La Maratona delle Dolomiti e le sue (maledette, prestigiose, difficilissime) salite

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Quella del Passo Campolongo dà il via alla serie delle salite che devono essere affrontate dalla Maratona delle Dolomiti, la classica gran fondo altoatesina valida anche quest’anno per il Prestigio di CicloTurismo. Sono sette, nel lungo, ma siccome proprio il Campolongo va scalato due volte diventano in realtà otto. S’è aggiunto, da qualche edizione, nel finale, l’ostico Mür dl Giat, una rampa brevissima ma estremamente ostica (c’è un passaggio al 19%) che prelude all’apoteosi, a poco più di 3 chilometri dal traguardo di Corvara Alta Badia. 

Subito dopo la partenza, un troncone di circa 4 chilometri allungherà il gruppone. La strada che porta da La Villa a Corvara è in lieve ascesa, ma già lì s’accenderà la battaglia per non perdere di vista l’avanguardia. Sarà poi la volta del Campolongo. Breve (5,8 chilometri) con una pendenza media non molto elevata (6,1%) ma con qualche tratto oltre il 10%. La successiva discesa che termina ad Arabba è molto veloce. E panoramica. La si porta a termine in un batter d’occhio. Cinque i tornanti da superare. 

Nemmeno un metro di pianura, è la prerogativa della Maratona. Finita la picchiata, si sale subito verso il Pordoi, che per il mondo del ciclismo è forse la salita simbolo delle Dolomiti. Nove chilometri e mezzo di goduria assicurata. E’ un’ascesa molto regolare che può essere affrontata anche senza mai cambiare rapporto. Nove chilometri e mezzo al 6,9% con pochissimi frangenti in cui si raggiunge la soglia del 10%. Guardi verso l’alto e avvisti il magico serpentone che ti precede e che è ormai in vista del valico, guardi verso il basso ed è un’altra interminabile colonna multicolore che ha iniziato da poco la salita

E’ rapida e priva d’insidie anche la bella discesa di 6 chilometri e mezzo che conduce all’inizio della terza salita. Benché breve, quella del Passo Sella è unanimemente riconosciuta come l’ascesa più dura della Sella Ronda. E’ il punto più elevato del percorso, 2244 metri, meno di 6 chilometri di arrampicata, ma nel tratto centrale s’incontrano velenosi passaggi al 12%. Negli ultimi 2 chilometri la pendenza tende ad ammorbidirsi, ma la media è ragguardevole: 7,9%. 

Tolto il Pordoi, le salite della Sella Ronda sono brevi, si lasciano alle spalle in poche decine di minuti. Non fa eccezione quella che completa il circuito iniziale, il Passo Gardena, stando ai dati tecnici la più facile del primo terzo di percorso. Persino più facile del Campolongo: stessa lunghezza ma una media del 4,3% distribuita su meno di 6 chilometri. E’ una salita che più delle altre dà modo di pedalare contemplando le fantastiche cime dei Monti Pallidi. 

Più lunga è invece la discesa che riporta a Corvara. Sono 9 chilometri e 200 metri lungo una strada ampia e scorrevole che nella parte iniziale presenta tuttavia una serie di 10 ravvicinati tornanti. Dopo 55 , a Corvara si concluderanno le fatiche di chi ha scelto il corto, mentre i due percorsi maggiori scaleranno per la seconda volta il Passo Campolongo. La successiva discesa non terminerà questa volta ad Arabba, perché si svolterà a sinistra facendo rotta su Pieve di Livinallongo, dove prenderà avvio l’unico tratto semipianeggiante (falsipiani e lievissime ondulazioni) dell’intero percorso. Dopo Andraz si giungerà alle separazione del lungo dal medio. Il primo affronterà il brevissimo strappo di Colle Santa Lucia, il secondo inizierà la scalata del Passo Falzarego, dal quale,poi, con la breve appendice del Passo di Valparola si dirigerà verso il traguardo finale. 

Il lungo sarà più o meno a metà percorso. E poco dopo inizierà a mettere nel mirino il Passo Giau, la difficoltà principale e più temuta della Maratona. Dieci chilometri impietosi, da affrontare a denti stretti, pendenza media del 9,3% e passaggi sino al 15%. Una salita bellissima, indimenticabile, un traguardo mitico da conservare nella bacheca dei ricordi. Ventinove tornanti, tutti numerati, uno più duro dell’altro, prima di giungere a quota 2236 e di infilare la veloce discesa disseminata anch’essa di tornanti (28) verso Pocol. Dieci chilometri abbondanti per riprender fiato prima della lunga (11,5 chilometri) salita che attraverso il Passo Falzarego porta ai 2200 metri del Valparola. E’ un’ascesa tendenzialmente pedalabile (5,8% di pendenza media), che presenta una sola porzione perfida, quella finale, poco più di un chilometro in cui si tocca però un picco del 14%.

L’ultima picchiata della Maratona è lunga e veloce, una dozzina di chilometri fino a La Villa, ma prima di raggiungere il traguardo finale di Corvara occorrerà fare i conti con quel maledetto Mür dl Giat, che con il suo terrificante 19% costringe non pochi a metter piede a terra. Sono soli370 metri ma per domarli dignitosamente è fondamentale conservare un barlume di energia. Poi gli ultimi 3 chilometri verso Corvara sembreranno una passeggiata, il terreno  ideale per gustare il sapore dell’impresa.