Il Vision Metron 5D EVO si aggiorna e diventa più snello e leggero (VIDEO)

Tempo di lettura: 6 minuti

Forse potrebbe risultare esagerato affermare che il manubrio integrato Vision Metron ha segnato in qualche modo un’epoca. Un’epoca che dalla sua prima apparizione sul mercato (parliamo del 2017) e lungo le varie versioni che si sono succedute sino ad oggi, ha visto il ciclismo cambiare molto.

L’aerodinamica si sarà sì “addolcita” negli anni, ma rappresenta pur sempre un parametro importante negli studi telaistici. Tanto che l’efficienza di molte strutture viene ottimizzata proprio in ragione della presenza di uno specifico manubrio integrato, che come categoria di componente si è diffusa a macchia d’olio.

Sono innumerevoli infatti i telai di alta gamma, non necessariamente aerodinamici, che prevedono un proprio cockpit specifico. Perché allora abbiamo detto che ha segnato un’epoca?

Così come lo storico RAM di Cinelli fu un modello d’ispirazione per quelli di primissima generazione, il Vision Metron per peso, ergonomia, versatilità ed efficienza ha rappresentato un benchmark per gli esemplari che sono venuti dopo di lui. Andiamo allora a vedere in che modo si sono mossi i tecnici di Vision per questa versione EVO.

L’evoluzione del Vision Metron

Niente è meglio di un confronto diretto per capire in che modo sono state modificate le forme di questo manubrio integrato. Da come si vede anche nella foto qui sotto, che mette a confronto la versione precedente (a sinistra) e quella nuova (a destra), spicca immediatamente la nuova sagoma della sezione orizzontale.

E’ come se ci fossero più “spigoli”, ma ovviamente è una cosa tutt’altro che casuale. La sagoma del vecchio Metron è precedente all’upgrade (del 2019) che lo ha reso compatibile con il sistema di transito interno dei cavi ACR. Doveva dunque garantire uno spazio adeguato per consentire un passaggio agevole dei cablaggi, e una loro transizione più dolce possibile. Il nuovo Vision Metron nasce già di suo ottimizzato per l’ACR, e quindi gode di una sagoma meno estesa davanti.

L’attacco è più snello, e la sezione orizzontale nella parte anteriore è più estesa rispetto all’altro. Ma è molto interessante anche quello che vediamo nella faccia interna. Se osservate ancora le foto a confronto, notiamo come la parte di manubrio elegibile per la cosiddetta “presa alta” distingua due diverse posizioni per le mani. Una molto prossima all’attacco, l’altra più vicina ai comandi, appunto ben delimitate dall’angolo di transizione.

Ancora un diretto confronto tra i due manubri nella foto qui sopra. Avevamo fatto accenno all’attacco più snello. Non solo, è stato anche ribassato (e non di poco…). Parliamo di oltre un centimetro e mezzo, passando da 56 a 40 millimetri.

Ma andiamo allora vedere il video che abbiamo girato per voi, per scoprire altri dettagli molto interessanti.

I numeri del Vision Metron

Come abbiamo accennato, e anche per sposarsi con le attuali tendenze telaistiche e le esigenze aerodinamiche, il disegno del Vision Metron risalente al 2017 è stato aggiornato. Per quanto, se dobbiamo dirla tutta, resterebbe ancora molto attuale.

L’attacco è più snello, mentre la transizione della curva è identica alla precedente. Il Vision Metron 5D Evo è di fatto una compatta con 125 millimetri di drop e 80 di reach, quote che formano una standard particolarmente apprezzato. Il fatto che tutta la parte superiore rimanga più a filo con il telaio, qualunque esso sia, migliora ovviamente l’efficienza aerodinamica. I tecnici Vision hanno parlato di un 15 per cento circa.

La finitura è in carbonio 3K con grafica “tono su tono“. La trama del composito è un miglioramento estetico che si vide per la prima volta nel 2022, e che è stata riportata prontamente anche in questa successiva generazione.

Altri numeri importanti riguardano tre quote in particolare. L’attacco è orientato di 6 gradi negativi, poi c’è quello di 10 gradi per la sezione centrale, che ergonomicamente consente un appoggio molto comodo delle mani in presa alta e migliora la respirazione. Perfetta in salita. Infine c’è l’offset di 5 millimetri verso l’esterno, che contemporaneamente migliora l’aerodinamica, la stabilità generale e facilita l’accesso delle dita alle leve comandi. Sotto questo punto di vista il nuovo Vision Metron non ha modificato quanto era apprezzabile prima.

La doppia versione

La sezione centrale rimane comunque la parte che ha subito i maggiori cambiamenti rispetto al passato. E Vision sotto questo punto di vista offre ai ciclisti una doppia possibilità, vale a dire due edizioni differenti del manubrio. Nella prima la zona orizzontale ha un’altezza standard, nell’altra la troviamo incrementata (secondo la zona) anche sino ad un centimetro.

E’ la variante XL, che nel disegno qui sopra trovate evidenziata in verde, mentre in rosso c’è quella standard, la L. C’è più spazio per le mani, un’opzione appetibile per chi ha mani grandi o vuole una maggiore superficie di appoggio per i palmi quando è in presa centrale, e che viene concentrata per le combinazioni dalle quote più alte di attacco e curva.

Ed a proposito di presa, la struttura della curvatura alta del Vision Metron 5D EVO (dove vengono serrati i comandi) asseconda anche una tendenza attuale, che è quella di orientare le leve verso l’interno. In presenza anche di una configurazione simile il palmo rimane sempre ben appoggiato e l’assetto comodo. Un aggiornamento magari non decisivo, ma che tiene ovviamente conto dei trend del ciclismo moderno.

In tutto le combinazioni del Vision Metron 5D EVO sono quattordici. Nella tabella qui sotto le trovate tutte, divise tra quelle con sezione centrale L (evidenziate in rosso) e quelle con la variante XL (evidenziate in verde). Le misure di larghezza della curva sono in centimetri e considerate centro/centro.

Lunghezza attacco
90 mm38 40
100 mm384042
110 mm404244
120 mm40 4244
130 mm4244
140 mm42

Il peso per la variante L nella combinazione 110×42 è di 320 grammi, che sono 43 in meno rispetto alla precedente generazione del Vision Metron 5D. Il prezzo rimane invariato, vale a dire 698 euro.

La compatibilità

In ultimo, c’è un argomento molto delicato che riguarda la compatibilità con i telai in commercio. Avevamo accennato al fatto che è sempre più frequente che una piattaforma venga studiata in galleria del vento nel suo complesso, quindi anche in presenza di un suo manubrio integrato specifico.

Il Vision Metron 5D EVO, come il suo predecessore del resto, propone una serie di spacer dedicati. Sono stampati in 3D, compatibili con il passaggio dei cavi ACR, dal peso medio di 12 grammi, e seguono perfettamente la linea anteriore dei telai della seguente lista.
Cervélo: Caledonia, Soloist, R5
Cannondale: SuperSix Evo 4, SuperSix Evo, SystemSix, SystemSix Evo 4
Specialized: Tarmac SL7, Tarmac SL8, Allez Sprint
Giant: Propel
Pinarello: Dogma F12, Dogma F
Trek: Emonda, Madone
BMC: TeamMachine SLR 01
Factor: Ostro Vam, O2 Vam
Scott: Addict, Foil
Colnago: C68, V4Rs
Orbea: Orca, Orca Aero, Terra

Ma il Vision Metron 5D Evo lo troveremo comunque montato di serie su molte biciclette. Addirittura sono già state create delle edizioni speciali di tre marchi. La Sum Pro 2024 di Argon18, la 70 di De Rosa, e la Alfa di Titici, che vedete nella foto qui sopra.

Per informazioni: www.visiontechusa.com