Omar Di Felice e l’omicidio di Damiano: «Basta, sono stanco di piangere»

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Omar Di Felice si è sfogato di fronte alla notizia dell’ennesima tragedia, dell’ennesima vita perduta in sella a una bici. Vi abbiamo raccontato la tragica fine di Damiano Bianchi, ucciso domenica mentre pedalava insieme al suo gruppo di amici, come faceva tutte le volte che voleva concedersi qualche ora di libertà. Molti di noi conoscevano Damiano, lo avevano incrociato a qualche gran fondo o semplicemente per strada, su una salita. Damiano era uno di noi, e Omar Di Felice ha voluto salutarlo un’ultima volta. «Damiano era un ciclista. Come i molti che ogni giorno cercano di affrontare la strada in sella alla propria bicicletta. Che sia per andare a lavoro, in viaggio o semplicemente per allenarsi. Damiano è una delle tante vittime, solo l’ultima in termini temporali, di questa mattanza che si consuma ogni giorno sulle nostre maledette strade. In 30 anni di ciclismo sono stato investito 7 volte senza mai conseguenze troppo gravi relativamente all’impatto e non so veramente chi debba ringraziare per questo. Ma ho visto amici, colleghi, e ciclisti morire come mosche. Ho pianto e ogni giorno mi domando che futuro abbiamo in italia sulla strada. Sono altresì stanco di uscire in bici chiedendomi se sarà l’ultima volta che chiuderò la porta di casa da vivo. Damiano non era solo un ciclista ma anche un grande tifoso e appassionato delle mie avventure. Rovistando nella casella dei messaggi privati ho riletto dei suoi incitamenti, dei suoi giri su Strava e di quanto si sentisse stimolato a “fare sempre un po’ di più” grazie all’esempio mio e dei suoi idoli. Questa perdita fa male, come tutte le precedenti, ma smuove anche una rabbia che non può più essere repressa. BASTA! Siamo stanchi! Ora aspetto il primo idiota mononeuronale del “eh ma voi ciclisti” per spiegargli ancora una volta che NOI CICLISTI (e anche ai pedoni non va meglio) siamo quelli che moriamo a causa di automobilisti incauti e indisciplinati. Giusto stamattina mi confrontavo sul ruolo che noi individui abbiamo per cambiare le cose e su quanto poco impatto, spesso, abbiamo sulla società. Credo che in questo caso il dialogo non basti più. E basta anche con questa cantilena del “rispetto reciproco”. Ci sono dei rapporti di causa effetto ben precisi. Si muore per delle CAUSE BEN PRECISE e sono queste da combattere! Tutto il resto è fumo negli occhi per non decidersi a invertire la rotta di uno dei popoli più indisciplinati alla guida (senz’altro il peggiore in Europa come ci dicono i dati)».