VITE NUOVE / Carlo: «La bicicletta è stata la mia medicina. E ho inventato la bici-surf»

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Questa è la piccola grande storia di Carlo Toscani, 76 anni, ex meccanico, oggi in pensione, e come in tutte le storie dentro c’è il dolore e l’amore. «Ero ingrassato, ma camminare non mi piaceva e non calavo di un chilo. Allora ho cominciato con la bici. Poi è arrivata la malattia, era il 1991. Un tumore. Aspettavo l’operazione e nel frattempo andavo fuori in bici, non pensavo, pedalare mi distraeva. Facevo molti chilometri». Il dolore è quello della sofferenza e della paura, ma l’amore vince sempre e quello di Carlo è per la bicicletta. L’operazione andò bene. «Non ho mai smesso di pedalare. A un certo punto ho anche smesso di prendere le medicine. Il medico mi sgridò, mi fece fare degli esami. Erano ok, andavano bene. “Ma allora le medicine le prendi”, mi disse. “No, vado in bici”. Insomma, la bicicletta è diventata la mia medicina».

Oggi Carlo si tiene controllato, ma la bicicletta resta il motore principale del suo amore e delle sue avventure. Le gran fondo le ha fatte tutte: la Nove Colli (17 volte), la Maratona delle Dolomiti, la Dieci Colli. «La bici mi ha aiutato tanto e quando posso ci vado ancora». Da ragazzo faceva molti sport: calcio, canottaggio, sci, tennis. Ma il futuro era sulla bici. Carlo metteva le mani sui motori, lavorava come meccanico: elettrificazione, utilizzo di macchine utensili. Una passione per la bici, ma anche la curiosità dei bambini. Carlo vive a Carlazzo, che è in provincia di Como. E’ lì che Carlo si è inventato la bici-surf. «Non l’ho brevettata, l’ho fatta io. Perché? Ormai sulle nostre strade non si può più girare. E allora io mi sono detto: basta, pedalo sull’acqua». Ha preso un vecchio rampichino, l’ha rimesso a nuovo, ci ha montato sopra delle barre di alluminio, due tavole da surf, una pala dietro. «Pedalo sull’acqua, attraverso tutto il lago quando c’è bel tempo. I curiosi vengono lì, mi chiedono che cos’è. E la provano».