizia dalla Thailandia e si concluderà a Taiwan dopo l’attraversamento di Laos, Cambogia, Vietnam, Cina e Hong Kong. Durante il suo raid, Franzese raccoglierà fondi per World Bicycle Relief, un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove la mobilità sostenibile nei Paesi in via di sviluppo, fornendo biciclette a studenti, imprenditori ed operatori sanitari.
Pietro Franzese ha conquistato grande popolarità sui social media come influencer. Lavorava in un’azienda di impianti elettrici a Monza e durante la pandemia ha iniziato a pubblicare videoclip delle sue uscite su Instagram, Facebook e YouTube. Nel giro di poco tempo ha raggiunto una straordinaria platea di follower: 40 mila su Instagram, 33 mila su YouTube e ha finito per fare dell’attività di influencer una vera e propria professione. .
Il viaggio di Pietro Franzese ha anche uno scopo solidale
Il viaggio appena iniziato non è solo un’avventura personale ma anche un progetto che unisce esplorazione, informazione e solidarietà. Non è casuale la decisione di concludere il lunghissimo raid a Taiwan, che rappresenta una sorta di epicentro globale dell’industria della bicicletta . Pietro Franzese intende realizzare un docufilm sui distretti produttivi del Sud-Est Asiatico, dove vengono creati telai, borse e componenti che alimentano questa grande industria. Il ciclo viaggiatore milanese condividerà i momenti salienti del viaggio appena iniziato sui suoi profili social,. I racconti compaiono su Instagram, YouTube e sul suo sito web pietrofranzese.com.
Ecco il suo primo post: «E così sono partito. Piano piano. Dalla Thailandia. Appena sono saltato in sella con la bici carica è stato tutto naturale e ho iniziato questa nuova avventura. La partenza vera e proprio l’ho voluta fare da un tempio bellissimo che si trova nel centro storico di Bangkok, il Wat Arun, il “Tempio dell’Alba” che da quasi tre secoli veglia sulla capitale thailandese Ho impiegato un po’ per uscire dalla città (l’area metropolitana di Bangkok è grande quanto la regione Friuli-Venezia Giulia!), ma dopo 40 chilometri il cemento e i palazzoni hanno lasciato spazio a campi coltivati e piccoli paesini tra canali, pescatori e aironi solitari. Ho percorso i primi 113 chilometri (trovate la traccia sul mio profilo Komoot) ed è stato un bellissimo inizio. Non tanto perché è andato tutto bene ma perché il viaggio è iniziato. Piano piano e così proprio come doveva andare. La strada verso Taiwan è partita, ora tocca solo percorrerla».