Saranno innumerevoli gli ospiti che domani all’alba saranno al via della 37ª edizione della Maratona delle Dolomiti. Appuntamento a La Villa per lo start ufficiale e per condividere con gli 8.000 partecipanti le bellezze e le difficoltà di queste salite che hanno fatto la storia del ciclismo amatoriale e professionistico. Chi per tante volte ha dovuto scalare il Pordoi, il Giau, il Campolongo e il Valparola è Gianni Bugno, campione indimenticato.
«Tornare alla Maratona è sempre speciale – spiega Bugno – Queste salite e questi paesaggi ce li invidiano ovunque nel mondo e l’evento permette agli iscritti di pedalare in totale sicurezza. Quando correvo non avevo modo di fermarmi o girare lo sguardo in cima al Pordoi. Dovevo tirare dritto e dare il massimo, adesso mi posso godere il nostro Belpaese».
Anche per questo motivo Bugno, due volte campione del mondo su strada, ci tiene a dare un consiglio ai partecipanti. «Non pensate al tempo all’arrivo, non pensate alla velocità, ai watt e alla cadenza di pedalata. Emulare i professionisti non porta da nessuna parte. Piuttosto, fermatevi ai ristori, parlate con gli altri amatori, scattate tante foto e soprattutto mangiate, bevete e integrate perché le fatiche sono tante».
In un percorso impegnativo come quello della Maratona delle Dolomiti non si può improvvisare. Bugno lo sa bene. «So anche che gli amatori ormai sono più attenti dei professionisti, quindi i miei consigli saranno inutili, ma li darò lo stesso. Ricordatevi di bere durante le salite, anche se non farà caldo, mangiate e non andate mai fuorigiri. Salite del vostro passo e in discesa fate molta attenzione: se dovesse piovere, occhio a scendere dal Giau perché farà molto freddo».
Il meteo, infatti, giocherà un ruolo fondamentale. Si è parlato molto oggi del rischio pioggia, ma Gianni Bugno vuole essere fiducioso. «È vero, pioverà, ma fortunatamente non dovrebbe trattarsi di un temporale che si abbatte sulla corsa dal primo all’ultimo chilometro di Gran Fondo. Sarà una pioggia a “sprazzi” che però potrebbe colpire alcune salite storiche. Andate piano e frenate con cautela, magari anticipando».