L’avventura di Omar Di Felice in India è in corso: il racconto e le foto

Omar Di Felice sta percorrendo in bici una regione impervia dell'India
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Omar Di Felice è partito per una lunga avventura invernale. Ha iniziato il viaggio in silenzio, “quel silenzio che mi ha accompagnato nei mesi dopo il rientro dall’Antartide, mesi in cui stavo perdendo la capacità di guardare dritto davanti a me, senza paura di un tuffo nell’ignoto, ma voltandomi sempre maledettamente in fretta verso il punto di partenza”.

Omar Di Felice è abituato a affrontare situazioni estreme durante le sue avventure in bici per il mondo

L’avventura di Omar Di Felice in India

E’ partito da Leh, nel Laddakh,il 26 febbraio per attraversare la Nubra Valley, sfiorare il Pangong Lake e scalare il Khardung La (5339 metri), uno dei valichi stradali più alti del mondo, uno dei principali obiettivi del suo raid. La salita del Khardung gli è servita per mettersi alla prova, per capire se fosse ancora in grado di immaginare l’obiettivo, all’orizzonte, pur non vedendone neanche i contorni. Purtroppo il tentativo non è andato a buon fine, non per incapacità o mancanza di determinazione, ma semplicemente una questione di carattere burocratico. Omar è stato fermato al posto di blocco di South Pullu, a quota 4700 metri. Dopo una lunga trattativa, nonostante fosse in possesso dei necessari permessi, gli è stato proibito di scalare il Khardung La fino in cima. E’ stato costretto a ritornare a Leh, a recarsi al posto di polizia e farmi assegnare una scorta per motivi di sicurezza lungo gli ultimi 600 metri di dislivello fino alla cima.  Una fatica immensa per nulla, tutto da rifare.

Il giorno dopo, tuttavia, il tentativo è stato coronato da successo. “E’ stata una di quelle giornate destinate a rimanere nella mia personale memoria – scrive Di Felice sul suo profilo Facebook -. Oltre 100 chilometri, otto ore in sella scalando il Khardung La, 5359 metri sul livello del mare, sotto una leggera nevicata nella parte finale dell’ascesa, strada ghiacciata e temperatura di -18ºC, che a queste quote ha un valore completamente diverso. Ghiaccio, neve, fango, sassi, un’immane fatica ripagata dallo spettacolo della natura”.

Un’immagine significativa della difficoltà dei percorsi che sta affrontando Omar Di Felice

Sacco a pelo e freddo, tutti gli ostacoli sulla strada di Omar

Raggiunto il Khardung La, Omar ha poi trovato ospitalità a Diskit, in una piccola homestay, veloce igienizzazione con salviette umidificate e via nel sacco a pelo sotto le coperte. A Diskit è poi rimasto anche il giorno successivo e lasciando parte dei bagagli nell’alloggio ha potuto fare avanti e indietro dal Lago Pangong con la bici alleggerita.  “L’inverno rende inaccessibili luoghi già difficili da raggiungere in estate. È per questo che lo amo – ha commentato –. Vivere ogni giorno sottozero, soprattutto quando si scende dalla bici, è tutt’altro che semplice. Ciò che mi colpisce è che nei piccoli villaggi le poche persone che scelgono di rimanervi anche in inverno, per tutta la vita, affrontano le condizioni che perloro sono normali e che per noi atleti sono considerate ‘speciali’”.

Nella giornata di martedì 28 febbraio Omar Di Felice ha raggiunto un altro dei luoghi che aveva cerchiato in rosso: il Pangong Tso. “La forte stanchezza di queste giornate tra 3500 e 5000 metri e il freddo intenso (oggi -15ºC in partenza, con una temperatura percepita ben più rigida) non mi hanno consentito di arrivare al lago al meglio. Ciò non mi ha però impedito di meravigliarmi di fronte a questo bacino che, seppur salato, durante i rigidi inverni congela completamente. Colpisce la presenza di tanti convogli militari e la stretta sorveglianza: mi trovo al confine con il Tibet e il 60% della superficie del lago è in terra di contesa tra Cina e India”.

La bici di Omar Di Felice in un momento di riposo durante il suo faticosissimo viaggio in India

E la missione continua…

Oggi, mercoledì 1° marzo, Di Felice è stato impegnato nella scalata di un altro over 5000, il Chang La, più basso del Khardung La solo di pochissimi metri. Si può seguire in tempo reale la sua avventura su “Alone in Ladakh” (ENDU live).

Live Map: ALONE IN LADAKH – HIMALAYAN WINTER EXPEDITION (endu.net)

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