Milano, protesta davanti al Pirellone: «Feltri dimettiti». È caos in Consiglio regionale

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Giustamente indignati, dalle parole di Vittorio Feltri che aveva insultato i ciclisti (e la memoria di quanti, troppi, hanno perso la vita in bicicletta: un insulto alle loro vite spezzate e al dolore di tante famiglie «orfane») e anche dal silenzio delle istituzioni, oggi a Milano erano circa un centinaio i ciclisti che hanno improvvisato un sit-in davanti alla sede del Consiglio regionale lombardo gettando a terra le loro bici per chiedere le dimissioni del consigliere di Fratelli d’Italia e direttore editoriale de Il Giornale che si era oltretutto vantato di quello che aveva detto.

«Noi oggi chiederemo le dimissioni di Vittorio Feltri. Le sue parole sono un insulto a chi non c’è più, a chi ha sofferto, sono un insulto per tutti noi che vogliamo una città più sicura», il messaggio del gruppo di ciclisti. Tra loro c’era anche Paolo Pozzi, padre di una vittima della strada. «Francamente le dichiarazioni di Feltri potremmo definirle con un eufemismo sconcertanti, ma si inseriscono in quadro politico aggressivo che inventa nuovi reati e non ha nessun intenzione di andare a rimuovere i motivi per cui molti reati vengono commessi», ha detto.

Poi è arrivata la seconda puntata. Al Consiglio regionale della Lombardia il centrodestra ha bocciato la possibilità di votare una mozione urgente delle opposizioni che prendeva le distanze dalle affermazioni di Feltri invitandolo “a presentare le proprie dimissioni” dall’Aula. Il centrosinistra aveva richiesto anche il voto segreto ma la maggioranza ha votato contro l’urgenza del tema, quindi escludendo la possibilità di discutere la mozione. Il no ha scatenato la protesta, con i cartelli sventolati dai consiglieri “Feltri vergogna”, “Non si scherza con i morti sulla strada”.

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