A Busto Arsizio Oldani, Damiani e Zanini con la Fondazione Scarponi al convegno “La strada è di tutti”

Da sinistra, Stefano Zanini, Roberto Damiani, Marco Scarponi e (al centro) Stefano Oldani con gli altri partecipanti al convegno
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È partita anche a Busto Arsizio la nuova campagna di sensibilizzazione “Io rispetto il ciclista”, che si sta diffondendo in tutta Italia: la presentazione nel corso del convegno “La strada è di tutti”, promosso dall’Amministrazione comunale di Busto con gli assessorati alla Mobilità sostenibile e allo Sport, in collaborazione con la Fondazione Michele Scarponi. La campagna è volta a far sì che tutti prestiamo attenzione alla sicurezza dei ciclisti: perché questo sia possibile ecco allora l’installazione lungo le strade più trafficate di cartelli che indicano la presenza di ciclisti e la distanza (un metro e mezzo) da mantenere quando si effettua il sorpasso di una bicicletta. Un primo passo che però potrà contribuire a far crescere la cultura della sicurezza e del rispetto degli utenti deboli della strada. 

Di questo hanno parlato tutti i relatori. A partire da Marco Scarponi, fratello di Michele e segretario generale della Fondazione. Passando per Roberto Damiani e Stefano Zanini, direttori sportivi rispettivamente della Cofidis e dell’Astana. Tutti e due, fra l’altro, hanno scritto un racconto in ricordo di Michele Scarponi nella seconda parte del libro «Caro Michele – Una vita alla Scarponi» (per riceverlo basta iscriversi alla Fondazione: https://www.fondazionemichelescarponi.com/iscriviti/). 

Stefano Oldani, ciclista professionista dell’Alpecin-Deceuninck, nato a Busto e appena rientrato dal Giro d’Italia, ha parlato della difficoltà di allenarsi per chi fa il suo mestiere e ha rilanciato l’appello della Fondazione Scarponi: la strada è di tutti. «È molto importante che si smetta di ragionare in termini egoistici e che si capisca che bisogna condividere la strada, che non è né dell’utente più forte né di quello debole: per strada bisogna rispettarci a vicenda e condividerla per la salute e la salvezza di tutti»
Tra le possibili iniziative per cercare di limitare il numero, davvero terribile, delle vittime, una corretta educazione stradale, la riduzione della velocità nelle città con l’inserimento di aree a 30 km/h, l’aumento delle piste ciclabili, possibilmente più lineari, la realizzazione di interventi strutturali sulle strade che mettano al centro le persone.